Aggiornamenti su FTX: stabile il prezzo della crypto. Il nuovo CEO mette a nudo la cattiva gestione

Gary McFarlane
| 9 min read

Il nuovo CEO di FTX John Ray ha rivelato oggi in una dichiarazione in tribunale “la completa mancanza dei controlli aziendali” che hanno portato al fallimento dell’exchange crypto FTX.

Il CEO di FTX John Ray non nasconde la mole del lavoro che l’attende per recuperare e assicurare i pagamenti ai debitori insieme agli altri liquidatori che si sono trovati a dover sbrogliare l’intricata matassa di FTX.

Nonostante le ultime inquietanti notizie circolate, i prezzi delle criptovalute stanno reggendo relativamente bene. In questo momento bitcoin regge intorno a 16.696$ e altre coin brillano nell’oscurità registrando rialzi interessanti, come Litecoin che cresce dell’8% e va a 62$ e XRP che arriva a 0,38$, guadagnando il 2,7%.

bitcoin price chart
Grafico dei prezzi di BTC – Fonte TradingView

La buona notizia sul fronte FTX: Trovati e messi al sicuro crypto per $740mln e $560mln in contanti

Finora sono stati depositati in un cold wallet 740 milioni di dollari in criptovalute e 560 milioni di dollari in contanti. È emerso inoltre che alcune divisioni del gruppo FTX si possono dichiarare solvibili, per esempio FTX Capital Markets e LedgerX, entrambe entità registrate, quindi c’è qualche speranza per i creditori.

Sembra che siano solvibili anche le entità interamente controllate Embed Financial Technologies e Embed Clearing, così come la compagnia di depositi FTX Value Trust Company, come ha dichiarato il CEO pro tempore Ray nei suoi rendiconti: “in base alle informazioni che ho revisionato finora”.

…ma tutto il resto è uno spettacolo terrificante di gestione dilettantesca 

Nella dichiarazione che Ray ha presentato alle autorità emergono anche trasferimenti non autorizzati di fondi per 372 milioni di dollari oltre alla “diluizione tramite ‘minting’ di circa 300 milioni di dollari in token FTT da parte di una fonte non autorizzata dopo la dichiarazione di fallimento”.

Altri numeri che saltano all’occhio riguardano il miliardo di dollari che Alameda Research, il ramo del gruppo FTX dedicato ai capitali di rischio poi trasformato in piattaforma di trading, ha prestato a Sam Bankman-Fried e i 500 milioni di dollari prestati a Nishad Singh, ex Director of engineering di FTX e Alameda Research.

La premessa che Ray fa nella sua dichiarazione è piuttosto chiara:

“Non ho mai visto nella mia carriera un così eclatante fallimento dei controlli aziendali e una tale assenza di rendiconti finanziari affidabili come in questo caso. Dalla compromissione dell’integrità dei sistemi e generale mancanza di controllo dei processi, fino alla concentrazione delle funzioni di controllo su una ristretta cerchia di individui senza esperienza, senza competenze e potenzialmente corrotti. Questa situazione non ha precedenti.”

Il resoconto prosegue con alcuni stupendi esempi della totale mancanza di sistemi di controllo e supervisione che erano diventati la regola nel gruppo FTX:

“Le inaccettabili pratiche di amministrazione comprendevano l’uso di account email di gruppo non secretati per cui chiunque avrebbe avuto accesso a password confidenziali e dati sensibili delle compagnie legate a FTX Group in tutto il mondo, la mancanza di riconciliazioni giornaliere delle posizioni sulla blockchain, l’uso di software per occultare l’utilizzo improprio dei fondi dei clienti, la tacita esclusione di Alameda rispetto a certi aspetti del protocollo di auto-liquidazione adottato per FTX.com, e l’assenza di una gestione indipendente tra Alameda (posseduta per il 90% da Mr. Bankman-Fried e il 10% da Mr. Wang) e Dotcom Silo (su cui hanno investito anche terze parti).”

Non c’è da sorprendersi se adesso il Comitato per i servizi finanziari della Camera degli USA ha indetto un’audizione e pretende di ascoltare la versione dei fatti direttamente da SBF, Alameda e Binance.

