Guerra tra titani: USA e Russia si contendono il podio per il tasso di adozione crypto

Laura Di Maria
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Russia e Stati Uniti potrebbero presto contendersi il titolo di leader mondiali nell’adozione delle criptovalute. Lo rivela una ricerca pubblicata sul sito di studi di settore, Statista, intitolata Digital Assets: Market Data & Analysis.

Secondo i dati, in Russia potrebbero essere 38,5 milioni gli utenti di crypto entro il 2027. Rispetto al dato rilevato nel 2022, 19,3 milioni, si tratterebbe di un aumento del 15% su base annua. Si tratta del tasso di crescita medio più alto rispetto agli altri paesi oggetto di rilevazione.

La Russia è al secondo posto al mondo per utilizzo delle crypto, seconda solo agli Stati Uniti. Ma supera di parecchie lunghezze anche alcuni tra i paesi in cui è più diffusa la cultura crypto, come Regno Unito, Giappone, Canada e Germania.

Negli Stati Uniti gli utenti crypto sono stati 52,8 milioni nel 2022. Questo dato supera di poco le stime previste per i russi entro il 2027.

Si prevede un aumento della base di utenti anche negli Stati Uniti. Il numero potrebbe quasi raddoppiare in cinque anni fino a raggiungere i 102,2 milioni entro il 2027. In generale, il tasso di crescita su base annua per Stati Uniti, Giappone ed Europa tra il 2022 e il 2027 è stimato al 14%. Un punto in meno rispetto alla Russia.

In totale l’Europa nel 2022 ha contato 101,5 milioni di utenti crypto, dato che sembra destinato a salire a 191,6 milioni entro il 2027.

Il resto del mondo vedrà una crescita esponenziale nell’adozione delle criptovalute.

Al momento in totale si contano 291,7 milioni di utenti se non si considerano Stati Uniti ed Europa continentale. La cifra aumenterà del 20% su base annua fino a raggiungere i 729,3 milioni nel 2027.

Criptovalute, NFT o DeFi?


Un aspetto interessante da osservare è che la popolarità di NFT e dei protocolli di finanza decentralizzata varia in base all’area geografica. Gli NFT sono senza dubbio più popolari negli Stati Uniti rispetto a qualsiasi altro paese. Nel 2022 gli utenti erano 900.000, cifra che aumenterà fino a 1,6 milioni entro il 2027.

Quasi nessun altro, però, prende gli NFT così seriamente. Il secondo paese per adozione, la Russia, al momento non conta che un terzo degli utenti NFT rispetto agli USA. Le stime per il 2027 si mantengono però stabili e si ritiene possibile il passaggio dagli attuali 300.000 possessori di NFT russi, a 600.000.

In Europa in generale, NFT e dApp esercitano un certo fascino e i dati sono positivi sotto vari aspetti. Il report sottolinea il ruolo di primo piano dei token (sia fungibili che non fungibili) e delle applicazioni decentralizzate che rimarranno un punto di riferimento specie una volta colmati i vuoti legislativi.

La definizione di regole alimenta il tasso di adozione


La definizione di un quadro normativo chiaro sulle crypto è l’elemento che gioca a favore della maggiore adozione delle crypto.

È facile comprendere questa affermazione se si osserva cosa è successo alla Russia negli ultimi anni. Secondo una società di ricerca di Singapore, TrippleA, all’inizio del 2021 circa 17,3 milioni di russi possedevano criptovalute. All’epoca questa cifra rappresentava il 12% della popolazione. L’anno successivo questo dato crebbe di 2 milioni di unità.

Numeri così elevati non sorprendono in un paese in cui nel 2022 il 46% degli acquisti di beni e servizi su Internet sono effettuati con moneta elettronica. In questo importo sono comprese anche le transazioni on-chain che valgono 16,8 miliardi.

In passato la Banca centrale russa e il Cremlino hanno assunto posizioni restrittive nei confronti dell’adozione delle crypto, in particolare sono state scoraggiate le attività di mining. Ma è dopo l’invasione dell’Ucraina e l’imposizione di sanzioni al paese che il governo ha optato per una maggiore flessibilità nei confronti delle transazioni in crypto.

Di recente, il parlamento russo ha discusso un nuovo progetto di legge proposto dai miner che invita a riconoscere l’attività all’interno del tessuto imprenditoriale del paese. Una parte del parlamento sostiene la proposta di legge, ma manca ancora il via libera da parte del Ministero dell’Industria e del Commercio.

In generale, l’approccio del governo russo nei confronti delle crypto è cambiato nel corso del tempo. Parecchia attenzione è stata rivolta allo sviluppo del rublo digitale, malgrado le crypto abbiano dimostrato il loro potenziale per eludere le sanzioni internazionali.

Il ruolo delle norme sulle crypto per determinare il livello di adozione negli Stati Uniti


L’evoluzione sul piano normativo gioca un ruolo essenziale anche per determinare il livello di adozione delle crypto negli Stati Uniti, anche se qui per ragioni politiche e geopolitiche diverse.

Negli Stati Uniti la spinta all’adozione delle crypto arriva dalla recente quotazione degli ETF spot di Bitcoin. Gli ETF sono veicoli di investimento collegati a fondi che acquistano e custodiscono Bitcoin per creare e vendere in borsa le azioni collegate al valore dei fondi.

Le aspettative del comparto crypto erano alte in merito agli effetti dell’approvazione da parte degli Stati Uniti degli ETF spot di Bitcoin. In particolare si attendeva l’ingresso di nuovi investitori come i gestori patrimoniali e i family office, figure tipiche del panorama finanziario USA che gestiscono gli investimenti previdenziali delle varie categorie di lavoratori. L’autorizzazione alla quotazione degli ETF ha rappresentato per queste entità una via d’accesso legalizzata, quindi tutelata, per ottenere un’esposizione a Bitcoin e sfruttarne il potenziale di guadagno.

Molti paesi hanno legalizzato gli ETF negli ultimi anni, tra cui Canada ed Europa. Più remota, invece, sembrava la probabilità che questi veicoli potessero essere quotati negli Stati Uniti dove la posizione della Securities and Exchange Commission (SEC) è stata palesemente anti-crypto dall’insediamento del presidente Gary Gensler nel 2021. Da allora è iniziata una lunga stagione di processi alle diverse società crypto accusate di non rispettare le norme sui titoli azionari.

Gli USA potrebbero perdere il primato sul piano dell’adozione crypto


L’anno scorso le cose sono cambiate. Un tribunale federale ha annullato una sentenza della SEC che negava la richiesta della società finanziaria Grayscale di convertire il suo trust associato a Bitcoin in un ETF, di fatto un ETF associato al prezzo spot del token. Il giudice ha giudicato “arbitrario e capriccioso” il rifiuto della SEC.

Da quel momento si è messo in moto il processo che ha portato all’approvazione nel 2024 da parte della SEC di undici richieste di ETF spot su Bitcoin. Si tratta di uno tra i lanci di ETF di maggior successo della storia: fino a oggi si registrano afflussi per oltre 11,7 miliardi di dollari.

Eppure, gli Stati Uniti potrebbero presto trovarsi molto indietro sul piano normativo rispetto all’UE e al Canada. Per cambiare questo stato di cose è necessario che le società statunitensi che operano nel settore riescano a mantenere intatto il loro primato sul panorama internazionale.

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