La SEC pretende da Ripple una cifra assurda in multe e sanzioni

Aniello Raul Barone
| 3 min read

I problemi legali tra la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti e la società di blockchain Ripple sembrano non avere fine.

Al momento, la comunità delle criptovalute attende ancora la conclusione dello stallo in tribunale tra i due contendenti, intanto gli esperti legali hanno evidenziato quello che sembra essere un approccio iniquo da parte dell’autorità di vigilanza statunitense.

Nello specifico, come ha spiegato in un post sul suo profilo X BlockProf condiviso il 3 aprile, il professore di diritto J. W. Verret ha fatto notare che:

“La SEC raccoglie di solito l’11% delle richieste di risarcimento per le vendite non registrate. Nel caso di Ripple, però, ha preteso di avere il 300%”.

Poi ha proseguito aggiungendo:

“Questo è un esempio lampante di abuso di potere”.

Le richieste sproporzionate di SEC a Ripple


Inoltre, il professor Verret ha pubblicato un grafico che mostra l’importo sproporzionato dei risarcimenti legali richiesti dall’autorità di regolamentazione alla società Ripple, confrontandolo con quanto è stato raccolto in altri casi analoghi, tra cui Telegram, Kik Interactive, la piattaforma decentralizzata di condivisione video LBRY e l’exchange di criptovalute Kraken.

I risarcimenti proposti e raccolti dalla SEC. Fonte: BlockProf

In effetti, come mostra il grafico sovrastante, la piattaforma di messaggistica istantanea Telegram ha dovuto pagare 1,24 miliardi di dollari in risarcimenti per gli 1,7 miliardi di dollari che il tribunale ha ritenuto essere i proventi di vendite non registrate. LBRY ha dovuto pagare solo l’1% e la quota richiesta a Kik è stata solo del 5%, mentre Kraken ha pagato il 20,41%.

D’altro canto invece, i risarcimenti legali richiesti dalla SEC nel caso Ripple ammontano a ben 2 miliardi di dollari in multe e sanzioni, una cifra che corrisponde a circa il 275% in più rispetto ai 729 milioni di dollari di vendite istituzionali di XRP che, come Finbold ha riportato il 26 marzo, il tribunale ha dichiarato essere titoli non registrati.

Allo stesso tempo, un altro esperto legale e commentatore popolare del caso Ripple, Bill Morgan, ha fatto eco al sentimento di Verret secondo cui tali richieste sono “un vero oltraggio”, e ha aggiunto che:

“La SEC deve detestare Ripple per aver lottato così duramente e per aver bloccato per tre anni e mezzo il suo piano di controllo delle criptovalute”.

Le conseguenze sul prezzo di XRP


Nel frattempo, il token XRP, che è stato al centro della prolungata battaglia legale, ha forse risentito in parte delle notizie sfavorevoli di Ripple poiché, fino a un’ora prima della stesura dell’articolo, passava di mano a 0,5778 dollari, registrando un calo del 2,46% nella giornata.

Improvvisamente però, come mostra il grafico di CoinMarketCap, il token XRP si è ripreso e, al momento della stesura dell’articolo, il prezzo ha raggiunto 0,5978 dollari, riportando gli indicatori nella zona verde con un guadagno 2,32% nelle 24 ore.

In ogni caso, XRP continua a rimanere in calo del 3,79% negli ultimi sette giorni e del 7,24% negli ultimi 30 giorni, confermando il difficile periodo che Ripple sta attraversando.

Una buona alternativa a XRP


Forse questo non è il momento più adatto per investire nel token XRP, ecco perché molti investitori stanno prendendo in considerazione una nuova memecoin in fase di prevendita: Dogecoin20 (DOGE20).

Come lascia facilmente intendere il nome, il nuovo token vuole rendere omaggio a Dogecoin. La nuova criptovaluta DOGE20 è differente però, perché non è un token proof-of-work come l’originale DOGE, ma un token ERC-20 costruito sulla blockchain di Ethereum, di conseguenza supporta le funzioni di smart contract ed è basato sul meccanismo di convalida proof-of-stake.

La differenza principale con DOGE, quindi, sta nella possibilità di mettere in staking i token DOGE20, incentivando l’impegno a lungo termine attraverso il reddito passivo APY. Pertanto questo nuovo progetto combina il fascino delle memecoin con un sistema di staking sostenibile.

Per ulteriori informazioni in merito, vi suggeriamo di visitare il sito ufficiale della prevendita, raggiungibile attraverso il link sottostante.

Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.

 

Leggi anche: