Speranza in Corea del Sud: il partito al governo vuole “Istituzionalizzare le criptovalute”

Tim Alper
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Potrebbero esserci nuove speranze per il settore delle criptovalute in Sud Corea. Il Partito Democratico al governo ha lanciato una cripto task force, la quale parla in termini relativamente ottimisti del settore e della necessità di “istituzionalizzare” le criptovalute con una legislazione potenzialmente rivoluzionaria.

Statua del cane leone coreano e l’edificio dell’Assemblea nazionale, Seoul. Fonte: Adobe/Joshua Davenport

Mentre la Commissione per i servizi finanziari (FSC) ha preso una posizione relativamente rigida e inflessibile sulla regolamentazione dell’industria cripto – misure che potrebbero lasciare la nazione con solo quattro exchange di criptovalute a settembre di quest’anno – il Partito Democratico sembra avere dei ripensamenti.

All’inizio di quest’anno, i ministri di alto livello del governo hanno iniziato a parlare della necessità di “reprimere” un mercato cripto “surriscaldato”.

L’FSC ha scatenato la collera quando il suo presidente Eun Sang-soo ha parlato della necessità di teste più anziane e più sagge per “condurre” i giovani fuori dai pericoli degli investimenti in criptovalute. I commenti di Eun hanno portato a una serie di petizioni che chiedevano le sue dimissioni. E il Partito Democratico, che andrà alle urne alle elezioni generali nella primavera del 2022, è diventato fin troppo consapevole che il suo supporto principale – gli elettori più giovani – è diventato sempre più cripto-appassionato. Alcuni sostengono che l’investimento in criptovalute “non è più facoltativo” per la fascia di età 20-39.

Ma la spirale dei prezzi degli immobili, un mercato azionario fiacco e un mercato del lavoro stagnante e colpito dalla pandemia di coronavirus hanno lasciato molti cittadini ad inveire contro il governo, accusandolo di mettere da parte e demonizzare il settore delle criptovalute in un momento in cui tutte le altre strade per fare soldi sono state chiuso a loro.

I politici dell’opposizione hanno colto allegramente l’occasione per criticare il governo e le sue politiche, con il principale partito di opposizione che ha affermato che Seoul ha “trascurato” l’industria delle criptovalute e gli investitori – e uno ha persino affermato che le politiche di sicurezza lassiste hanno permesso agli hacker nordcoreani di razziare circa 310 milioni di dollari di criptovalute dai portafogli sudcoreani negli ultimi due anni.

Il Partito Democratico ha quindi apparentemente risposto creando una propria task force, con l’intento di ammorbidire la posizione del regolatore e proporre una legislazione progressista.

Secondo EDaily, come per News1 ed EToday, la task force è composta da parlamentari, alcuni dei quali hanno lavorato alla prima legislazione sudcoreana specifica per le criptovalute nel 2019.

Uno di questi parlamentari ha osservato, in una conferenza stampa:

“So che la Financial Services Commission ha una visione negativa della criptovaluta, ma poiché il mercato è in crescita, il numero di partecipanti nel settore è in aumento”.

Un altro ha affermato che la task force era pronta a “discutere” la questione del ritardo nell’arrivo di norme sulla tassazione delle criptovalute. Il parlamento sudcoreano ha già deciso di iniziare a tassare i profitti delle criptovalute a un’aliquota fissa del 20% a partire dal 1 gennaio del prossimo anno. Ma il disegno di legge di un membro privato è sul tavolo di un deputato dell’opposizione che vuole il provvedimento ritardato fino al 2023. La task force del partito al governo ha dichiarato di essere pronta a valutare il valore del disegno di legge.

La task force ha anche parlato dell’introduzione di un sistema che garantisca alle società legate alle criptovalute lo stesso tipo di diritti commerciali di cui godono altre società nella nazione. Attualmente, gli exchange di criptovalute ed altri fornitori di servizi sono legalmente classificati nel gradino più basso delle imprese, il che li mette alla pari con i locali notturni e i karaoke.

La task force ha dichiarato:

“Ci sono un pò di leggi relative ad asset virtuali in paesi stranieri, ma riteniamo che probabilmente non ci siano paesi che abbiano leggi indipendenti sui diritti commerciali [relativi agli operatori di criptovalute]. Se creiamo una legge di questo dipo, probabilmente saremo i primi”.

Kim Byung-wook, il segretario della task force, ha affermato:

“È ora di portare l’industria delle criptovalute nel sistema istituzionale”.

Rimangono tuttavia dubbi sul fatto che questo ammorbidimento della linea dura del governo sugli affari legati alle criptovalute arriverà in tempo per salvare dalla chiusura la maggior parte degli exchange di criptovalute della Corea del Sud.

Secondo Asia Kyungjae, gli exchange di criptovalute che non saranno in grado di soddisfare il lungo elenco di requisiti dell’FSC prima del 24 settembre potrebbero iniziare a chiudere già il mese prossimo, con piattaforme finanziarie peer-to-peer (P2P) che si uniranno a loro.

Circa 20-30 exchange hanno indicato che stanno tentando di ottenere i permessi necessari richiesti per continuare ad operare prima di settembre, ma almeno altre 30 sembrano non aver compiuto sforzi significativi finora. Anche circa 100 operatori finanziari P2P potrebbero essere destinati a piegarsi.

Un insider del settore finanziario senza nome ha affermato:

“A settembre potrebbe aver luogo una “fuga di monete”, quando tutti gli utenti tenteranno di prelevare i propri fondi contemporaneamente e alcuni dei fondi [saranno] non restituibili. C’è un’alta possibilità che si rivolgano alle banche nel tentativo di aiutarli a recuperare i loro fondi invece che agli exchange che saranno presto chiusi”.

 

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