Nel 2023 gli esperti prevedono un picco negli hacking nordcoreani di criptovalute

Sauro Arceri
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Fonte: Getty

Nel 2023 assisteremo a un’impennata di hacking nel settore delle criptovalute, da parte della Corea del Nord. A fare questa previsione sono stati gli esperti della la società spagnola Panda Security, che fornisce software per la sicurezza informatica.

Secondo quanto riportato dal media sudcoreano Money S, infatti, gli esperti spagnoli avrebbero affermato che nel corso del 2023 ci sarà un “aumento delle attività fraudolente e dei tentativi di furto di beni virtuali”.

L’azienda spagnola ha dichiarato che, mentre i mercati cercano di riprendersi dagli effetti negativi dell’inverno delle crypto, gli hacker della Corea del Nord hanno intenzione di “sfruttare il rinnovato interesse del pubblico per le criptovalute” per tentare nuovi attacchi e frodi informatiche.

Studenti della Mangyongdae Revolutionary School, prestigiosa accademia di Pyongyang

Gli hacker d’élite della Corea del Nord vengono spesso schierati in paesi con velocità Internet più elevate, per prendere di mira le banche di tutto il mondo. Negli Stati Uniti hanno attaccato Wells Fargo, Citibank e la Federal Reserve di New York.

L’azienda Panda Security ha inoltre aggiunto che nel 2023 saranno probabilmente condotti anche “attacchi alle principali borse di criptovalute che potrebbero potenzialmente danneggiare gli utenti”. Secondo il provider di servizi di sicurezza, Pyongyang “si concentrerà soprattutto sulle attività informatiche illegali tese alla raccolta di fondi dal mercato delle criptovalute”

Già in passato, infatti, la Corea del Nord ha utilizzato più di una volta gli hacker per il furto e il riciclaggio di criptovalute, usate per finanziare la costruzione di infrastrutture pubbliche come ospedali e attrazioni turistiche.

La maggior parte dei soldi rubati dagli hacker nordcoreani, però, finisce inevitabilmente al programma nucleare e missilistico di Kim Jong Un.

Sempre secondo il media sudcoreano Money S, infatti, “grazie al furto e al riciclaggio di criptovalute, nel 2022 la Corea del Nord è stata in grado di lanciare 70 missili balistici in 33 diverse occasioni” nonostante le sanzioni paralizzanti che sono state imposte al paese negli ultimi anni.

Lim Chul, professore presso il Centro di studi dell’Estremo Oriente dell’Università di Kyungnam, ha affermato che:

“Gli organi governativi, durante una riunione plenaria, hanno presentato al Comitato centrale nordcoreano un ambizioso piano di armamenti alla fine dello scorso anno”.

Il media sudcoreano ha osservato che la Corea del Nord, per finanziare questo piano, avrà bisogno di “valuta estera” e questo significa che “sarà inevitabile un aumento delle attività informatiche illegali”.

Un altro accademico, il professor Park Won-gon dell’università Ewha Womans, ha invece affermato che le Nazioni Unite, come fanno di solito, probabilmente risponderanno con l’imposizione di ulteriori sanzioni.

“Se la Corea del Nord ruba altre criptovalute verranno imposte ulteriori sanzioni che, in molti casi, andranno a coinvolgere anche individui e aziende cinesi.”

In aumento l’hacking nordcoreano delle criptovalute?

Le previsioni della società spagnola Panda Security arrivano dopo la recente dichiarazione emessa dal NIS, il National Intelligence Service della Corea del Sud, secondo la quale gli hacker nordcoreani hanno rubato circa 1,2 miliardi di dollari in “criptovalute e altri beni virtuali” negli ultimi cinque anni, oltre la metà dei quali nel solo 2022.

La dichiarazione del NIS si concludeva poi con la previsione di un aumento degli hack ordinati da Pyongyang quest’anno.

La società Panda Security è convinta che adesso Pyongyang stia gestendo wallet di cryptovalute fasulli e cloni di wallet di criptovalute, i cui programmi di installazione contengono virus di tipo “trojan”. Questi virus compromettono i computer e i dispositivi mobili delle vittime, permettendo così agli hacker di violarli e di rubare le monete.

 

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