Doom, il capolavoro di ID Software, approda anche su Dogecoin

Christian Boscolo
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A distanza di 30 anni, Doom torna ad essere famoso grazie alle criptovalute e al lavoro degli appassionati di videogiochi e Blockchain. Il capostipite degli sparatutto in prima persona è infatti approdato su Dogecoin grazie ai Doginals, un processo che permette di inserire dati all’interno dei blocchi della blockchain.

I Doginal si ispirano ai più famosi Ordinal, nati su Bitcoin, che consentono di “incapsulare” dati unici all’interno della blockchain. La caratteristica distintiva degli Ordinal è che ogni inscrizione è unica e non può essere replicata o duplicata, il che li rende particolarmente interessanti per la creazione di oggetti digitali collezionabili, come ad esempio i token non fungibili (NFT) ma anche interi programmi software.

L’annuncio è stato dato da Mini Doge su twitter: “Ð è per i Doginals! Ð è per DOOM su Dogecoin“, ha scritto @minidogeart, lo sviluppatore che ha inserito Doom su Dogecoin: “Ora è iscritto sulla blockchain di Dogecoin per sempre!“.

La versione “incastonata” nei Doginal è uno shareware he contiene nove livelli del gioco che possono essere pubblicati in maniera gratuita. Lo shareware è un software distribuito in maniera gratuita per un periodo limitato, finito il quale è necessario pagare una licenza. Una strategia di distribuzione che è stata molto popolare negli anni ’80 e ’90, specialmente per i giochi per computer e varie applicazioni software.

Che cosa ha significato DOOM per i videogiochi?


“Doom”, sviluppato e pubblicato da id Software e rilasciato il 10 dicembre 1993 per MS-DOS, è considerato il primo capitolo di una serie che ha fatto la storia dei videogiochi.

Lo sviluppo di “Doom” è iniziato in realtà nel 1992, quando John Carmack ha sviluppato un nuovo motore di gioco, il “Doom Engine”, mentre il resto del team di id Software completava il prequel di “Wolfenstein 3D”, “Spear of Destiny”.

La serie “Doom” ha continuato ad evolversi negli anni: “Doom II: Hell on Earth” (1994), “Final Doom” (1996), “Doom 64” (1997) e “Doom 3” (2004), con espansioni e debutti su varie piattaforme.

La popolarità di “Doom” è dovuta a diversi fattori. Il gioco è stato uno dei primi esempi di grafica 3D nei videogiochi anche se non si trattava di un vero 3D.

Il 3D utilizzato in “Doom” è infatti noto come 2.5D per le sue soluzioni tecniche innovative. Anche se il titolo mostra un ambiente che sembra tridimensionale, in realtà utilizza tecniche 2D per simulare la profondità e l’altezza.

Inoltre, Doom includeva una modalità multigiocatore. Anche la grafica “splatter” del gioco, sebbene oggi la cosa possa sembrare incredibile, all’epoca ha generato diversi dibattiti sul tema della violenza nei videogiochi, ma è anche stato uno dei punti forza del gioco.

Doom è stato anche uno dei primi giochi a offrire una modalità di gioco split-screen, che ha permesso ai giocatori di giocare insieme sullo stesso schermo.

Dogecoin buone notizie in vista?


A maggio, l’entusiasmo per i Doginal ha fatto salire i volumi delle transazioni sulla rete ai massimi storici, portando a un aumento del 10% del prezzo di Dogecoin.

L’attività si è però raffreddata nell’ultimo mese, ma sembra stia tornando a crescere. I dati mostrano che l’attività è salita a 420.000 transazioni da 90.000 all’inizio del mese.

“L’avvento dei Doginals sulla blockchain Dogecoin, simile agli Ordinals su Bitcoin, ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui vediamo le transazioni su blockchain”, ha dichiarato @minidogeart in un messaggio su X.

“Incorporando gli asset digitali nella prova di proprietà, i Doginals aggiungono un significativo valore intrinseco a ogni transazione. Questa trasformazione eleva ogni scambio da una mera transazione finanziaria a una registrazione permanente e sicura della proprietà degli asset digitali.”

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