Do Kwon e Daniel Shin crearono Terraform Labs per montare una truffa

Aniello Raul Barone
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I pubblici ministeri sudcoreani hanno presentato prove che suggeriscono che il cofondatore di Terraform Labs, Do Kwon, e il socio ed ex CEO di Chai Corporation, Hyun-seong Shin, noto come Daniel Shin, potrebbero aver pianificato fin dall’inizio di ingannare gli investitori.

L’ufficio del procuratore del distretto meridionale di Seoul ha presentato una dichiarazione scritta al tribunale del processo di Shin in cui si afferma che uno scambio di messaggi del maggio 2019 tra Kwon e Shin riguarda l’app di pagamento “Chai“.

Secondo quanto riportato dai media locali, i procuratori sostengono che la conversazione rivela che Kwon ha proposto la creazione di “transazioni false che sembrano reali” per gonfiare l’attività dell’app, e che Shin avrebbe risposto suggerendo di “testarla su piccola scala”.

Do Kwon aveva intenzione di ingannare gli investitori fin dall’inizio?


Secondo i pubblici ministeri, lo scambio di messaggi tra Kwon e Shin dimostra “l’intenzione di ingannare gli investitori manipolando le transazioni relative a Terra”.

I procuratori ritengono che la società mirasse ad attrarre investimenti gonfiando artificialmente il volume degli scambi attraverso transazioni inventate.

Shin e i suoi rappresentanti hanno negato le accuse, attribuendo il collasso di Terra e Luna alla leadership di Kwon e a pressioni esterne.

Questa conversazione è stata anche usata come prova nel processo intentato dalla Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense contro Kwon nel distretto meridionale di New York.

In quel caso, ad aprile, la giuria statunitense si è espressa a favore della SEC riconoscendo l’intento fraudolente di Kwon.

Terraform Labs: Do Kwon deve pagare 4,5 miliardi di dollari nonostante il fallimento, restano dubbi sui beni congelati


La causa della SEC, intentata nel 2021, accusava Terraform Labs e il suo cofondatore di aver ingannato gli investitori in merito alla stabilità della piattaforma Terra, causando loro notevoli perdite finanziarie.

A seguito del verdetto della giuria, è stato raggiunto un accordo da 4,47 miliardi di dollari, che impone a Kwon di pagare una multa salata e di rimborsare gli investitori (circa 6,1 trilioni di won).

L’accordo è ora in attesa dell’approvazione di un giudice federale. Attualmente, Kwon deve affrontare anche accuse penali negli Stati Uniti ed è trattenuto in Montenegro in attesa di un procedimento di estradizione.

Tuttavia, quando a gennaio la società ha presentato istanza di fallimento, ha dichiarato che le sue attività e passività oscillavano tra i 100 e i 500 milioni di dollari. Trattandosi di un accordo del valore di 4,5 miliardi di dollari, non è ancora chiaro da dove proverrà il denaro.

Congelati i beni di Do Kwon


A maggio, un tribunale della Corea del Sud ha approvato la richiesta del pubblico ministero di congelare i beni di Do Kwon, per un valore di circa 233,3 miliardi di KRW (176 milioni di USD).

L’azione esecutiva riguarda una serie di beni di Kwon, tra cui la sua residenza privata a Seoul, varie proprietà immobiliari, veicoli importati, titoli presso Mirae Asset Securities, depositi presso la Woori Bank e criptovalute su diversi exchange.

Il portavoce dell’ufficio del procuratore di Seoul, Kim Hee-kyung, ha confermato questi dettagli e ha fatto notare che si ritiene che i beni congelati corrispondano ai profitti illeciti maturati da Kwon.

In base agli attuali vincoli legali, a Kwon è vietato trasferire o vendere questi beni, che sono stati destinati a essere utilizzati come risarcimento in attesa della decisione finale del tribunale.

L’ufficio del procuratore non ha fornito ulteriori commenti in merito agli specifici beni di Kwon in Corea del Sud né agli sforzi per coordinarsi con le autorità straniere per congelare i suoi beni situati all’estero.

La giurisdizione della SEC contestata in nuovi documenti


Il mese scorso il team legale di Terraform Labs ha presentato un fascicolo che contesta la portata e la giurisdizione della SEC nel loro caso.

Il fascicolo, datato mercoledì 1 maggio, afferma che la maggior parte delle vendite di token di Terraform è avvenuta al di fuori degli Stati Uniti, mettendo in discussione la ricerca di miliardi di risarcimento da parte della SEC sulla base di attività limitate all’interno degli Stati Uniti.

