Gli exchange dovrebbero eliminare i market maker interni!

Gaia Rossi
| 2 min read

Dopo la scoperta che Crypto.com ha un team interno dedicato alle negoziazioni crypto, sono sorti timori riguardo a possibili conflitti di interesse.

Stephan Lutz, CEO di BitMEX, ha espresso la sua opinione sostenendo che gli exchange crypto non dovrebbero più gestire internamente i market maker.

Crypto.com al centro dell’attenzione


Secondo un rapporto del Financial Times, è emerso che la filiale di Singapore di Crypto.com dispone di un team interno dedicato al proprietary trading e al market maker, che negozia crypto per conto dell’exchange.

Crypto.com ha difeso le azioni del team, affermando di considerarlo come una qualsiasi altra terza parte. Inoltre ha sostenuto che il team è presente per garantire spread stretti e mercati efficienti sulla propria piattaforma.

Precedentemente, un portavoce di Crypto.com aveva dichiarato che il team di trading si assicura che l’exchange rimanga neutrale rispetto al rischio, coprendo tali posizioni su diverse sedi, inclusa l’exchange di Crypto.com.

Oltre a specificare che l’exchange non conta su questo trading interno come fonte di reddito.

Stephan Lutz, però, ha contestato questa affermazione, sostenendo che esistono abbastanza High Frequency Traders (HFT) e prop shop che possono svolgere il ruolo di proprietary trading e market maker.

BitMEX coinvolto in accuse simili


Anni fa BitMEX si trovò ad affrontare accuse simili riguardo alla gestione di un team di trading interno per ottenere profitti. Tuttavia Stephan Lutz ha chiarito che l’entità separata legale chiamata Arrakis Capital adesso ha un ruolo molto limitato all’interno di BitMEX.

Secondo il CEO, Arrakis, che in passato operava da market maker interno per BitMEX, è completamente separata dall’exchange di derivati dal punto di vista tecnologico e organizzativo.

Exchange crypto senza fee, un campanello d’allarme?


Il recente scandalo di FTX ha portato l’attenzione sugli exchange che dispongono di un team di trading interno. Si è scoperto che FTX utilizzava il proprio braccio di trading, Alameda Research, che operava come un hedge fund, per investire i fondi dei clienti di FTX per ottenere profitti.

Lutz ha sottolineato che esistono modi per identificare quali exchange utilizzano un braccio di trading che mette a rischio i fondi degli investitori e quali, invece, lo utilizzano semplicemente come tesoreria.

Uno dei fattori distintivi tra le società come Alameda e i team di trading interni standard è la struttura delle fee.

Inoltre, anche gli exchange crypto che non applicano fee di transazione potrebbero essere considerate un campanello d’allarme, poiché potrebbe indicare che tali exchange esistono principalmente per attrarre flussi di trading per un market maker.

 

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