I cyber-criminali preferiscono le stablecoin a Bitcoin!

Laura Di Maria
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Le stablecoin sono le crypto più usate dai cybercriminali, lo rileva uno studio condotto dalla compagnia di analisi su blockchain Chainalysis che ha analizzato le transazioni illecite nel 2022 e 2023.

Emerge che i criminali informatici in questo periodo hanno optato per alternative a Bitcoin per effettuare le transazioni. I dati rilevano anche un calo delle entrate in crypto generate da attività illecite, per la prima volta dal 2020.

La ricerca sul cybercrimine evidenzia un cambio di rotta


Nel suo ultimo report sui crimini associati alle crypto, Chainalysis evidenzia che dal 2018 al 2021 Bitcoin era  leader anche tra i cybercriminali che lo consideravano la “criptovaluta preferita”. Le tendenze cambiano anche tra i ladri e le stablecoin hanno preso il posto di BTC e rappresentano il maggior volume delle transazioni illecite nel 2022 e 2023.

Dall’indagine emerge che la tendenza procede di pari passo con la crescita del volume di transazioni in stablecoin. Si rivelano più tradizionalisti i criminali che effettuano vendite nel darknet o estorsioni tramite ransomware, questi continuano a preferire transazioni in BTC.

Gli altri criminali informatici, invece, sono passati alle stablecoin per mettere a segno truffe o per effettuare transazioni verso entità sottoposte a sanzione. Questi rappresentano la maggiore fetta del volume d’affari in crypto generato dal crimine nel periodo osservato. Nel report di Chainalysis si legge:

“Le entità e le giurisdizioni sanzionate hanno rappresentato un volume di transazioni complessivo di 14,9 miliardi di dollari nel 2023, che rappresenta il 61,5% di tutto il volume di transazioni illecite che abbiamo intercettato nell’anno.”

Lo studio evidenza che per lo più questa cifra è data dai servizi in crypto sanzionati dall’Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, che continuano a operare da località in cui le sanzioni statunitensi non vengono applicate.

Cala il volume dei ricavi generati dalle truffe crypto


Il 4 gennaio, l‘azienda di sicurezza blockchain CertiK ha riportato un calo di oltre il 51% nel 2023 dei ricavi generati dalle truffe crypto. Secondo il co-fondatore di CertiK, Ronghui Gu, si tratta di una “novità positiva” per la sicurezza della blockchain.

Chainalysis ha condiviso cifre simili nel suo report, evidenziando che i ricavi da hacking crypto sono diminuiti del 54,3%, mentre i profitti da truffe legate alle crypto sono calati del 29,2%. Insieme, i due dati indicano un calo del volume delle transazioni associate agli indirizzi illeciti nel 2023.

Per la prima volta dal 2020, il volume delle transazioni illegali è in calo, passando dai 39,6 miliardi di dollari del 2022 a 24,2 miliardi di dollari nel 2023.

Nuove presale ad alto potenziale


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Scotty the AI sfrutta i suoi algoritmi AI per rilevare frodi e identificare transazioni sospette o anomalie della rete. L’insieme di queste caratteristiche potrebbe consentire a Scotty the AI di diventare una delle migliori criptovalute del futuro.

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Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.

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