Persino il figlio della Presidente BCE Lagarde ha perso soldi con le crypto

Marcello Bonti
| 4 min read

La Presidente della Banca centrale europea (BCE) Christine Lagarde, nota per la sua posizione anti-crypto, ha dovuto ammettere che il proprio figlio ha investito in crypto e ha subito grosse perdite.

La notizia sta facendo il giro del web e tutte le testate crypto rilanciano la notizia del figlio della leader europea che cade nella trappola degli investimenti in criptovalute.

Nel corso dell’incontro Euro 20+ (Euro)pa der Zukunft che si è svolto a Francoforte, in Germania, di fronte a un pubblico di giovani e giovanissimi, la Presidente della Banca Centrale Europea ha risposto alle varie domande del pubblico.

La Presidente della BCE risponde alle domande scomode del pubblico di Francoforte


Tra curiosità e commenti di politica economica e strategia internazionale, una domanda diretta e spiazzante ha risollevato l’attenzione di un pubblico fino a quel momento un po’ sornione e poco reattivo.

Un ragazzo prende la parola e con molta semplicità chiede a Christine Lagarde: “Cosa pensa delle criptovalute”.

La Presidente reagisce con una risata ironica che solleva l’ilarità del pubblico che risponde di riflesso.

Nel corso di un incontro con gli studenti a Francoforte, la Lagarde ha affermato che, nonostante le sue forti critiche alle criptovalute, suo figlio ha scelto di investirvi, ignorando i suoi avvertimenti.

A quel punto la Presidente argomenta, “quello che abbiamo visto negli ultimi nove mesi circa [oltre 18 mesi, in realtà] con Terra, con LUNA, con FTX e adesso con Binance mostra che le crypto sono un asset fortemente speculativo e le persone che investono devono essere disposte a perdere tutto”. Fa riferimento diretto anche alla malvagità con cui certi personaggi interagiscono con i propri referenti in questo mondo opaco e privo di regole.

Ribadendo la libertà delle persone di investire il proprio denaro come credono, anche in asset altamente speculativi, Lagarde però rincalza dicendo che non dovrebbe esserci altrettanta libertà di operare con entità che operano in maniera criminale.

In questo riferendosi forse in maniera indire a Binance che è stata ritenuta colpevole di aver operato infrangendo le leggi degli Stati Uniti.

Dopo l’ultima affermazione, la stessa Presidente si rivolge al suo direttore di comunicazione convenendo che nelle successive tre ore sarebbe stata bombardata da tweet offensivi e commenti sui social.

Dopo un improvviso applauso, da una platea fino a quel momento povera di partecipazione emotiva, ribadisce l’invito a verificare le ragioni che hanno portato all’accordo tra Binance e l’autorità competente per 3 miliardi di dollari. In realtà 3,8 miliardi.

Il figlio ha perso oltre la metà del suo investimento


A questo punto la presentatrice incalza la Presidente chiedendole conferma di una vecchia notizia che circola da tempo nell’ambiente, e cioè che il fatto che il figlio abbia scommesso e perso investendo in criptovalute. Lagarde risponde allora:

“Mi ha bellamente ignorata, il che era un suo diritto. Poi però ha perso quasi tutto quello che aveva investito e quando ci siamo ritrovati a parlarne, ha convenuto con riluttanza che avevo ragione.”

Christine Lagarde ha spiegato che, seppure non avesse investito molto, uno dei suoi figli ha perso almeno il 60% del suo investimento.

La Presidente ha due figli, sopra la trentina, e non si è dilungata oltre nel commentare la vicenda. Non ha dato un’indicazione temporale su quanto avvenuto e quale su crypto avesse scommesso il figlio.

La Presidente, dunque, non nasconde la bassa opinione che ha delle criptovalute in generale, e degli individui coinvolti in una gestione criminale di questi asset.

Una lunga storia di contrasto alle crypto


Non è una novità che Lagarde, nella sua veste istituzionale, si sia spesso opposta allo sviluppo delle criptovalute.

La presidente della BCE è nota per le sue posizioni parecchio scettiche nei confronti delle crypto. Per dare alcuni riferimenti, a giugno dell’anno scorso aveva lanciato l’allarme contro gli asset crypto e la finanza decentralizzata (DeFi), colpevoli di avere “il potenziale per porre rischi reali alla stabilità finanziaria”. Prima ancora, a marzo, aveva affermato che le criptovalute “non si fondano su nulla”. E ha più volte espresso la sua convinzione che le criptovalute sono “certamente” utilizzate per eludere sanzioni.

La Banca centrale europea ha chiesto regole su scala globale per le criptovalute, necessarie per proteggere gli investitori e arginare i canali che consentono di finanziare terroristi o facilitano il riciclaggio di denaro da attività criminali.

L’euro digitale potrebbe richiedere altri due anni


L’euro digitale, così come anche altre CBDC nasce in risposta al proliferare delle valute private che potrebbero minacciare la sovranità monetaria delle nazioni.

Per questo la BCE ha avviato un proprio progetto di euro digitale.

A ottobre, è stato dato il via alla fase successiva del progetto della CBDC, che segue due anni di fase esplorativa. Ora la “fase di preparazione” dell’euro digitale richiederà “la finalizzazione del regolamento sull’euro digitale e la selezione dei fornitori che potrebbero sviluppare una piattaforma e un’infrastruttura per l’euro digitale”, ha spiegato la Banca centrale europea.

C’è da dire che ci vorranno ancora molti anni prima che un euro digitale veda la luce. Infatti, la banca, che è appena entrata nella “fase di preparazione”, prevede di impiegare altri due anni prima di prendere una decisione sulla sua introduzione.

Christine Lagarde prevedeva già a settembre che per la realizzazione di un Euro digitale “probabilmente ci vorranno almeno altri due anni, prima che si arrivi all’ultima parola”.

In quell’occasione aveva anche affermato che una moneta digitale della banca centrale (CBDC) non eliminerà il contante, né lo sostituirà. Ha spiegato:

“Se sarà facile da usare, se sarà gratuita, se sarà una modalità di pagamento digitale universale per l’intero sistema dell’euro, credo che avrà soddisfatto molte delle condizioni che la caratterizzeranno come un successo.”

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