Le ICO non meritano la loro cattiva reputazione, vanno rivalutate attraverso una giusta regolamentazione

Sauro Arceri
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In seguito alle nefaste conseguenze del crollo di FTX, il presidente della commissione bancaria del Senato degli Stati Uniti, Sherrod Brown, ha recentemente annunciato di voler prendere in considerazione una legge volta a proteggere gli investitori al dettaglio dalle frodi sulle criptovalute.

I legislatori e le autorità di regolamentazione dovrebbero procedere con cautela. Gli osservatori occasionali possono essere scettici sulle criptovalute, ma l’innovazione più evidente in questo settore è rappresentata dalle ICO (Initial Coin Offers), ovvero le offerte iniziali di monete.

I membri del Congresso che hanno a cuore la crescita economica dovrebbero incoraggiare le offerte iniziali di monete e limitare l’eccesso di regolamentazione della U.S. Security and Exchange Commission (SEC).

La legge Sarbanes-Oxley

Le offerte iniziali di monete sono un’innovazione tecnologica che sconvolge l’attuale apparato di raccolta fondi calcificato dopo l’approvazione della legge Sarbanes-Oxley.

La Sarbanes-Oxley dovrebbe servire appunto da monito: approvata all’indomani dello scandalo contabile Enron-Arthur Anderson, questa legge avrebbe dovuto aumentare la fiducia degli investitori a livello generale e, in particolare, proteggere i piccoli investitori .

La Sarbanes-Oxley, invece, ha finito soltanto col rendere più difficile per gli imprenditori accedere ai mercati pubblici dei capitali. Di conseguenza, se le start-up rimangono private più a lungo è proprio perché l’accesso al denaro dai mercati pubblici è diventato così oneroso.

L’equity crowdfunding e il boom del mercato delle ICO

Il Congresso degli Stati Uniti ha fatto un passo nella giusta direzione con il Jumpstart Our Business Startups Act (JOBS Act del 2013), che ha promosso l’equity crowdfunding, cioè il tipo di finanziamento maggiormente associato a piattaforme come Kickstarter e AngelList. 

L’intento del Congresso era quello di permettere a un maggior numero di investitori di partecipare alla crescita delle start-up in fase iniziale e ai fondatori di start-up di raccogliere fondi da un numero molto più ampio di persone.

Il Congresso ha spinto nella giusta direzione promuovendo l’equity crowdfunding, ma non poteva prevedere quanto sarebbe cresciuto il mercato delle ICO. Secondo i dati raccolti da CB Insights, dal 2013 sono stati raccolti 19 miliardi di dollari attraverso le offerte iniziali di monete, mentre solo 969 milioni di dollari sono stati raccolti attraverso l’equity crowdfunding. È quindi chiaro come il sole che le ICO hanno avuto la meglio.

Sebbene AngelsList e Kickstarter siano stati innovativi per il loro tempo e abbiano aperto la strada alla comprensione dell’equity crowdfunding, si tratta di piattaforme centralizzate che alla fine sono state limitate. L’intento del Congresso era quello di rendere la raccolta di fondi più semplice per i fondatori che possono raccogliere fondi da piccoli investitori, e questo è esattamente quello che le ICO fanno così bene.

Una fama immeritata e le responsabilità della SEC

La Securities and Exchange Commission è la principale responsabile della cattiva reputazione delle ICO e ha ampiamente oltrepassato la sua autorità di agenzia esecutiva di regolamentazione. Non è la SEC ad avere l’ultima parola sulla regolamentazione delle criptovalute, infatti, ma il Congresso.

Mentre il JOBS Act intendeva rendere più semplice la raccolta di fondi, la SEC sta spingendo per un regime di iper-controllo che riproduce le peggiori caratteristiche della legge Sarbanes-Oxley. Se la SEC riuscirà nel suo intento, quindi, meno investitori al dettaglio potranno partecipare alla crescita delle start-up in fase iniziale e i fondatori delle start-up potranno raccogliere capitali soltanto da una gamma limitata di fonti.

Gli effetti di un’eventuale applicazione della iper-regolamentazione che auspica la SEC possono essere tranquillamente visti nel modo in cui gli imprenditori di criptovalute devono contorcersi per evitare il termine “ICO”, per paura di subire un giro di vite dalla SEC.

I fondatori delle start-up stanno quindi cominciando a usare termini incomprensibili come “offerta iniziale decentralizzata” (IDO) e “evento di generazione di token” (TGE) per mascherare quello che altrimenti sarebbe un semplice esercizio di raccolta fondi. È inutile aggiungere che in questo scenario di “caccia alle streghe” nei confronti delle ICO, e del conseguente comportamento adottato dai fondatori delle start-up, gli unici a trarne vantaggio sarebbero proprio gli organizzatori delle frodi ai danni degli investitori.

Il Congresso, invece, dovrebbe utilizzare le disposizioni del JOBS Act per fornire agli imprenditori delle ICO un “porto sicuro” dove usufruire di una protezione legale dall’applicazione dei dettami della SEC.

Inoltre, la regolamentazione della SEC sulle ICO dovrebbe essere delineata come un atto di protezionismo nei confronti delle offerte pubbliche iniziali, o IPO, in cui un’agenzia guidata da un ex partner di Goldman Sachs protegge l’ecosistema delle IPO composto da banchieri d’investimento, revisori dei conti, avvocati d’impresa e autorità di regolamentazione, tutte categorie che sopportano il rischio maggiore nel caso di un’interruzione delle ICO.

Frode o fallimento?

Una statistica regolarmente citata è che la maggior parte delle imprese sostenute da ICO chiude entro quattro mesi. Ma in questo caso i legislatori e le autorità di regolamentazione dovrebbero fare attenzione a distinguere in modo convincente i casi di frode da quelli di fallimento. Il fallimento di un’impresa non è un crimine infatti, anzi dovrebbe essere incoraggiato dai legislatori che cercano di favorire la crescita economica.

La regolamentazione è spesso un gioco a somma zero, perché le regole volte a proteggere gli investitori – la proverbiale massaia che ha perso i risparmi di una vita nell’ultima moda delle criptovalute – hanno un costo reale per gli imprenditori, che devono fare i conti con un maggior numero di regole e al tempo stesso sono privati del capitale necessario per far crescere le loro aziende.

I presidenti Brown e Gensler potrebbero essere sinceri nel loro desiderio di sostenere la crescita e l’imprenditoria tecnologica, ma con l’iper-regolamentazione delle ICO rischiano di strangolare la più chiara fonte di finanziamento per l’innovazione futura.

La maggior parte dei potenziali investitori al dettaglio ha sentito dire che le criptovalute sono in gran parte truffe da evitare, quindi il beneficio della regolamentazione sarà probabilmente minimo. Un ulteriore livello di regolamentazione, invece, renderà ancor più difficile per gli imprenditori raccogliere il denaro necessario per far crescere le loro aziende.

Se passeranno altre norme, è prevedibile che le start-up innovative del futuro saranno ideate e portate avanti in Paesi stranieri, lontano dalla Silicon Valley e dalle coste americane.

 

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