Citi e Avalanche insieme per studiare tokenizzazione e blockchain

Laura Di Maria
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Citi è l’ultimo tra i colossi finanziari internazionali ad aver ceduto al fascino della blockchain. In particolare, Citi si allinea alla tendenza generale della tokenizzazione degli asset, in questo caso specifico dei fondi privati.

Per completare la trasposizione su blockchain dei titoli d’investimento, Citi si rivolge ad Avalanche e ha annunciato la partnership sui canali ufficiali.

Citi è l’ultima TradFi che scommette sulla tokenizzazione degli asset grazie ad Avalanche


Istituto bancario leader a livello mondiale, Citi ha annunciato la collaborazione strategica con Avalanche per completare la tokenizzazione dei fondi privati.

La collaborazione al momento prevede una fase di test anche se non è il primo che Avalanche conduce con operatori della finanza tradizionale.

L’annuncio è stato dato mercoledì da Citi che ha rivelato la collaborazione con la blockchain di Avalanche per esplorare le possibilità della tokenizzazione in collaborazione con Wellington Management e WisdomTree.

Dal canto suo, Avalanche mette a disposizione la propria tecnologia in ambito smart contract per introdurre nuove funzionalità e migliorare “l’efficienza operativa nei mercati privati”.

Gli smart contract potrebbero rivoluzionare la TradFi


Gli smart contract potrebbero rappresentare l’innovazione che rivoluziona il modo con cui finora le istituzioni finanziarie tradizionali hanno sempre lavorato.

Nel comunicato di Citi si legge che i mercati privati ​​dispongono di infrastrutture “complesse e manuali” e quindi la tecnologia offerta da Avalanche (in particolare gli smart contract) dovrebbe aiutare le istituzioni finanziarie a “spostare gli asset in modo rapido ed efficiente”.

L’annuncio è a firma Nisha Surendran, responsabile delle soluzioni emergenti per Citi Digital Assets. Il dirigente ha spiegato che il test sulla tokenizzazione degli asset privati permetterà di individuare nuove opportunità per operare sfruttando nuovi modelli operativi e per creare più efficienza in generale per il mercato.

Dal suo lato, Avalanche mette sul piatto una tra le tecnologie più avanzate in questo settore e la maggiore efficienza in termini di velocità e costi ridotti.

Non è un caso che Citi non è la prima istituzione finanziaria a rivolgersi a questa piattaforma per la tokenizzazione degli asset. Anche JPMorgan lo scorso novembre ha scelto questa piattaforma. Nel caso della banca d’affari, la scelta della tokenizzazione è ricaduta sui portafogli d’investimento per semplificarne la gestione.

In cosa consiste la tokenizzazione di un asset finanziario?


Detti anche security token, col riferimento al titolo azionario, i token finanziari sono la trasposizione su blockchain di asset del mondo reale.

Che si tratti di oggetti fisici o titoli, gli asset tokenizzati ne rappresentano le identiche caratteristiche sul distributed ledger, il registro distribuito e immutabile che costituisce il cuore del concetto di blockchain.

Qualsiasi asset, con determinate caratteristiche fisiche e di proprietà, può diventare un token e così è più facile da scambiare, rendere liquido o custodire.

Diversi settori sono coinvolti in questo nuovo impiego della tecnologia blockchain. Diamanti, immobili, oro, e altri titoli di valore sono stati tokenizzati da diverse ditte private che ne hanno generato una versione digitale. Più di recente, l’argomento è saltato agli occhi degli osservatori della finanza tradizionale perché anche le grosse banche d’affari hanno manifestato interesse verso questa possibilità.

In pratica il token diventa la rappresentazione digitale di un bene sul registro distribuito. Data la natura dei distributed ledger, di verificabilità e immutabilità, la versione digitale di quel bene è ritenuta una copia esatta e di pari valore.

Si capisce perché risulta molto più semplice incassare il valore di un token rispetto a quello di un bene la cui liquidità non sempre è immediatamente disponibile.

In Italia il processo sta iniziando


Il valore del mercato blockchain in Italia è di 38 milioni di euro, secondo le stime elaborate dall’Osservatorio Blockchain and Web3 della School of Management del Politecnico di Milano. In calo del 10% rispetto all’anno precedente, il peso degli investimenti lato business nel settore web3 sono comunque in crescita allargando lo sguardo agli ultimi anni.

Gli ultimi dati elaborati dal Politecnico evidenziano un quadro articolato e in fermento.

Il Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3, Francesco Bruschi, illustrando i dati rilevati e confrontando quelli italiani con quelli del resto del mondo ha rilevato come:

“Nell’anno appena concluso sono maturati significativi progressi tecnologici, regolamentari e applicativi. Tra le applicazioni ha avuto particolare slancio la tokenizzazione, cioè la rappresentazione di asset tramite sistemi blockchain.”

Il 39% degli investimenti in ambito blockchain e crypto, in Italia, è legato a finanza e assicurazioni. In linea con il resto del mondo, in cui la finanza gioca un ruolo predominante nel comparto crypto, in Italia l’impiego della blockchain passa anche attraverso l’ambito assicurativo in cui la tokenizzazione di eventi chiave rappresenta la nuova frontiera della gestione dei premi e delle polizze.

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