Vuoi comprare una nuova casa di lusso? Per usare i fondi della compagnia basta un emoji in chat

Per quanto riguarda la gestione del patrimonio aziendale per comprare case e altri beni personali, l’approvazione era accordata con un emoji:

I Debitori non avevano il genere di controllo delle spese che ritengo appropriato per un’impresa. Per esempio, gli impiegati di FTX Group richiedevano i pagamenti attraverso una ‘chat’ su piattaforma online in cui un gruppo di vari supervisori approvava la spesa inviando emoji personalizzate in risposta.

Alle Bahamas, come ho potuto comprendere, i fondi di FTX Group erano usati per comprare case e altri oggetti personali per i dipendenti e i consulenti. Ho inteso che non ci sono documentazioni per alcune di queste transazioni, come i prestiti, e alcuni immobili sono stati intestati personalmente a questi impiegati e consulenti nei registri presenti alle Bahamas.

FTX Group è stato gestito a livello amatoriale e ora chi paga i danni sono i clienti e i creditori della compagnia.

Tale era la mancanza della pur minima contabilità che nessuno dei debitori sa bene quali attivi appartengano alle molteplici entità collegate al gruppo, o come trovare e mettere in sicurezza gli asset digitali sulle diverse blockchain.

Secondo Ray, i debitori si sono rivolti a professionisti per rintracciare il trasferimento non autorizzato da 372 milioni di dollari e i numerosi altri trasferimenti non autorizzati effettuati prima che si dichiarasse bancarotta secondo la procedura prevista dal Chapter 11, che prevede una continuità di gestione per arrivare al saldo dei debiti:

Di conseguenza, i Debitori hanno assunto analisti forensi per trovare i possibili attivi dei Debitori sulla blockchain, professionisti in cybersecurity per identificare le parti responsabili dei trasferimenti non autorizzati durante e dopo l’avvio della procedura fallimentare e investigatori per avviare il processo di identificazione della maggior parte dei trasferimenti delle proprietà dei Debitori nei giorni, settimane e mesi precedenti all’avvio della procedura fallimentare.

Il nuovo CEO è riuscito a “identificare quattro gruppi di attività” allo scopo di recuperare i fondi che ha organizzato in quattro sottocategorie, o silos:

  1. West Realm Shires (WRS) Silo, che comprende FTX US e Ledger X, FTX Capital Markets. Qui si trova gran parte dei fondi esigibili del gruppo, come FTX Capital Markets, che è un broker riconosciuto dalla SEC.
  2. Alameda Silo
  3. Ventures Silo, che comprende Island Bay Ventures, FTX Ventures e Clifton Bay Investments
  4. Dotcom Silo, che comprende FTX.com e altri exchange simili fuori dagli Stati Uniti. Questa sottocategoria comprende investitori di terze parti.

Ecco lo schema che riassume quanto emerso finora:

FTX four silos

 

FTX org chart

Controlli inesistenti o superficiali sono stati l’inevitabile premessa per il crollo di FTX durante l’inverno crypto

Nessuno poteva ipotizzare una fine di questo tipo per FTX, anche se l’eccessivo utilizzo di attività di marketing in ogni campo avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme.

Basti pensare alle sponsorizzazioni degli stadi e il logo che ha iniziato a fare capolino in contesti d’alto profilo come le gare della Formula 1. Se a questo aggiungiamo  il debole per gli investimenti immobiliari e ad alto rischio, col senno di poi non sembra così difficile vedere che tutti i segnali di quanto successo a FTX Group fossero già sotto gli occhi di tutti.

Poi le cose sono precipitate quando a maggio c’è stata l’implosione di TerraUSD e Luna e tutti coloro che avevano prestiti in crypto hanno perso il capitale. Insomma, era solo questione di tempo prima che la verità venisse a galla. Il fattore che ha scatenato il panico è stata la decisione di CZ e SBF di darsi battaglia, tanto da innescare una corsa agli sportelli, fino a quando la cosa non è sfuggita di mano e ha impattato sull’intero settore.

