Criptovalute vs finanza tradizionale: chi ha fatto meglio nel 2023?

Laura Di Maria
| 7 min read

Le occasioni di investimento oggi sono ben più che in passato, non solo azioni e obbligazioni le crypto rappresentano l’alternativa più comune alla finanza tradizionale.

Ma cosa produce maggiore rendimento, la finanza tradizionale o quella decentralizzata? La risposta a questa domanda ricade in buona parte della propensione al rischio che ciascun investitore accetta di assumersi.

Semplificando parecchio, i rendimenti colossali della finanza decentralizzata, DeFi, sono associati a un alto rischio congenito: incertezza dei mercati, forte suscettibilità a eventi esterni e, soprattutto, forti lacune sul piano normativo. D’altra parte, la complessità della finanza tradizionale è diventata il terreno di gioco quasi esclusivo di operatori di borsa in grado di muovere grossi capitali. I maggiori rendimenti, in questo settore, sono appannaggio dei gestori patrimoniali in grado di muovere massicce quantità di capitale.

I piccoli investitori che rischiano spesso il proprio capitale, i risparmi o altre entrate oltre il reddito, devono comprendere che impegnare risorse in qualsiasi settore, che si tratti di finanza decentralizzata (DeFi) o di mercati tradizionali (TradFi), richiede una conoscenza approfondita di entrambi i campi da gioco.

Criptovalute o finanza tradizionale?


Criptovalute e finanza tradizionale si possono distinguere sul piano dei modelli operativi e dell’accessibilità.

La finanza tradizionale (TradFi) si affida a entità centralizzate come le banche che rispondono a regolamenti interni e del sistema bancario, che spesso sono limitate da vincoli geografici e operativi. Per quanto i sistemi centralizzati possano contare su un alto grado di legittimazione, spesso risultano inaccessibili per una grossa fetta della popolazione mondiale esclusa dal sistema finanziario.

Al contrario, la finanza decentralizzata (DeFi) è svincolata da un’autorità centrale. La garanzia di imparzialità e trasparenza del sistema sta negli automatismi degli smart contract e nella cooperazione dei membri della community.

Dal confronto tra crypto e finanza tradizionale emerge la flessibilità della DeFi, operativa 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a livello globale, senza barriere geografiche. Al contrario, la TradFi è limitata da vincoli come la differenza degli orari delle operazioni di trading o le norme regionali.

La finanza tradizionale si mostra quindi come un apparato statico e ostile ai mutamenti, al contrario l’ecosistema crypto si rivela più idoneo per l’innovazione e lo sviluppo rapido di nuovi prodotti finanziari.

Un altro aspetto che distingue i due settori è insito nei costi, più elevati nel modello tradizionale, in particolare nel caso delle bilance di pagamento tra diversi sistemi nazione. Il sistema introdotto dalla blockchain, invece, consente transazioni più rapide ed economiche.

Criptovalute e finanza tradizionale nel 2023


Fattori macroeconomici come l’andamento delle principali economie, hanno un riflesso diretto sia sui mercati tradizionali che in quelli emergenti.

Andamento dei principali mercati e titoli internazionali

Il 2023 ha risposto alle sollecitazioni provenienti dall’economia USA. Indici di riferimento come lo S&P 500 hanno mostrato un andamento positivo, in contrasto con quanto registrato nel corso del 2022.

Secondo i dati ufficiali, lo S&P 500 ha registrato un aumento del 24,87% dall’inizio dell’anno (YTD).

L’oro, considerato un parametro di riferimento internazionale per misurare la situazione economica mondiale, ha raggiunto il suo massimo storico (ATH) nel 2023.

I prezzi del metallo prezioso hanno raggiunto il massimo a dicembre, fino a toccare 2.150$ l’oncia. Una crescita del 13,3% in 12 mesi.

Positivo è stato anche l’andamento del principale indice italiano, il FTSE MIB, che dall’1 gennaio a oggi registra una crescita del 28,12%, secondo i dati elaborati dal sito della Borsa Italiana.

Performance positive sono state registrate dai principali titoli del mercato italiano. Le azioni ENI oggi sono scambiate a 15,46€, che rappresenta un incremento del 12,75% dall’inizio dell’anno a oggi. Un altro titolo spesso utilizzato come indicatore delle performance nazionali, Poste Italiane si appresta a chiudere l’anno in verde. Il titolo è scambiato a 10,27€ in aumento rispetto al primo gennaio dell’11,27%.

Positivi sono stati i risultati ottenuti dal leader economico europeo, la Germania, che molti analisti ritengono ad alto rischio recessione. Nel corso dell’anno, la performance del principale indice delle imprese tedesche quotate in Borsa, il DAX30, ha registrato un incremento nell’ordine del 19,01%.

Andamento del mercato crypto nel 2023

Anche se non è ortodosso fare un parallelo diretto tra le performance del mercato tradizionale e quello crypto, è possibile mettere a confronto i rendimenti delle principali crypto con quelli del mercato tradizionale per evidenziarne le differenze chiave.

