Brad Garlinghouse, CEO di Ripple, afferma che Biden perderà le elezioni per colpa della SEC

Lucio Prosperi
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Brad Garlinghouse, CEO di Ripple, ha criticato le opinioni e le azioni del presidente della Commissione per i titoli e gli scambi (SEC) degli Stati Uniti, Gary Gensler, riguardanti l’industria delle criptovalute, suggerendo che potrebbero avere un impatto negativo sulla rielezione del presidente Biden in occasione delle elezioni americane di novembre.

Il CEO di Ripple non ci è certo andato leggere e ha chiesto la rimozione del presidente della SEC, in virtù della sua politica sulle criptovalute.

Le esternazioni di Garlinghouse sono una reazione all’intervista, diventata virale, di Gensler con la giornalista Annmarie Horder all’evento Bloomberg Invest a New York del 25 giugno 2024.

In questa occasione, Gary Gensler ha criticato l’industria delle criptovalute definendola un campo in cui i pionieri del passato sono ora in prigione o stanno affrontando procedimenti giudiziari. Ha inoltre sostenuto che il settore non è conforme alle normative vigenti, il che ha portato a condanne di dirigenti di alto livello in questo ambito.

Il CEO di Ripple ha voluto immediatamente replicare alle affermazioni del presidente della SEC, definendole “sciocchezze assolute”.

Garlinghouse ha anche criticato lo stile di leadership di Gensler, proprio in relazione alla sua gestione del crollo di FTX, sottolineando che il fallimento dell’exchange (nel novembre 2022) ha rivelato una grave e cattiva gestione.

Le indagini hanno dimostrato che FTX aveva sottratto i fondi dei clienti, con il fondatore e CEO Sam Bankman-Fried (SBF) che utilizzava questi fondi per donazioni politiche, contributi a istituzioni (come per esempio Stanford) e per soddisfare i propri piaceri personali.

Tuttavia, già prima dell’annuncio del fallimento di FTX, circolavano rapporti su una stretta relazione tra SBF e Gensler. Diverse fonti, infatti, affermano che alcuni vecchi amici di Gensler lavoravano anche per FTX e si occupavano di organizzare incontri tra SBF e il presidente della SEC. Il deputato Tom Emmer ha persino affermato che Gensler aveva aiutato Bankman-Fried e FTX a sfruttare scappatoie legali per creare un monopolio regolamentare.

Questa reazione del CEO di Ripple è collegata alla controversia legale in corso tra Ripple e la SEC degli Stati Uniti, iniziata nel 2020, quando Ripple è stata accusata di vendere titoli non registrati, il che ha portato la SEC a proporre una multa di 2 miliardi di dollari contro l’azienda. Ripple ha sempre contestato la richiesta della SEC, offrendosi di pagare solamente 10 milioni di dollari.

La controversia legale ha preso una nuova piega dopo l’accordo da 4,47 miliardi di dollari tra la SEC e Terraform Labs e il suo fondatore Do Kwon. Questo ha spinto Ripple a tracciare dei parallelismi e a chiedere una riduzione della pena. Gli avvocati di Ripple hanno dichiarato che Terraform è stata accusata di una frode che ha distrutto miliardi di valore, mentre Ripple è accusata solo di aver venduto titoli non registrati senza accuse di frode.

Le crypto e le elezioni americane: chi vincerà?


Mentre la SEC e il suo presidente continuano a generare cattiva pubblicità per l’amministrazione Biden, gli osservatori del mondo delle criptovalute credono che, con questi comportamenti, l’agenzia stia preparando il terreno per una grande vittoria del candidato pro-crypto Donald Trump.

L’amministrazione Biden, con l’aiuto della SEC, ha infatti imposto rigide linee guida e avviato cause contro le aziende del settore delle criptovalute, limitando significativamente le innovazioni nel settore.

Al contrario, Trump si propone come “il salvatore” dell’industria, avendo chiesto la fine dell’ostilità nei confronti delle criptovalute in America. Il suo sostegno a questo settore si riflette nella decisione della sua campagna di accettare donazioni in criptovalute per “creare un esercito di crypto destinato a contrastare quello anti-crypto”.

All’inizio di giugno, durante una raccolta fondi, Trump ha promesso di diventare il presidente delle criptovalute, differenziandosi in questo modo dalla rigida politica del governo Biden e promettendo di introdurre integrazioni e misure innovative per aiutare il settore negli Stati Uniti.

Queste promesse hanno fatto sì che molti sostenitori delle criptovalute si schierassero con Trump, suggerendo un possibile cambiamento di opinione tra gli elettori man mano che le elezioni si avvicinano.

Oltre che per l’appoggio della comunità crypto, Trump appare in vantaggio anche per le evidenti difficoltà che sta vivendo Joe Biden.

I due, nella notte italiana, si sono affrontati in un dibattito che non ha giovato all’immagine dell’attuale presidente, che è apparso spesso confuso, in affanno e con la voce roca. Tutti elementi che hanno mandato nel panico il Partito Democratico, a tal punto che sono addirittura cominciate a circolare delle voci sulla scelta di un nuovo candidato per la Casa Bianca.

Dallo scontro è emerso un Trump sicuro di sé e pimpante mentre Biden è sembrato affaticato e in difficoltà. Alla fine del confronto, il commento più “leggero” che l’attuale presidente ha ricevuto è stato quello di Van Jones, esperto di politica della CNN: “Gli voglio bene, ma è stato doloroso vederlo così…”

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