Dove si usano di più le criptovalute? La situazione dell’Europa

Roberto Migliore
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L’analisi dell’Indice Globale di Adozione delle Criptovalute di Chainalysis permette, combinando dati on-chain e quelli del mondo reale, di misurare quali Paesi stanno guidando il mondo nell’adozione di criptovalute a livello di base.

L’indice si riferisce, in modo particolare, all’adozione da parte delle persone comuni e consente di identificare le nazioni in cui il maggior numero di individui sta investendo parte della propria ricchezza in criptovalute.

In questo articolo ci focalizziamo sulla situazione in Europa.

Europa Occidentale, Centrale e del Nord

Quella identificata come Central, Northern, & Western Europe (CNWE) è la seconda economia di criptovalute più grande al mondo, dietro solo all’America del Nord.

La regione ha rappresentato il 17,6% del volume globale delle transazioni tra luglio 2022 e giugno 2023 e ha ricevuto un valore stimato di 1 trilione di dollari on-chain nello stesso periodo.

In tutta la regione, la finanza decentralizzata (DeFi) è la categoria di servizio più popolare e rappresenta il 54,8% del valore delle criptovalute ricevuto. La DeFi ha svolto un ruolo chiave nell’adozione di criptovalute negli ultimi anni, soprattutto con gli exchange decentralizzati (DEX).

Sebbene gran parte di questa attività sia stata guidata dai consumatori, le istituzioni in tutta la regione stanno aprendosi alla DeFi alla luce dei quadri regolamentari che supportano iniziative Web3.

Nel confrontare gli afflussi sugli exchange sia centralizzati sia decentralizzati nei primi sei mesi del 2023 (rispetto ai primi sei mesi del 2022), si notano interessanti differenze.

Ventuno Paesi hanno registrato riduzioni negli afflussi in entrambi gli exchange, mentre sette hanno registrato un aumento: Albania, Lussemburgo, Lettonia, Spagna, Regno Unito, Francia e Lituania.

La CNWE include sei dei cinquanta maggiori sostenitori di criptovalute a livello mondiale: Regno Unito (14esimo in classifica), Spagna (22), Francia (23), Germania (26), Italia (37) e Paesi Bassi (39).

Il futuro delle criptovalute in CNWE

Anche se è innegabile che le criptovalute siano ancora nelle loro fasi iniziali, molti leader dell’industria sono entusiasti di ciò che verrà e ritengono che il potenziale per le innovazioni, specialmente in settori come i contratti intelligenti, gli NFT e la DeFi, sia enorme.

Sarà dunque interessante vedere come istituzioni finanziarie tradizionali, start-up tecnologiche e regolatori affronteranno le sfide e le opportunità presentate dallo spazio delle criptovalute.

Con l’emergere di queste nuove opportunità e sfide nel settore, però, non dobbiamo dimenticare come rimanga ancora molto da fare, in particolare per quanto riguarda l’armonizzazione del quadro regolamentare per tutti i Paesi europei.

Il particolare caso dell’Europa Orientale

L’adozione di criptovalute a livello di base continua in modo importante nell’Europa dell’Est, nonostante la guerra tra Russia e Ucraina. Al momento è il quarto mercato di criptovalute più grande, con un valore di $445 miliardi ricevuti on-chain tra luglio 2022 e giugno 2023. Tale valore rappresenta l’8,9% dell’attività globale delle transazioni nel periodo preso in esame.

Nell’ultimo anno, il volume delle transazioni grezze in questa regione è diminuito del 22%, in linea con il declino osservato globalmente durante lo stesso periodo.

Mentre le economie di altre regioni mostrano segni di ripresa dall’inverno delle criptovalute, l’Europa dell’Est deve ancora affrontare gli impatti economici della guerra tra Russia e Ucraina.

Andando più a fondo nei dati, emergono tendenze interessanti quando suddividiamo l’attività delle criptovalute in base alle dimensioni delle transazioni.

Nonostante tre picchi nel periodo preso in esame, il volume delle transazioni istituzionali di grandi dimensioni è stato in costante diminuzione. Invece quello delle transazioni istituzionali di dimensioni più piccole è rimasto relativamente stabile e quello delle transazioni di dimensioni professionali è stato superiore. Anche il volume delle transazioni al dettaglio è rimasto stabile.

Nel complesso, i dati indicano che, sebbene i principali utilizzatori di criptovalute nella regione abbiano ridotto le loro attività, la maggior parte continua comunque a essere coinvolta in questo tipo di asset.

Le persone comuni continuano a utilizzare le criptovalute nell’Est europeo

Nonostante gli effetti della guerra, si osservano tendenze che indicano uno sviluppo positivo e una crescita. In primo luogo, si nota come la Russia abbia meno accesso alle piattaforme internazionali di criptovalute, il che potrebbe anche influire sulla sua capacità di continuare a finanziare la guerra.

Inoltre, il conflitto sta spingendo gli ucraini a integrarsi più rapidamente con l’Unione Europea, che ha recentemente approvato la legislazione più completa in materia di criptovalute fino a oggi.

L’uso al dettaglio è cresciuto nonostante le crisi dei mercati globali e in molti Paesi, in cui il volume grezzo delle transazioni è diminuito, il numero di trasferimenti è rimasto stabile o è aumentato, indicando che la tecnologia sta ancora fornendo valore agli utenti. Anche l’uso della DeFi è cresciuto nell’intera regione.

Non appena gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina si attenueranno, speriamo di vedere più imprese di crypto tornare in Ucraina, oltre a sviluppi continui nella regolamentazione. Entrambi questi elementi contribuiranno a favorire l’adozione delle criptovalute nell’Europa dell’Est.

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