Bitcoin (BTC), leader indiscusso del comparto crypto, ha registrato una crescita del 158% su base annua, superando sia lo S&P 500 che l’oro.

Spesso definito oro digitale, Bitcoin a fine anno ha raggiunto la quotazione di 43.000$ recuperando nettamente terreno rispetto al picco massimo registrato a novembre 2021, portando la differenza a circa il 36%.

Il secondo titolo più importante nel mercato crypto, Ethereum (ETH), ha raddoppiato il proprio valore nel corso dell’anno. La crescita del 100% su base annua ha oscurato i rendimenti, seppure interessanti, di oro e S&P 500.

Adesso il valore del token orbita intorno a 2.400$ e non accenna a perdere il primato di blockchain di riferimento per la realizzazione di infrastrutture crypto e lo sviluppo di dApp.

Aspetti delle crypto che attirano o respingono gli investitori


Il settore crypto è ancora in fase nascente, le grosse istituzioni finanziarie hanno appena iniziato a mostrare il loro interesse. Lo dimostra l’effetto dei dibattiti sulla prossima approvazione dell’ETF (Exchange Traded Fund) di Bitcoin sul valore complessivo dell’intero mercato crypto. Il tasso di adozione è ancora basso, ma tende a crescere velocemente, inoltre aumentano le nazioni che legiferano in materia.

D’altra parte, alcuni aspetti specifici della decentralizzazione rappresentano un argomento di forte interesse per gli investitori.

L’assoluta trasparenza delle transazioni combinata con un alto grado di anonimato rappresentano una tra le maggiori innovazioni del settore. Chiunque può visualizzare le transazioni sulla blockchain con strumenti come Etherscan. Eppure la codifica delle transazioni con gli indirizzi alfanumerici corrispondenti ai wallet garantisce, allo stesso tempo, il massimo anonimato.

I trasferimenti on-chain sono immutabili, il che significa che non possono essere alterati o manomessi, aggiungendo un ulteriore livello di fiducia da parte degli utenti.

Molti protocolli DeFi sono anche open-source; chiunque può visualizzare il codice sottostante, rafforzando la trasparenza all’interno della community crypto.

Questa componente collettiva è un altro punto di forza del sistema che lo rende aperto alle collaborazioni di tipo peer-to-peer, incoraggiando la partecipazione dei piccoli investitori che operano in un contesto fortemente influenzato dalle classiche dinamiche di domanda e offerta.

E la community è globale, cioè non esistono limitazioni geografiche per partecipare. Non serve essere inseriti all’interno del sistema bancario per poter partecipare alla finanza crypto anche se oggi alcune aree del mondo, come la Cina, vietano il trading in crypto.

È un buon momento per investire in criptovalute?


Una cosa hanno in comune DeFi e TradFi: entrambi i sistemi economici sono soggetti a cicli di mercato. Fasi ribassiste o rialziste determinano l’andamento generale del mercato e la sua redditività.

Considerando che l’ultimo ciclo rialzista confermato si è concluso nel 2021, seguito da un crollo nel 2022 segnato da diversi fallimenti di criptovalute e da una ripresa nel 2023 alimentata dall’interesse istituzionale, oggi potrebbe essere un buon momento per valutare gli investimenti in criptovalute.

Titani di Wall Street come BlacRock hanno fatto richiesta per l’approvazione di veicoli di investimento associati a Bitcoin, i noti ETF associati al prezzo di BTC.

Banche tradizionali come JP Morgan Chase, la più grande banca americana, hanno fatto il loro ingresso nel mondo blockchain per tokenizzare beni reali (RWA) come gli immobili. Gli RWA su blockchain sono già un’industria da miliardi di dollari, secondo Coingecko.

Un altro aspetto destinato a generare un forte impatto nel settore è l’evento di halving di Bitcoin, previsto entro aprile 2024. Di fatto si dimezzerà l’offerta di Bitcoin e creerà le condizioni che potrebbero alimentare la domanda e impattare sui prezzi. Anche se si tratta di un evento già previsto, gli effetti finora sono stati costanti. Il prezzo, non è mai tornato al di sotto del livello precedente l’halving.

Un mix di ciclicità dei modelli, interesse da parte degli investitori istituzionali per gli ETF spot, l’halving di BTC e un generale sentimento rialzista indicano che questo potrebbe essere un buon momento per investire in crypto. Tuttavia, quando si investe in mercati speculativi e in asset rischiosi come le valute digitali, serve cautela.

Sia le criptovalute che la finanza tradizionale hanno vissuto momenti di ripresa nel 2023. Asset come l’oro hanno toccato il prezzo massimo, e i maggiori gestori patrimoniali hanno mostrato interesse per BTC ed ETH.

Nel complesso, le principali criptovalute hanno sovraperformato i mercati tradizionali e alla fine sono risultate vincenti nella sfida tra crypto e finanza tradizionale nel 2023.

È bene non trascurare la volatilità di entrambi i mercati e quindi gli investitori dovrebbero assicurarsi di fare le accurate verifiche prima di prendere qualsiasi decisione di investimento nel 2024 o in futuro.

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