Chainlink: che cosa c’entra l’oracolo crypto con la tokenizzazione?

Christian Boscolo
| 3 min read

Siamo abituati a conoscere Chainlink come un oracolo della blockchain, ovvero una crypto in grado di fornire i dati prelevati dal mondo reale agli smart contract, per effettuare le più svariate operazioni.

Tanto per fare un esempio semplice, tutti gli scambi automatizzati che avvengono tramite DEX (exchange decentralizzati) avvengono grazie a un software (lo smart contract) e ai dati relativi ai prezzi delle criptovalute forniti da Chainlink, che gli estrapola dal mondo reale.

la tokenizzazione, invece, è quel processo che permette di suddividere un qualsiasi asset: una casa, un lingotto d’oro, un debito, un’azione, in frazioni più piccole per renderle più accessibili.

Anche in questo caso, come è facile immaginare, è però importante che il valore di questi beni sia aggiornato, ed è qui che interviene Chainlink.

Il direttore di Chainlink Labs, Ryan Lovell, ha affermato che la tokenizzazione degli asset del mondo reale (RWA) è una delle maggiori opportunità nel settore della blockchain, con un mercato potenziale di centinaia di trilioni di dollari.

Sono sempre più numerosi i progetti che cercano di tokenizzare un’ampia varietà di beni come materie prime, immobili, e molto altro.

In un rapporto intitolato “Beyond Token Issuance“, Chainlink ha spiegato come l’interoperabilità e i dati del mondo reale potrebbero sbloccare il valore degli asset tokenizzati.

Si tratta di un PDF piuttosto corposo ma interessante se volete approfondire le tematiche relative alla tokenizzazione, contiene inoltre dati aggiornati sui volumi potenziali di questa nuova rivoluzione Web3.

Dati provenienti dal rapporto sulla tokenizzazione: Beyond Token Issuance – Fonte: Chainlink

Il rapporto ha evidenziato la necessità di interoperabilità e di dati reali nella tokenizzazione per consentire ai gestori patrimoniali di adattarsi alla domanda crescente di asset tokenizzati.

Molti gestori patrimoniali si trovano nell’impossibilità di costruire o offrire prodotti di investimento digitali completi che coinvolgano asset tokenizzati. Con i clienti che cercano sempre più di esporsi agli asset tokenizzati, i gestori patrimoniali che non sono in grado di incorporare in modo sicuro questi asset nella loro offerta rischiano di rimanere indietro rispetto ai concorrenti.”

Una volta raggiunto questo obiettivo, i gestori patrimoniali sbloccherebbero il capitale dormiente con rendimenti più elevati, consentendo loro di attingere a mercati o classi di attività precedentemente inaccessibili e di accedere a mercati globali, liquidi, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

In questo modo potrebbero creare nuovi modelli di ricavi e nuove fonti di reddito. Potrebbero anche differenziare la loro offerta di servizi con prodotti finanziari nuovi e su misura per i loro clienti. Colmare il divario significherebbe anche unificare i portafogli dei clienti, incorporando sia gli asset finanziari tradizionali sia quelli digitali in un’unica offerta.

Infine, la tokenizzazione ridurrebbe i costi operativi di back-office per i gestori patrimoniali, che dovrebbero impiegare meno intermediari sfruttando la decentralizzazione.

Chainlink: un sistema finanziario unificato


Chainlink sostiene che la tecnologia blockchain si sta evolvendo in una “componente integrante dell’ecosistema finanziario esistente”. Il rapporto evidenzia l’integrazione della blockchain e degli asset tradizionali in un ecosistema finanziario unificato.

I ricercatori ritengono che questo sia il risultato della digitalizzazione in corso, questo perché le blockchain forniscono una migliore infrastruttura per le transazioni e l’archiviazione degli asset.

Anche se potrebbero esserci maggiori opportunità di applicare la tokenizzazione con i dati del mondo reale, la finanza tradizionale non dovrebbe essere trascurata come obiettivo per lo sviluppo e l’adozione della tecnologia.

Chainlink si è già inserita nel mercato della finanza tradizionale, collaborando con aziende come ARTA TechFin e ANZ Bank per adattare i propri servizi e facilitare l’adozione della tokenizzazione.

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