Il CEO di JPMorgan stima, con il 65% di possibilità, che sia in arrivo una recessione

Christian Boscolo
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Tra i programmi messi in atto per superare la crisi economica provocata dal  COVID-19, c’è stata un’emissione (stampa) del 20% di tutti i dollari mai creati, che ha generato una forte inflazione negli USA, tanto che il 2023 è stato caratterizzato dalle preoccupazioni per una possibile recessione o stagflazione negli Stati Uniti.

Tali preoccupazioni sono state in gran parte accantonate all’inizio del 2024, quando si è scatenata l’euforia, trainata dal massiccio rally del mercato delle criptovalute e da un’analoga impennata del mercato azionario che ha portato sia l’indice S&P 500 sia l’indice Dow Jones Industrial Average (DJIA) a sfiorare i massimi storici.

Tuttavia, c’è ancora una lunga lista di esperti che pensa che la crisi non sia stata superata. Uno di loro – Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase (NYSE: JPM) – ha condiviso la sua opinione secondo cui c’è ancora il 65% di possibilità che gli Stati Uniti entrino in recessione nel 2024.

L’esternazione è arrivata in occasione di una sua apparizione al summit economico dell’Australian Financial Review.

Allo stesso tempo, Dimon ha dichiarato di non voler escludere l’insorgere della stagflazione e ha spiegato che i mercati statunitensi stanno mostrando tutte le caratteristiche tipiche di una “bolla”, dovuta alla misure economiche messe in atto in era COVID.

Dimon non è l’unico a vedere problemi all’orizzonte: investitori di spicco come Rober Kiyosaki, autore del best seller di finanza personale “Rich Dad Poor Dad“, hanno messo in guardia glii investitori.

Quasi contemporaneamente, Gordon Johnson, un analista di Wall Street, ha previsto che l’inflazione sarebbe presto tornata con prepotenza nella “più prevedibile crisi inflazionistica di tutti i tempi”.

Il CEO di JP Morgan si oppone al taglio dei tassi di interesse


Oltre ai timori per l’inflazione e all’euforia da rally, si è discusso anche se e quando la FED inizierà a ridurre i tassi di interesse, con lo stesso Jerome Powell che ha spesso inviato segnali contrastanti.

Nell’arco di pochi mesi, il presidente della FED ha rilasciato diverse dichiarazioni, alcune delle quali indicano che i tagli sono imminenti e altre che i tassi rimarranno invariati nel prossimo futuro.

Da parte sua, Dimon ha affermato che la FED farebbe bene a mantenere alti i tassi di interesse almeno fino a giugno 2024, e che dovrebbe basare la sua decisione sui dati.

L’anti-crypto Dimon accetta con riluttanza il Bitcoin?


Il rally del Bitcoin (BTC), iniziato nell’ultimo trimestre del 2023 e proseguito con intensità crescente nel 2024, ha cambiato radicalmente la posizione di molte autorità di regolamentazione e istituzioni.

Infatti, non solo entità come Vanguard, notoriamente contraria a Bitcoin, hanno investito denaro nella criptovaluta, ma la SEC, dopo anni di rifiuti e rinvii, ha approvato all’inizio di gennaio nove fondi negoziati in borsa (ETF) su BTC.

L’impennata del mercato delle criptovalute ha visto molti investitori entrare in fibrillazione, come dimostrano i frequenti crolli causati dal carico di lavoro che exchange come Coinbase hanno registrato per tutto febbraio e l’inizio di marzo.

Questo ha portato il Bitcoin a raggiungere nuovi massimi storici sopra i 72.000 dollari , con un aumento del 69,62% da un anno all’altro (YTD).

Dato il clima, non è particolarmente sorprendente che lo stesso Jamie Dimon abbia dichiarato di ritenere che il diritto di ogni investitore di acquistare Bitcoin debba essere protetto – anche se ha affermato che non lo farebbe mai personalmente e ha paragonato il trading di BTC al fumo delle sigarette.

 

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