Floki accusa Bitget di pratiche di trading ingannevoli!

Marcello Bonti
| 4 min read

Fioccano accuse al veleno da parte della nota memecoin Floki nei confronti dell’exchange Bitget, colpevole di aver messo in listino un falso token e di pratiche ingannevoli di trading. Tanti trader in cerca di buone crypto su cui investire, hanno abboccato all’amo e potrebbero essere rimasti scottati.

Lo scambio di accuse tra Floki e Bidget


La vicenda è complessa e non è facile individuare torti e ragioni. Ricapitoliamo i fatti.

Lo scorso 18 ottobre Floki aveva pubblicato sul canale ufficiale X, ex Twitter, la notizia del lancio di un nuovo protocollo per facilitare la creazione di token. Il settore della tokenizzazione, secondo Floki, si stima nell’ordine di trilioni di dollari e con il progetto TokenFi (TOKEN), mira a ritagliarsene una fetta.

Mette al voto la decisione con una proposta ai membri della DAO (organizzazione autonoma decentralizzata) e questa viene approvata.

Il 31 ottobre, però, la piattaforma lancia un’accusa forte nei confronti del noto exchange crypto Bitget.

Prima di quotare TOKEN, però, Floki intendeva ottenere l’approvazione da parte dei membri della propria DAO. Per questo aveva chiesto a tutti gli exchange partner di aspettare una settimana prima di dare il via al nuovo listing.

Spiegando i fatti, il team di Floki ha pubblicato in un aggiornamento:

“Bitget, il più piccolo di tutti gli exchange con cui abbiamo avuto contatti, ha annunciato a nostra insaputa la quotazione appena abbiamo annunciato i dettagli del lancio del token in seguito al clamore che ne era derivato.”

Bitget avrebbe perciò quotato un fake di TokenFi ben 12 minuti prima dell’inizio ufficiale del trading sulla blockchain, come si vede dagli orari di pubblicazione sulle due piattaforme.

Quindi nel corso della giornata Floki ribadito ben tre volte che nessun exchange aveva ottenuto l’autorizzazione al trading di TokenFi.

Post che hanno fatto centinaia di migliaia di view, quasi 300.000 visualizzazioni su Twitter.

Avvertimenti che sembrano non essere stati sufficienti perché in tanti hanno iniziato a scambiare il finto token quotato da Bitget. Il volume di trading ha raggiunto i 50 milioni di dollari sulla piattaforma in 48 ore.

Il mistero del finto TOKEN


Il problema vero, ha spiegato Floki, è che Bitget non aveva “una singola unità del vero TOKEN in nessuno dei suoi wallet per giustificarne l’acquisto da parte degli utenti sul suo exchange”.

A quel punto, Bitget ha posticipato i prelievi di TokenFi per poi cancellarlo del tutto dal listino. In un primo tempo l’exchange aveva annunciato che i prelievi sarebbero stati attivati 24 ore dopo l’inizio del trading di TokenFi.

Peccato però che questo passaggio è stato posticipato di continuo per poi annunciare il delisting del token per presunti problemi di liquidità.

Pare che Floki abbia quindi chiesto chiarimenti direttamente a Bitget e ha scoperto che sarebbero serviti oltre un miliardo di token TokenFi, per un valore di circa 20 milioni di dollari, per soddisfare le richieste di prelievo degli utenti e correggere il deficit finanziario.

A quel punto Floki ha smascherato l’inganno. Bitget ha consentito l’acquisto di TokenFi per milioni di dollari senza di fatto averne in riserva.

Pare quindi che l’exchange abbia proposto l’acquisto dei TOKEN necessari per saldare il debito coi propri utenti, ma “con uno SCONTO del 90% rispetto al prezzo di mercato al momento della conversazione”, ha raccontato Floki.

“Abbiamo trovato la cosa piuttosto interessante, dato che il problema è stato causato dalla loro irresponsabilità e dal fatto che hanno raccolto fondi dagli utenti senza possedere i token che gli utenti stavano comprando”.

Memecoin in presale con buoni presupposti di crescita


Il mercato delle crypto è ancora molto esposto a magagne di questo tipo, seppure non rappresentino la regola generale.

È difficile trovare buoni progetti su cui investire che non siano già molto consolidati e quindi con minimi margini per una crescita sostanziosa nel breve tempo. Ma non mancano buoni esempi.

Uno di questi è Meme Kombat (MK), ora in prevendita, che opera nel settore GameFi che combina videogame e scommesse. In breve, i principali personaggi delle memecoin che hanno avuto più successo nel 2023 si scontrano e i giocatori possono scommettere sull’esito degli incontri.

Ma come funzionano le scommesse sulle battaglie di Meme Kombat?


Meme Kombat rappresenta una novità nel mondo GameFi introducendo l’innovativo contesto dei combattimenti tra personaggi animati, il cui risultato è guidato dall’intelligenza artificiale.

L’esito degli incontri è quindi imprevedibile e non manipolabile, cosa che dà maggiore sicurezza alla piattaforma.

Sono già stati rilasciati 11 personaggi che si danno battaglia nell’arena virtuale di Meme Kombat: Milady, Baby Doge, Doge, Floki, Kishu, Mong, Pepe, Pepe2, Shiba, Sponge e Wojak. Ma altri personaggi sono già in arrivo per la Stagione 2 previsto entro l’anno.

Oltre a vincere i premi nel caso si riesca a piazzare la scommessa vincente, i giocatori su Meme Kombat possono ottenere ricompense sullo staking del token nativo della piattaforma e mirare a un interessante ricompensa del 112% annuo.

Il 30% dell’offerta dei token coniati per il progetto, è stato destinato alle ricompense per le scommesse sugli incontri e sullo staking.

Molto intensa si è rivelata l’attività di marketing per promuovere il progetto e aumentare la base di utenti che lo terrà in vita per molto tempo a venire.

Meme Kombat figura nei principali siti di notizie crypto come Cointelegraph, Coinpedia e BeInCrypto.

La piattaforma presto ospiterà gli incontri tra gli undici meme sbloccati nella Stagione 1 e punta a far diventare Meme Kombat un successo virale. Il suo potenziale di crescita, una possibile quotazione su Binance Launchpool (come Memeland) e l’attrattiva dei flussi di reddito passivo, rendono questo nuovo ecosistema una buona opportunità.

Per rimanere aggiornati sui progressi della prevendita basta iscriversi ai canali social di Meme Kombat su X (ex Twitter) e Telegram.

Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.

Segui Cryptonews Italia sui canali social