Nuova Tassa in UK per giganti tech e grandi crypto Exchange

Gli exchange di criptovalute che operano nel Regno Unito – compresi quelli del calibro di Coinbase – saranno costretti a pagare una tassa tecnologica recentemente creata – con l’ente fiscale britannico, HM Revenue and Customs (HMRC), il quale ha dichiarato che le criptovalute “non sono strumenti finanziari”.
Il Tesoro britannico l’anno scorso ha annunciato il lancio di una nuova tassa del 2% sulle vendite online, sui motori di ricerca e sui fornitori di social media con un fatturato globale di oltre 666,4 milioni di dollari e vendite nazionali superiori a 33,3 milioni di dollari.
Secondo il Telegraph, l’ufficio delle imposte ha informato gli exchange di criptovalute di essere soggetti alla tassa, che è stata creata nel tentativo di assicurarsi che artisti del calibro di Google e Amazon – criticati per aver trovato scappatoie fiscali nel Regno Unito – contribuiscano maggiormente alle casse del Tesoro.
Lo stesso media ha notato che anche se le operazioni di Coinbase nel Regno Unito hanno riportato vendite per un valore di poco meno di 24 milioni di dollari, “la società ha recentemente riferito che i ricavi globali sono quadruplicati, il che significa che è probabile che superi la soglia del Regno Unito nel 2021”.
Tassa del G20 per i giganti tecnologici
La tassa del Regno Unito potrebbe avere vita breve, almeno nella sua forma attuale: all’inizio di quest’anno, il G20 ha concordato di creare una tassa semplificata essenzialmente rivolta ai giganti fiscali globali. La misura costringerà alcune delle più grandi aziende del mondo a sganciare circa 150 miliardi di dollari di entrate fiscali extra ogni anno.
Il mese scorso, la BBC ha riferito che i capi del G20 avevano concordato di creare un’aliquota fiscale minima globale del 15% per le grandi aziende, e avrebbero applicato la misura a partire dal 2023.
Nel frattempo, tuttavia, la “tech tax” britannica è ancora in vigore – e Coinbase probabilmente dovrà pagarla.
“i crypto asset” non sono strumenti finanziari
La sentenza della HMRC secondo cui i criptoasset “non sono strumenti finanziari” è la chiave. I fornitori finanziari sono esenti dalla tassa, ma il fatto che l’ente fiscale insista nel sostenere che i token “non si qualificano come materie prime o denaro” significa che le piattaforme di trading cripto non possono scivolare attraverso la rete.
Lo stesso media ha citato il gruppo di pressione CryptoUK sostenendo che era “ingiusto” classificare le criptovalute “diversamente dalle altre attività finanziarie” – in particolare perché le controparti americane dell’ente fiscale britannico considerano le monete come materie prime.
Il direttore di CryptoUK Ian Taylor è stato citato nel definire la mossa “un nuovo colpo” per gli exchange di criptovalute, che erano già alle prese con le “ardue” misure di licenza annunciate dalla Financial Conduct Authority – che alla fine hanno portato a commissioni più alte per i clienti degli exchange.
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