Il team legale sostiene che la SEC non ha collegato adeguatamente le azioni di Terraform o del suo fondatore, Do Kwon, a perdite finanziarie significative negli Stati Uniti.

In un documento separato ma correlato, gli avvocati di Do Kwon sostengono che le sue attività, condotte principalmente in Corea e a Singapore, non hanno avuto un impatto significativo e prevedibile sul mercato statunitense.

Essi contestano il fondamento delle accuse della SEC, sostenendo che l’ente regolatore statunitense non è riuscito a dimostrare che il ruolo di Kwon presso Terraform abbia avuto effetti sostanziali negli Stati Uniti.

Queste argomentazioni fanno parte dei continui sforzi di Kwon e del suo team legale per contestare la giurisdizione e la portata della SEC in questo caso internazionale.

Terraform Labs: “Non siamo d’accordo”


In aprile, la SEC ha presentato una mozione per ottenere una sentenza definitiva contro Terraform Labs e il suo fondatore Do Kwon, in seguito al verdetto della giuria del 5 aprile che li ha dichiarati colpevoli di tutte le accuse.

La mozione della SEC chiede al tribunale di imporre un’ingiunzione permanente a Terraform e Kwon, con l’obiettivo di applicare una conformità normativa più rigorosa e sanzioni potenzialmente significative.

Questo passo legale è una conseguenza diretta della decisione della giuria, che sottolinea la gravità delle accuse contro Terraform e il suo fondatore.

Dopo il verdetto della giuria, Terraform Labs ha espresso pubblicamente il proprio disappunto e ha sollevato dubbi sull’equità e l’accuratezza della decisione della giuria, indicando scetticismo nei confronti del risultato.

Liberato, ma non libero: Un avvocato contesta la detenzione dopo il rilascio dal carcere


Dopo essere stato rilasciato a marzo, Do Kwon, cittadino sudcoreano, non ha ottenuto la libertà ma è stato preso in custodia dai funzionari dell’immigrazione. Dopo un interrogatorio di cinque ore, è stato trasferito in un centro di detenzione per stranieri.

L’avvocato di Kwon, Goran Rodić, ha contestato la legalità di questa azione e intende impugnarla presso il Tribunale amministrativo. Rodić sostiene che Kwon avrebbe dovuto essere lasciato libero in attesa della decisione sulla sua estradizione, come previsto da una precedente decisione del tribunale che gli avrebbe dato il diritto di difendersi durante il processo di estradizione.

Secondo Rodić, le misure adottate dai funzionari dell’immigrazione, tra cui il rafforzamento della sicurezza e quello che lui sostiene essere un interrogatorio illegale presso la sede della polizia, non erano giustificate.

Nonostante il fallimento, Terraform si impegna a rispettare gli obblighi finanziari


A gennaio di quest’anno Terraform Labs ha presentato istanza di fallimento ai sensi del Capitolo 11 negli Stati Uniti, come risulta da recenti documenti giudiziari.

Secondo l’istanza presentata al tribunale fallimentare del Delaware, le attività e passività di Terraform Labs sono comprese tra i 100 e i 500 milioni di dollari.

Nonostante la procedura fallimentare, Terraform Labs si è impegnata a rispettare gli obblighi finanziari nei confronti dei dipendenti e dei fornitori senza dover ricorrere a ulteriori finanziamenti. L’azienda intende inoltre mantenere la sua espansione nel settore Web3.

Secondo la dichiarazione ufficiale:

“L’archiviazione consentirà a TFL di portare avanti il suo piano aziendale mentre si occupa dei procedimenti legali in corso, tra cui le controversie rappresentative in corso a Singapore e le controversie statunitensi che coinvolgono la Securities and Exchange Commission (SEC)”.

I documenti del tribunale rivelano che Kwon è l’azionista al 92% di Terraform Labs, mentre la quota rimanente è di proprietà dell’imprenditore sudcoreano Daniel Shin. La società è registrata e ha sede legale a Singapore.

L’amministratore delegato di Terraform Labs, Chris Amani, ha dichiarato:

“La comunità e l’ecosistema Terraform hanno dimostrato una resistenza senza precedenti di fronte alle avversità, e questa azione è necessaria per permetterci di continuare a lavorare verso i nostri obiettivi collettivi, risolvendo al contempo le sfide legali ancora aperte”.

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