ONU – Terroristi Finanziati con le Crypto

Sead Fadilpašić
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Fonte: AdobeStock / bennymarty

Secondo i funzionari delle Nazione Unite (ONU) le organizzazioni terroristiche si stanno sempre di più rivolgendo alle crypto per finanziare le loro attività.

Lo scorso fine settimana il Comitato antiterrorismo delle Nazioni Unite (CTC) si è riunito in India per parlare delle “minacce e opportunità relative alle nuove tecnologie di pagamento e ai metodi di raccolta fondi”, compreso l’uso che se ne fa per finanziare le attività terroristiche. 

Un relatore del CTC, Svetlana Martynova, coordinatrice del Countering Financing of Terrorism presso le Nazioni Unite, ha detto che per finanziare le attività terroriste uno dei “metodi prevalenti” è ancora il contante e l’hawala. Quest’ultimo è un sistema di trasferimento di denaro tradizionale, ovvero i soldi vengono versati ad un agente che poi incarica un associato in un Paese o in un’area specifica per pagare il destinatario finale.

Inoltre ha aggiunto,

“Tuttavia si registra anche un aumento del loro utilizzo in combinazione con nuovi metodi di pagamento”.

È noto che i terroristi abusano di monete incentrate sulla privacy, asset virtuali, sistemi di pagamento mobile, exchange e wallet online. 

Inoltre Martynova ha aggiunto,

“Blockchain, crypto e crowdfunding rappresentano una traccia di denaro molto complessa da seguire per gli investigatori finanziari”. 

Infatti uno dei metodi più utilizzati dai terroristi per non esser tracciati è quello di utilizzare i social media per sollecitare donazioni, oltre che vendere merci e usufruire di piattaforme di crowdfunding.

Secondo quanto riferito da Martynova, alcuni dei nuovi prodotti e servizi consentono trasferimenti transfrontalieri anonimi, e i rischi sono aggravati dal numero e dai tipi crescenti di fornitori di servizi, nonché dalle persistenti lacune nella regolamentazione e nella sua applicazione a livello globale.
Il tipo e l’entità degli abusi dei nuovi strumenti e delle nuove tecnologie finanziarie dipendono notevolmente dai contesti regionali ed economici, nonché dagli obiettivi fissati dai terroristi.

Tuttavia, queste nuove tecnologie possono anche rendere più veloce ed efficace la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo (AML/CFT). A tal fine sono essenziali “solidi” partenariati pubblico-privato, che consentono di condividere le informazioni e acquisire quindi una migliore comprensione della tecnologia.

Pertanto, Martynova ha concluso dicendo: 

“L’evoluzione della tecnologia e i nuovi strumenti finanziari sono fonte di opportunità economiche, ma rischiano anche di essere utilizzati in modo improprio”

Dello stesso parere è anche Sergey Teterukov, il Segretario esecutivo del Gruppo eurasiatico per la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo (EAG).

Teterukov ha infatti affermato che individui e gruppi utilizzano asset virtuali per acquistare beni sul darknet. Anche lui ha osservato che la soluzione potrebbe essere un dialogo tra il settore pubblico, le autorità di regolamentazione e le aziende private che costruiscono le nuove tecnologie.  

Inoltre Martynova ha aggiunto che gli Stati membri dell’ONU devono “valutare e affrontare” i potenziali rischi associati ai nuovi strumenti finanziari, nonché l’uso delle nuove tecnologie per rafforzare l’inclusione finanziaria e contribuire all’efficace attuazione delle misure antiriciclaggio e antiterrorismo.

Allo stesso tempo il Segretario generale dell’ONU António Guterres ha affermato che queste nuove tecnologie hanno il “potenziale per migliorare le condizioni umane ovunque”, ma che possono anche essere utilizzate in modo non legale.  

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