La Corea del Sud vuole bloccare gli exchange crypto senza licenza

Gaia Tommasi
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Corea

La Corea del Sud ha annunciato che intende condurre delle ispezioni sugli exchange crypto per espellere le piattaforme non conformi nel corso dell’anno.

Secondo quanto riportato dal media Yonhap News, l’Unità di informazione finanziaria (UIF) ha già pubblicato il “Piano di lavoro 2024“, raccogliendo i pareri degli esperti attraverso la consultazione del Comitato consultivo per le politiche.

Il dipartimento intende impedire agli exchange di asset virtuali non autorizzati di operare nel mercato del won coreano. Inoltre, si avvarrà dell’aiuto di avvocati e commercialisti per intensificare i controlli di screening e antiriciclaggio ed eliminare gli exchange non conformi che sono operativi.

Un primo controllo per valutare i rischi di riciclaggio di denar, è previsto nella prima metà dell’anno. Nella seconda metà ne verrà effettuato un altro più dettagliato e gli operatori di asset virtuali che non rispetteranno gli standard saranno espulsi.

L’unità prevede di estendere la revisione anche ai principali azionisti, oltre che ampliare il campo di applicazione della legge per escludere chi ha precedenti di violazioni.

Il documento propone anche di istituire un Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale (GAFI) per individuare le attività illecite e bloccare le transazioni sospette durante le indagini pre-processuali.

I funzionari sudcoreani dovranno rivelare gli investimenti in crypto


La Corea del Sud ospita importanti exchange come Upbit, BitHumb, CoinOne, Korbit e Gopax. Inoltre il Paese ospita circa il 30% del trading globale di asset crypto, con il 4% della popolazione che detiene criptovalute.

Le autorità di regolamentazione stanno intensificando i controlli per le società crypto sospettate di frodi, appropriazioni indebite e violazioni della fiducia. Il 19 luglio entreranno in vigore nuove regole per affrontare questo tipo di problemi.

Secondo le nuove norme, le violazioni possono comportare un periodo di reclusione di un anno o più e una multa non inferiore a tre volte il valore coinvolto, ma non superiore a cinque volte il valore del “profitto illegale”.

Inoltre, una proposta di legge sugli asset crypto dello scorso anno proponeva sanzioni severe e condanne all’ergastolo per chi avesse ottenuto profitti superiori a 4,2 milioni di dollari tramite la manipolazione del mercato.

 

Recentemente, il ministero ha annunciato che i funzionari pubblici di alto livello saranno tenuti a rivelare i propri investimenti in crypto a partire da quest’anno.

A spingere questo provvedimento è stato lo scandalo politico Coin Gate, che ha coinvolto un membro della commissione parlamentare per le criptovalute accusato di aver scambiato asset crypto utilizzando informazioni riservate.

Exchange crypto OKX sotto indagini

Nel frattempo la Digital Asset eXchange Alliance (DAXA), composta dai cinque principali exchange crypto in Corea del Sud, ha presentato un reclamo alle autorità locali contro l’exchange crypto OKX, accusandolo di operare senza una registrazione adeguata.

DAXA, formata da Upbit, Bithumb, Coinone, Korbit e Gopax e fondata nel 2022, si è posta l’obiettivo di promuovere una crescita salubre dell’industria crypto e la protezione degli investitori. Le accuse di DAXA riguardano attività illegali e tattiche promozionali dubbie, con OKX che avrebbe utilizzato influencer locali per attirare nuovi utenti tramite la sua piattaforma di trading Jumpstart.

DAXA ha segnalato l’exchange per operare in Corea senza aver fatto rapporto alle autorità locali e ha inoltrato il reclamo alle autorità di regolamentazione locali. Questo è avvenuto dopo precedenti notifiche di violazioni delle leggi sulla rendicontazione finanziaria che coinvolgevano 16 exchange, tra cui OKX e KuCoin, nell’agosto 2022. In Corea del Sud, infatti, ogni exchange ha l’obbligo di registrarsi prima di poter offrire servizi di criptovalute.

Le vicende che hanno innescato il disastroso crollo di Terra Luna e le conseguenze che questo ha avuto sugli investitori, hanno profondamente segnato le autorità finanziarie della Corea del Sud.

La Commissione per i Servizi Finanziari (FSC) ha lanciato il Virtual Asset Service Provider (VASP) per rafforzare la regolamentazione nel Paese e le autorità stanno cercando di stabilire un sistema di monitoraggio del trading entro aprile. Inoltre, le autorità di regolamentazione sarebbero addirittura in procinto di consultare il presidente della SEC degli Stati Uniti, Gary Gensler,  per discutere come affrontare al meglio la regolamentazione del settore crypto in Corea del Sud.

 

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