L’euro digitale sostituirà il contante? Scopriamo cos’è, come funziona e quando arriverà

Roberto Migliore
| 4 min read

“L’euro digitale sarà una forma digitale di denaro, emesso dalla Banca Centrale Europea e disponibile per tutti nell’eurozona”.

Con questa stringata dichiarazione presente in una sezione ad hoc del suo sito ufficiale, la BCE conferma di aver avviato una serie di partnership con le banche centrali nazionali dell’area dell’euro per esaminare la possibilità di emissione di un euro digitale.

Si tratterebbe di una valuta digitale, l’equivalente elettronico del denaro contante. E andrebbe a integrarsi con le banconote e le monete, offrendo alle persone un’ulteriore opzione su come effettuare pagamenti.

Cerchiamo di saperne un po’ di più e rispondiamo a una serie di domande che sorgono spontanee alla lettura di questa notizia, ben sapendo che il progetto è solo agli albori.

Perché abbiamo bisogno di un euro digitale?

Perché sarebbe un’ulteriore opzione di pagamento tra cui scegliere, accanto (e non in sostituzione) al denaro contante. Del resto il modo in cui le persone effettuano pagamenti sta cambiando rapidamente e preferiscono sempre di più pagare in modo elettronico piuttosto che cash.

Un euro digitale sarebbe una nuova forma di denaro, più adatta a un mondo sempre più digitalizzato.

Semplificherebbe così la vita delle persone fornendo qualcosa che al momento non esiste: un mezzo di pagamento digitale universalmente accettato, per acquisti sia nei negozi fisici, sia online sia ancora tra persone. Come il denaro contante, sarebbe esente da rischi, accessibile, user-friendly e gratuito.

Inoltre, contribuirebbe a consolidare l’autonomia strategica e la sovranità monetaria dell’area dell’euro, migliorando l’efficienza complessiva dell’ecosistema dei pagamenti, incoraggiando l’innovazione e aumentando la sua capacità di resistenza contro potenziali attacchi informatici o interruzioni tecniche, come per esempio i blackout.

Come funzionerebbe un euro digitale?


Immaginatevi di recarvi a un bancomat e prelevare 100 euro. Il saldo del vostro conto bancario diminuirebbe di 100 euro ma ora avreste 100 euro in contanti con cui effettuare pagamenti.

Lo stesso processo si applicherebbe all’euro digitale solo che, invece di convertire i soldi presenti nel conto bancario in contanti, li convertireste in euro digitali.

Il primo passo sarebbe quello di creare un wallet digitale tramite la vostra banca oppure presso un’autorità pubblica designata, per esempio un ufficio postale. Una volta configurato il wallet, potreste depositarvi denaro tramite un conto bancario collegato o effettuando un deposito in contanti.

A quel punto potreste iniziare a effettuare pagamenti utilizzando l’euro digitale ma anche a ricevere denaro nello stesso formato, decidendo poi se mantenerlo nel wallet o depositarlo sul conto bancario, sia manualmente sia impostando una procedura automatica.

I pagamenti in euro digitale sarebbero sempre sicuri e istantanei, che si tratti di negozi fisici o shop online, e sarebbero perfetti per impostare eventuali pagamenti ricorrenti, come per esempio quello dell’affitto all’inizio di ogni mese.

Inoltre questo tipo di moneta digitale sarebbe libera da restrizioni e manterrebbe sempre il suo valore.

Verrà però probabilmente imposto un limite all’importo di euro digitali che una persona o un’azienda potrà detenere nel proprio wallet, al fine di prevenire prelievi eccessivi dai depositi bancari, preservando così la stabilità finanziaria.

Perché le persone dovrebbero voler utilizzare un euro digitale?


Perché sarebbe una soluzione di pagamento valida in ogni circostanza, utilizzabile senza limiti di tempo e luogo. Sarebbe accettato ovunque e senza alcun tipo di spesa aggiuntiva (come per esempio le commissioni sugli acquisti con carta di credito).

Offrirebbe alle persone l’opzione di pagare in modo digitale, pur utilizzando ancora un sistema di pagamento pubblico. Disponibile, aspetto molto importante, sia online sia off-line.

L’euro digitale preserverebbe le caratteristiche del denaro contante, fornendo un livello di privacy totale visto che la BCE e gli altri attori coinvolti non avrebbero in alcun modo accesso ai dati personali delle persone responsabili della transazione.

Sicuro e semplice da utilizzare, promuoverebbe anche l’inclusione finanziaria digitale, adattandosi alle necessità di persone con disabilità e di coloro che non hanno accesso a un conto bancario o che mancano di competenze digitali.

Quale valore porterebbe ai commercianti?


Un euro digitale sarebbe una soluzione veramente paneuropea, accettata in tutta l’area dell’euro. Potrebbe fornire un’alternativa più facile ed economica rispetto al frammentato panorama dei pagamenti in cui attualmente operano i commercianti.

Li metterebbe così in una posizione più forte per negoziare le condizioni con i fornitori di soluzioni di pagamento e, quindi, ridurre i propri costi. Questi costi inferiori potrebbero poi essere trasferiti ai clienti.

Grazie a un euro digitale, i commercianti potrebbero anche beneficiare di tassi di conversione più elevati. Questo è particolarmente rilevante per gli acquisti online, poiché i clienti sono meno propensi a rinunciare a un acquisto se hanno familiarità con lo strumento di pagamento.

Inoltre, i pagamenti verrebbero ricevuti istantaneamente senza costi aggiuntivi.

A che punto è attualmente il progetto?


Dopo una fase di indagine della durata di due anni, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di procedere a una fase di preparazione, che inizierà il 1° novembre 2023 che sarà suddivisa in due ulteriori step.

Il primo durerà due anni e, sulla base dei risultati ottenuti e degli sviluppi nel processo legislativo, il Consiglio deciderà se passare al successivo, definendone il campo di applicazione e la durata.

La fase di preparazione consentirà di effettuare un’ampia analisi, test, sperimentazione e consultazioni, al fine di assicurare che l’euro digitale soddisfi i più alti standard di qualità, sicurezza e usabilità.

Questa decisione segna un passo molto importante ma non significa che sicuramente l’euro digitale vedrà la luce (il che spiega la ricca presenza di condizionali nel nostro articolo).

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