Ecco alcuni particolari, estratti da un meeting di Alameda All Hands, che spiegano in che modo la piattaforma di trading abbia perso tutto il proprio capitale:

‘F**lo i legislatori’ ha detto SBF durante l’ultima intervista, di cui potrebbe pentirsi a vita

Durante un’intervista a Kelsey Piper di VOX, SBF ha risposto a una domanda riguardo le precedenti dichiarazioni fatte quando le cose andavano meglio, in particolare se le sue dichiarazioni rispetto alla necessità di una buona normativa fossero solo una mossa per le pubbliche relazioni. SBF ha risposto, in un messaggio diretto durante una conversazione su Twitter:

yeah solo PR; fan***o i legislatori; sanno solo peggiorare le cose; non proteggono per niente i consumatori.

SBF ha poi dichiarato che le affermazioni fatte durante la conversazione non avrebbero dovuto essere pubblicate.

Un osservatore ingenuo potrebbe persino credere che quanto accaduto durante questa catastrofe epocale per le crypto possa valere a SBF la galera a vita vista la gestione della propria attività. 

Eppure durante l’intervista, l’ex CEO ha buttato lì alcune battute che speriamo non siano vere:

“Gran parte degli exchange hanno fatto cose simili a quelle che abbiamo fatto noi”.

L’attività di SBF su Twitter, con i suoi deliranti post su come rimborsare i clienti, trovare liquidità e i vani tentativi per prendere le distanze da quanto lui stesso ha dichiarato durante l’intervista a VOX, non vanno a genio al CEO Ray:

Grayscale Bitcoin Trust dovrà per forza liquidare il fondo?

Pare che Grayscale Bitcoin Trust sarà la prossima vittima a essere colpita dal tracollo di FTX. I problemi di liquidità di Genesis potrebbero richiedere la liquidazione del fondo GBTC da parte di Digital Currency Group, di cui entrambi figurano come costituenti.

Questa eventualità potrebbe, paradossalmente, rivelarsi positiva per gli investitori dato che oggi il fondo viene quotato con una perdita del 40%. Gli investitori potrebbero ricevere una valutazione nominale del proprio investimento, e cioè l’intero valore in BTC.

Ma per l’intero gruppo DCG, che insieme a Coinbase l’anno scorso era stato eletto dal Time come una tra le migliori 100 imprese derivate al mondo, potrebbe rappresentare un disastro.

DCG ha investimenti attivi in 114 attività, comprese Coinbase, Circle, Ripple, Protocol Labs e molte altre tra le principali aziende crypto, secondo quanto rilevato da Messari (Messari a sua volta fa parte del portafoglio di investimenti di DCG). Inoltre, insieme a Genesis e GBTC è proprietario di Foundry, Luno, TradeBlock, HQ e il sito di notizie Coindesk.

Cerchi crypto da tenere d’occhio? Leggi qui

Se stai cercando buoni prodotti da aggiungere al tuo portafoglio, un buon posto dove iniziare le ricerche è il settore delle prevendite. Abbiamo due interessanti proposte che conviene tenere d’occhio: Dash 2 Trade (D2T) e RobotEra (TORA).

Dash 2 Trade è l’antidoto perfetto per sopravvivere all’epoca post-FTX, si tratta di una piattaforma di trading intelligente, con strumenti, segnali e metriche che aiutano trader e investitori a identificare i problemi e districarsi tra le insidie degli investimenti crypto ad alta volatilità.

A riprova della fiducia che il mercato ripone in questo progetto, LBank e più di recente, BitMart hanno firmato il contratto di vendita del token sui listini degli exchange una volta terminata la prevendita. Oggi è ancora possibile comprare D2T al prezzo scontato di 0,0513$. 

Il secondo progetto è RobotEra, che potrebbe diventare il prossimo gioco di riferimento nel metaverso.

La piattaforma di gioco è simile a The Sandbox ma migliore su certi aspetti, puoi ricostruire un pianeta distrutto usando dei robot. Il token nativo TARO è in prevendita adesso a 0,020$. In pochi giorni dal lancio ha già raccolto oltre 100.000$.

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