SEGA ci ripensa: i giochi blockchain non sono divertenti!

Christian Boscolo
| 2 min read

Non accenna a placarsi la polemica sui giochi blockchain che, almeno per il momento, non sembrano convincere pubblico e critica.

Da un lato l’introduzione degli NFT ha portato nuova linfa al segmento, rendendo i giocatori per la prima volta dei propri asset digitali. Il rovescio della medaglia è che l’introduzione dell’economia tende a snaturare l’obiettivo primario del gioco, ovvero il divertimento, a favore della componente economica.

I giochi nascono con un meccanismo di guadagno inserito nel loro DNA rendendo difficile per i giocatori divertirsi in maniera spensierata.

Inoltre, i titoli blockchain sono spesso poco curati dal punto di vista grafico e della trama proprio perché considerati di secondaria importanza rispetto alla componente economica.

Cosa succede a SEGA?


A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato in questi giorni il colosso dei videogiochi SEGA.

Stiamo parlando di un gigante assoluto del panorama videoludico, capace non solo di lanciare una console leggendaria, ma anche una serie di titoli che hanno fatto la storia. Giusto per citare i più famosi: Altered Beast, Sonic, Virtua Fighter e Shen Mue.

Nei giorni scorsi un dirigente dell’azienda ha dichiarato che i “giochi di criptovalute” non sono divertenti da giocare.

SEGA ha già utilizzato NFT nei giochi e ha firmato accordi di partnership con una serie di importanti aziende nazionali di criptovalute e giochi.

Tuttavia, secondo i quotidiani Bloomberg e CoinPost, il direttore operativo (COO) di Sega, Shuji Utsumi, avrebbe dichiarato che:

“L’azione nei giochi play-to-earn [P2E] è noiosa. Che senso ha se i giochi non sono divertenti?”.

Il COO ha ammesso che Sega sta “valutando se questa tecnologia” sia “davvero destinata a decollare”.

Insomma, commenti che per molti sono stati uno shock, anche perché l’azienda sembrava credere nella blockchain e aveva appena siglato una partnership con doublejump.tokyo per la creazione di NFT in ambito gaming. doublejump è una delle aziende leader in Giappone nel settore dei giochi blockchain.

Gamespot ha inoltre riferito che Sega “non è disposta a condurre” esperimenti sulla blockchain utilizzando “i suoi franchise più preziosi e riconoscibili”.

Immagini di gioco di Battle of Three Kingdoms. (Fonte: Battle of Three Kingdoms)

Insomma, il gaming su blockchain è diventato un argomento delicato tra i giocatori, che finora hanno espresso il loro disappunto  per i titoli che incorporano elementi di crypto e blockchain.

SEGA si allontana dal gioco blockchain – altri potrebbero seguirla?


Negli ultimi anni i publisher di giochi, in particolare quelli asiatici, hanno scommesso molto sul successo dei giochi blockchain.

Nonostante le difficoltà del settore , Square Enix, lo sviluppatore della leggendaria serie Final Fantasy, ha recentemente deciso di portare avanti i propri sforzi di gioco su blockchain. Lo stesso vale per aziende sudcoreane come WeMade e Nexon.

Utsumi non ha chiuso la porta alle criptovalute.


SEGA non ha chiuso del tutto le porte ai videogiochi blockchain ma appare chiaro che lo farà utilizzando nuovi franchise per non compromettere quelli più famosi.

Il rischio è quello di avere due mercati distinti, da un parte i videogiochi classici sviluppati con budget da Tripla A e dall’altra giochi di basso livello sviluppati per la blockchain.

Se questo dovesse accadere il destino dei giochi blockchain appare segnato…

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