La SEC vuole mettere le mani sugli NFT ma non tutti sono d’accordo!

Christian Boscolo
| 6 min read

Due commissari della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, Hester Peirce e Mark T. Uyeda, hanno espresso il loro dissenso nei confronti di un’azione esecutiva da parte dell’agenzia americana nei confronti della società Impact Theory.

La SEC ha denunciato Impact Theory per aver creato e venduto degli NFT per circa 30 milioni di dollari, considerandoli titoli non registrati.

Ma la cosa più interessante è che i due commissari lo hanno fatto scrivendo un lungo articolo sul sito ufficiale della SEC che vi riportiamo in versione integrale per cogliere tutte le sfumature:

Oggi la Commissione ha avviato il suo primo atto esecutivo in merito ai token non fungibili (NFT), noti anche come gettoni non fungibili. Abbiamo espresso alcune divergenze in quanto non eravamo concordi sull’applicazione dell’analisi di Howey. Tuttavia, indipendentemente dalle opinioni riguardo all’analisi di Howey, questa situazione pone in luce questioni più ampie che la Commissione dovrebbe affrontare prima di procedere con ulteriori casi legati agli NFT.

I dettagli alla base di questo accordo sono in gran parte irrilevanti: Impact Theory ha ceduto NFT per un valore complessivo di quasi 30 milioni di dollari, facendo grandi promesse riguardo all’incremento del loro valore. Gli acquirenti di tali NFT hanno condiviso l’entusiasmo; l’ordine riporta le parole di un acquirente: “Acquistare una chiave per i fondatori è come investire in Disney, Call of Duty e YouTube in un’unica soluzione”. Paragrafo 9, Sezione C. Tuttavia, questi NFT non costituivano quote di una società e non conferivano alcun dividendo agli acquirenti. La Commissione ha accusato Impact Theory di aver effettuato un’offerta di titoli non registrata basandosi sull’assunzione che gli NFT fossero presentati e venduti come contratti d’investimento. L’accusa non contempla frodi.

Capisco il motivo di preoccupazione della Commissione riguardo a questa vendita di NFT. Benché sia mia ferma convinzione che gli adulti debbano avere la libertà di spendere i propri soldi come preferiscono, condivido l’inquietudine dei miei colleghi riguardo al tipo di pubblicità che spinge le persone a investire quasi 30 milioni di dollari in NFT, apparentemente senza avere una chiara comprensione di come intendano utilizzarli, beneficiarne o trarne profitto.

Tuttavia, questa legittima preoccupazione non costituisce una base sufficiente per portare la questione sotto la nostra giurisdizione. Le scarse dichiarazioni da parte delle società e degli acquirenti menzionate nell’ordine non rappresentano il tipo di promesse che costituiscono un contratto d’investimento.

Noi non prendiamo di solito misure esecutive nei confronti di coloro che vendono orologi, quadri o oggetti da collezione insieme a vaghe promesse di migliorare il marchio e conseguentemente aumentarne il valore di rivendita.

Benché le vendite degli NFT in questa situazione rientrino chiaramente nel quadro di Howey, sorge la questione se sia giustificata un’azione esecutiva in questo caso. Di solito, una sanzione per violazione di registrazione consiste in un’offerta di restituzione, e l’azienda ha già adempiuto a tale obbligo attraverso programmi di riacquisto.

L’azienda si è impegnata a riacquistare gli NFT dagli acquirenti sia del mercato primario sia del mercato secondario nel dicembre 2021 e nell’agosto 2022. Paragrafo 16 dell’ordine. In totale, ha speso 7,7 milioni di dollari in Ether. Presumibilmente, anche altri acquirenti avrebbero potuto vendere i loro NFT all’azienda.

Dato che questa è la prima volta che si affronta un caso relativo agli NFT, l’azione esecutiva solleva numerose questioni complesse. La Commissione avrebbe dovuto affrontare queste questioni già molto tempo fa, offrendo delle linee guida quando gli NFT hanno iniziato a diffondersi. Tuttavia, discutere ora degli NFT potrebbe aiutare la Commissione ad affrontare l’argomento in maniera più ragionata.

