Scopriamo chi sono i “nuovi investitori” con la passione per le criptovalute!

Lucio Prosperi
| 3 min read

Una vasta indagine dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) condotta per l’Autorité des marchés financiers (AMF) su un campione di 8.000 individui, rivela il profilo, le motivazioni e le attitudini dei nuovi investitori entrati nei mercati dopo la crisi legata alla pandemia del 2020 e che sembrano particolarmente interessati a investire in criptovalute.

Più numerosi, più aperti al rischio


Dal primo trimestre del 2020, il numero di investitori è cresciuto notevolmente. Circa un intervistato su quattro dichiara di possedere investimenti in strumenti finanziari o crypto asset. La metà di questi individui, ovvero il 12% della popolazione adulta, ha iniziato a investire proprio in concomitanza con la pandemia di Covid-19.

Questo è il primo risultato dello studio che è stato condotto nella primavera del 2023 e che, oltre a coinvolgere un ampio campione di persone, ha permesso di intervistare più di 2.000 investitori privati, di cui oltre un migliaio ha acquistato per la prima volta prodotti di investimento negli ultimi tre anni.

Da qui la definizione di “nuovo investitore”.

Chi sono questi “nuovi investitori”?


Sono prevalentemente uomini (64%), sotto i 35 anni (56% contro il 21% degli investitori “tradizionali”). La percentuale di donne è più alta rispetto a quella degli investitori più esperti.

Vivono principalmente in ambienti urbani e dichiarano un livello di istruzione, reddito e patrimonio superiori alla media nazionale. Tuttavia, tra di loro, ci sono più dipendenti, operai e studenti rispetto agli investitori tradizionali.

Tre quarti di questi nuovi trader possiedono più di un prodotto di investimento. La metà di loro ha investito in criptovalute (rispetto al 25% degli investitori tradizionali), che quindi sono la scelta più popolare.

L’assicurazione sulla vita è il secondo prodotto più detenuto (33%), seguita dal risparmio pensionistico (29%) e dalle azioni quotate (24%).

L’orizzonte di investimento di questi individui è più breve: due terzi si proiettano a meno di 10 anni (contro il 37% degli investitori più esperti).

Le ragioni che li hanno spinti a investire sono principalmente il desiderio di aumentare la redditività dei loro averi e di diversificarli ma c’è anche la curiosità (29% contro il 18% degli investitori tradizionali) o il gioco (18%).

Interessante notare come addirittura l’89% si dedichi regolarmente od occasionalmente al gioco d’azzardo (scommesse sportive, lotterie, casinò). Un’altra motivazione evidente è la volontà di investire in prodotti sostenibili, citata per prima dai 18-24enni.

Nella scelta del tipo di investimento, questi nuovi trader consultano la documentazione sui prodotti, i loro familiari e la stampa specializzata ma anche i social media, che rappresentano la principale fonte per i 18-24enni (41%), e gli influencer.

Una piccola parte (7%), in particolare i profili più modesti, non cerca né consigli né informazioni prima di investire. In conclusione, il tipo di fonti consultate sembra correlato al livello di conoscenza finanziaria.

Sopravvalutare le proprie conoscenze


L’indagine mostra un eccesso di fiducia da parte di questi nuovi investitori nel loro livello di conoscenza finanziaria, valutato come “elevato” dal 73% dei 18-24enni, dal 75% dei 25-34enni e dal 67% in media (contro il 58% degli investitori più esperti).

Interrogati su concetti semplici come gli effetti dell’inflazione, la diversificazione o il rapporto rischio/rendimento, più della metà dei più giovani ha risposto correttamente solo a due domande su sei.

Se “guadagnare molto rapidamente” con i loro investimenti è la priorità per il 73% di chi ha risposto alle domande, molti esprimono principalmente una preferenza per prodotti con rischio e rendimento moderati (61%) e sembrano avere una percezione limitata del rischio.

Questi risultati hanno permesso di definire quattro profili di investitori (“neofiti”, “non informati”, “dinamici” e “coscienziosi”), scelti per condurre 40 interviste individuali al fine di approfondire le loro motivazioni e le loro esigenze di accompagnamento.

“Questo ritratto dei nuovi investitori è un elemento chiave nell’orientamento delle nostre azioni di educazione nell’ambito della missione di protezione degli investitori”, ha dichiarato Marie-Anne Barbat-Layani, presidente dell’AMF.

L’OCSE si baserà su questa indagine per elaborare una “proposta di strategia di educazione finanziaria” mirata a questi nuovi investitori privati per conto dell’AMF, dettagliando i comportamenti da incoraggiare, i canali appropriati e i contenuti pertinenti. Questa proposta è attesa nel primo semestre del 2024.

 

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