La Thailandia si unisce a Singapore nel vietare i servizi di prestito di criptovalute

Sauro Arceri
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Dopo l’esempio di Singapore, che pochi giorni fa ha annunciato che avrebbe vietato i servizi di staking e lending di criptovalute, anche la Thailandia ha deciso di unirsi all’ondata di crescente controllo globale sugli exchange di asset digitali. La Thai Securities and Exchanges Commission ha annunciato il divieto il 3 luglio, infatti, seguendo le stesse misure adottate dall’Autorità Monetaria di Singapore (MAS) per proteggere gli investitori.

La decisione thailandese riflette la volontà di garantire la tutela degli investitori, così come già avvenuto a Singapore. Tuttavia, a differenza degli investitori al dettaglio, gli exchange di criptovalute potranno continuare a offrire servizi di staking e prestito alle controparti istituzionali.

Il nuovo divieto si aggiunge a quello già emesso in precedenza


Va ricordato che la Thailandia aveva già proibito l’uso delle criptovalute come metodo di pagamento a partire dal marzo 2022, citando come principali ragioni i potenziali rischi di instabilità finanziaria, la volatilità dei prezzi, il furto informatico e il riciclaggio di denaro.

La SEC thailandese ha specificato che il nuovo divieto riguarda tutti i servizi di deposito che offrono rendimenti ai depositanti e ai prestatori. Inoltre, è stata introdotta una dichiarazione di avvertimento obbligatoria sui potenziali rischi del trading di criptovalute, che dovrà essere resa chiaramente visibile alle persone interessate. L’avviso recita:

“Le criptovalute hanno un elevato potenziale di rischio. Vi invitiamo a studiare e comprendere a fondo i rischi connessi alle criptovalute, perché potreste perdere l’intero investimento”.

Il divieto di Singapore sui servizi di staking e prestito di criptovalute per i clienti al dettaglio


Il divieto della Thailandia sui servizi di staking e prestito delle criptovalute per i clienti al dettaglio segue le misure adottate dalla MAS il 3 luglio.

l’Autorità Monetaria di Singapore ha imposto agli exchange di criptovalute di trasferire tutti gli asset dei clienti in un Trust entro la fine del 2023, al fine di evitare la commistione dei fondi dei clienti e mitigare il rischio di situazioni simili a quella vissuta da FTX.

Gli exchange di criptovalute devono affrontare le conseguenze del crollo di FTX


L’incidente di FTX, che ha causato il crollo dell’exchange e la perdita di miliardi di dollari in beni dei clienti, ha avuto un impatto significativo sul mercato delle criptovalute. Le autorità di regolamentazione di tutto il mondo hanno preso atto di questo evento e stanno adottando nuove misure per proteggere gli investitori e prevenire la perdita di fondi.

Gli operatori degli exchange di criptovalute dovranno quindi assicurarsi che i clienti siano consapevoli dei rischi potenziali prima di utilizzare i servizi offerti. Inoltre, saranno anche tenuti a valutare l’idoneità degli investitori al fine di determinare l’ammontare degli investimenti in criptovalute.

 

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