Tra gli interrogativi che ci poniamo vi sono:

  • I token non fungibili non costituiscono una classe di asset facilmente definibile, specialmente perché possono conferire al proprietario una vasta gamma di diritti su beni digitali o fisici. Le persone stanno sperimentando molteplici utilizzi per gli NFT. Di conseguenza, è estremamente difficile usare questa situazione come precedente. Esistono modalità attraverso cui la Commissione può classificare gli NFT per comprendere se e come le leggi sui titoli si applicano alle offerte e alle vendite?
  • Nel caso la Commissione decidesse di sviluppare delle linee guida per i creatori di NFT che cercano di comprendere le possibili intersezioni con le leggi sui titoli, quali domande dovrebbero essere affrontate?
  • In che modo gli sforzi legislativi recenti per stabilire un quadro normativo per le criptovalute dovrebbero influenzare il nostro approccio all’applicazione delle leggi sui titoli agli NFT?
  • È il regime di diritto dei valori mobiliari il più idoneo a garantire che gli acquirenti di NFT ricevano le informazioni necessarie prima dell’acquisto? Quali informazioni cercano tali acquirenti? Sarebbero più appropriate altre forme di regolamentazione?
  • Nel caso in cui il regime di diritto dei valori mobiliari sia il più adatto, come potrebbero essere adattati i requisiti di registrazione della SEC per riflettere la natura unica degli NFT? L’aderenza a tali requisiti sarebbe eccessivamente onerosa? In caso affermativo, quali approcci alternativi sarebbero più praticabili pur garantendo gli obiettivi della Commissione di tutelare gli investitori e l’integrità del mercato?
  • Questa azione implica che la Commissione consideri in generale le precedenti offerte di NFT come offerte di titoli? In tal caso, la Commissione fornirà indicazioni specifiche a tali emittenti, spiegando cosa devono fare per adeguarsi alla normativa?
  • Quali potrebbero essere le restrizioni appropriate per le vendite secondarie di NFT che l’emittente aveva originariamente offerto come oggetto di un contratto di investimento?
  • Questo accordo include un impegno da parte dell’emittente a distruggere gli NFT in suo possesso. Quali potrebbero essere le implicazioni future per situazioni in cui gli NFT in questione rappresentano rappresentano pezzi unici di arte o musica digitale?
  • L’accordo include l’impegno a “rivedere gli smart contract o qualsiasi altro codice di programmazione o protocollo informatico alla base dei KeyNFT per eliminare qualsiasi royalty”. Dato che una delle caratteristiche promettenti degli NFT è la possibilità di ricompensare i creatori con royalty ogni volta che un NFT da loro creato viene venduto, quale precedente si crea per i casi futuri?

I commissari della SEC non sono d’accordo!


In sostanza Peirce e Uyeda sostengono che le vendite di NFT  da parte di Impact Therory non dovrebbero essere sottoposte all’analisi di Howey, un test tradizionalmente utilizzato per determinare se una transazione si qualifica come contratto di investimento.

I Commissari sostengono inoltre che la classificazione degli NFT come contratti di investimento semplifica eccessivamente i diritti che gli NFT possono conferire agli asset digitali e fisici. Le complessità degli NFT richiedono un’attenta considerazione prima di intraprendere qualsiasi decisione, soprattutto perché questo caso potrebbe costituire un precedente in materia.

La dichiarazione dei due Commissari solleva anche interrogativi fondamentali sull’opportunità di applicare le normative vigenti in materia di titoli a un mercato in piena evoluzione come quello degli NFT. Con gli NFT che spaziano per utilità da oggetti d’arte e da collezione a token di accesso e altro ancora, il panorama normativo deve saper rispettare tutte queste  funzionalità.

Le preoccupazioni di Peirce e Uyeda si estendono alle conseguenze di questa azione esecutiva, in particolare se implica una classificazione generalizzata degli NFT come offerte di titoli e il potenziale impatto sulla capacità dei creatori di guadagnare royalties dalle transazioni sul mercato secondario.

Impact Theory ha accettato di pagare una sanzione di 6,1 milioni di dollari


Nell’ambito dell’accordo raggiunto con la SEC, Impact Theory ha accettato un ordine di cessazione dell’attività, una sanzione di oltre 6,1 milioni di dollari e la creazione di un Fair Fund per rimborsare gli investitori.

La società di media si è inoltre impegnata a rinunciare a qualsiasi futura royalty derivante da transazioni di NFT sul mercato secondario, una decisione che potrebbe avere un forte impatto sulla comunità dei creatori di NFT.

Il dissenso dei commissari Peirce e Uyeda sottolinea le intricate sfide normative che circondano il fiorente ecosistema degli NFT.

 

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