Il CEO di Binance accusato di aver contribuito al crollo di FTX

Marcello Bonti
| 2 min read

Binance.US e il CEO di Binance Changpeng Zhao avrebbero avuto un ruolo determinante nel crac dell’exchange statunitense FTX, questa l’accusa formulata da un gruppo di investitori. A guidare la class action è un cittadino californiano: Nir Lahav.

La class action, ovvero un’azione collettiva che un gruppo di clienti ha intentato a tutela dei propri interessi, mette sul piatto anche altri capi d’imputazione. Le accuse contro CZ e la sua compagnia vanno dalla violazione delle norme sulla concorrenza sleale ai tentativi di monopolizzare il mercato delle criptovalute.

I tweet di CZ hanno danneggiato FTX


Le accuse formalizzate di fronte al giudice da parte degli utenti di FTX si riferiscono a una serie di tweet pubblicati da Changpeng Zhao all’inizio di novembre. Quindi, poco prima del drammatico crollo di FTX.

I tweet potrebbero essere stati determinanti nel segnare il destino di FTX.

Il 6 novembre 2022 Zhao rivela la decisione di Binance di liquidare i propri token FTT, gli utility token di FTX, scatenando il panico sul mercato.

I querelanti stimano che Binance detenga il 5% di tutti i token FTT.

Il giorno dopo, Zhao ha pubblicato un  tweet che annunciava l’intenzione di Binance di acquisire FTX, salvo poi ritrattare il giorno successivo.

Il tutto, sostengono gli accusatori, con il preciso scopo di danneggiare FTX.

Le azioni di Zhao, in particolare i suoi post su Twitter, avrebbero avuto un ruolo chiave nel determinare il “crollo repentino e senza precedenti delle Entità collegate a FTX”.

In particolare, l’accusa si sofferma su un passaggio cruciale nel tweet di Zhao del 6 novembre: “A causa delle recenti rivelazioni che sono emerse abbiamo deciso di liquidare ogni FTT presente nel nostro bilancio”.

Le dichiarazioni, secondo l’accusa, sarebbero false e fuorvianti dato che Binance aveva già dismesso parte delle quote in suo possesso di FTT.

Lo scopo? Far crollare il prezzo di FTT.

Potrebbero partecipare migliaia di clienti di FTX alla class action


Altro aspetto sotto i riflettori riguarda la dichiarazione, ancora una volta su Twitter, di CZ che enfatizza: “Non siamo contro nessuno… Ma non sosterremo chi fa lobby ostacolando gli altri operatori del settore”.

Questa frase viene interpretata dai querelanti come la prova che Binance si stesse opponendo agli “sforzi normativi” che Sam Bankman-Fried, CEO di FTX, aveva intrapreso fino ad allora.

La richiesta formulata di fronte al giudice è che vengano risarciti i danni economici, le spese processuali ma anche che vengano restituiti i guadagni illeciti generati sulla base di sette capi d’accusa.

A partecipare a questa class action potrebbero essere migliaia di clienti della piattaforma che si ritengono danneggiati dalla condotta del CEO di Binance.

Binance intanto è impegnato sul fronte delle accuse formalizzate dall’ente di vigilanza sui mercati USA, la Securities and Exchange Commission (SEC), che potrebbe decidere il destino dell’impero crypto di CZ.

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