Il Data Act ignora le richieste del settore blockchain

Gaia Rossi
| 2 min read

Blockchain

Le nuove norme dell’Unione Europea riguardanti il Data Act sembrano aver ampiamente ignorato le richieste di alcuni importanti operatori del settore blockchain, tra cui Polygon, NEAR e Cardano.

Il Data Act e le sfide per il settore blockchain


Il Data Act mira principalmente a regolare gli accordi automatizzati di condivisione dei dati, ma ha suscitato una serie di preoccupazioni nel settore blockchain. La versione finale delle norme, pubblicata il 7 luglio, sembra non aver tenuto in considerazione i desideri e le richieste avanzate dai rappresentanti del settore.

In particolare sembra che le disposizioni riguardanti la sicura interruzione degli accordi automatizzati si concentrano principalmente sugli “smart contract”, e non sui “contratti digitali”, preferiti invece dal mondo della blockchain.

I progetti come Stellar, Polygon, NEAR e Cardano hanno cercato di far sentire la propria voce attraverso appelli e una lettera aperta indirizzata ai negoziatori. Ma le loro richieste non hanno trovato ascolto e il testo finale del Data Act continua a riferirsi agli smart contract.

Smart contract a rischio


Una delle principali preoccupazioni dell’industria blockchain riguarda la possibilità che molte applicazioni basate su smart contract possano diventare illegali a causa delle nuove norme. Il testo impone anche obblighi ai “venditori” di programmi automatizzati, ma ciò solleva timori riguardo a una possibile “responsabilità perpetua e illimitata” nei casi decentralizzati, dove non è presente un unico venditore.

Anche se il testo è stato modificato rispetto alle proposte iniziali della Commissione Europea del febbraio 2022, il campo di applicazione rimane molto ampio, includendo l’esecuzione automatizzata di accordi di condivisione dei dati tramite dispositivi intelligenti come automobili e frigoriferi connessi. Non copre, però, le reti private o autorizzate, rendendo il campo di applicazione più esteso di quanto richiesto dai lobbisti dell’industria blockchain.

Alcuni operatori, come Iota, hanno già reagito attraverso i loro account Twitter per esprimere le loro preoccupazioni riguardo al testo.

Il testo proposto è stato distribuito in via privata ai governi membri dell’UE dalla Spagna, che presiede attualmente i negoziati.
Secondo il testo, è stato raggiunto un accordo politico provvisorio durante una riunione il 27 giugno, la quale ha concluso con successo i negoziati con i legislatori del Parlamento europeo.

Per diventare legge, il testo deve essere approvato dal Parlamento e successivamente dai governi membri del Consiglio dell’UE.

Leggi anche:

 

Segui Cryptonews Italia sui canali social