Ethereum: 100 milioni di indirizzi con saldo non nullo – Cosa significa per il prezzo di ETH?

Sauro Arceri
| 4 min read
Ethereum Cover Art - Fonte: Shutterstock
Ethereum Cover Art – Fonte: Shutterstock

L’orso selvaggio che ha dominato il mercato nel 2022 e, nello stesso periodo, il crollo di uno dei principali token di exchange, non hanno avuto alcun effetto sull’aumento del numero di indirizzi attivi Ethereum, che lunedì hanno raggiunto il nuovo tetto record di 92,5 milioni.

Grafico del numero di indirizzi attivi Ethereum - Fonte: Glassnode
Grafico del numero di indirizzi attivi Ethereum – Fonte: Glassnode

Alcuni analisti considerano il numero di indirizzi Ethereum attivi, cioè con saldo non nullo, come un indicatore della “adozione” più ampia della seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato. In quest’ottica, l’aumento continuo e apparentemente inarrestabile del numero di indirizzi Ethereum a saldo non zero può essere interpretato come un segnale rialzista a lungo termine per la criptovaluta ETH.

100 Milioni di wallet con indirizzi a saldo non-zero nel secondo trimestre fiscale?

Nel corso degli ultimi tre anni, Ethereum ha aggiunto circa 20 milioni di indirizzi con un saldo non nullo all’anno. I calcoli di fondo implicano quindi che, con solo 7,5 milioni di indirizzi da aggiungere, il traguardo dei 100 milioni di indirizzi sarà probabilmente raggiunto nel secondo trimestre del 2023.

Questa sarà senza dubbio una grande notizia. I mercati delle criptovalute sono notoriamente volubili verso queste notizie. Di conseguenza i traders non dovrebbero essere troppo sorpresi di vedere ETH ricevere una spinta nel periodo immediatamente successivo al raggiungimento del traguardo dei 100 milioni di indirizzi attivi, grazie a tutto il clamore che questo risultato attirerà.

Anche altre metriche segnalano la continua e forte crescita della rete Ethereum

La crescita del numero di indirizzi Ethereum a saldo non nullo è considerata da alcuni una metrica troppo grossolana: ogni nuovo indirizzo non nullo non corrisponde necessariamente a un nuovo utente. Fortunatamente per i sostenitori di Ethereum, c’è una lunga lista di altre metriche che indicano una forte e continua crescita della sua rete.

Secondo un rapporto  pubblicato dalla società di sviluppo di software blockchain Alchemy, per esempio, il numero di smart contracts distribuiti sulla main-net di Ethereum è cresciuto di quasi il 300% nel 2022. Ciò significa che la crescita degli smart contracts è stata più o meno pari al tasso di aumento registrato nel 2021, nonostante il trend ribassista del mercato nel 2022. Alla fine del quarto trimestre del 2022, il rapporto rilevava 4,6 milioni di smart contract distribuiti sulla blockchain di Ethereum.

“La comunità di sviluppatori Web3 si sta dimostrando estremamente resistente”, ha commentato Jason Shah, responsabile della crescita di Alchemy, e poi ha aggiunto: “Questo rapporto dimostra che sono concentrati e motivati come sempre a costruire il futuro di questo ecosistema, pur riconoscendo onestamente le inutili battute d’arresto che abbiamo visto nel 2022”.

Anche il numero di validatori della rete Ethereum è aumentato; dopo aver superato i 400.000 lo scorso luglio, di recente hanno superato quota 500.000.

Un validatore di rete è un computer che esegue un software che verifica e convalida le transazioni sulla blockchain. Un numero più elevato di validatori è considerato un segno di forza della rete, in quanto implica che sarebbe più difficile per un gruppo malintenzionato di validatori ottenerne il controllo e corrompere la blockchain.

La deflazione di Ethereum: un’altra argomentazione che prenderà piede nel 2023

Il mercato orso delle criptovalute, iniziato poco più di un anno fa, ha fatto sì che il declino del prezzo di Ethereum (ETH è sceso di circa il 67,5% rispetto ai massimi storici registrati nel novembre 2021) sia stato la storia dominante degli ultimi trimestri.

Tuttavia, nel settembre 2022 è stata apportata una modifica fondamentale al protocollo di Ethereum che probabilmente darà alla criptovaluta un’importante spinta a lungo termine. Lo scorso settembre, Ethereum è passato da un meccanismo di consenso proof-of-work a un meccanismo di consenso proof-of-stake, molto meno dispendioso in termini energetici.

Questo non solo riduce le preoccupazioni sull’impatto ambientale della criptovaluta, il che potrebbe aiutarla ad attrarre flussi di capitali istituzionali nei prossimi anni, laddove il rivale Bitcoin, molto più energivoro, potrebbe avere difficoltà, ma anche il tasso di inflazione di Ethereum è calato drasticamente.

Infatti, alla data di domenica 15 gennaio, il tasso di emissione annuale di Ethereum si aggirava intorno allo 0,55%, mentre il tasso di combustione era di poco inferiore all’1,2%. Di conseguenza, Ethereum sta attualmente sperimentando una deflazione di circa lo 0,65% all’anno. Quando Ethereum era ancora una blockchain proof-of-work, il suo tasso di inflazione era del 4-5%.

Grafico che confronta il prezzo in dollari (linea nera), il tasso di emissione in % (linea celeste) e il tasso di variazione netto annualizzato dell'offerta di Ethereum (linea viola). La linea verde e quella arancio corrispondono rispettivamente all'emissione di Ethereum e al suo “burn-rate” – Fonte: Glassnode
Grafico che confronta il prezzo in dollari (linea nera), il tasso di emissione in % (linea celeste) e il tasso di variazione netto annualizzato dell’offerta di Ethereum (linea viola). La linea verde e quella arancio corrispondono rispettivamente all’emissione di Ethereum e al suo burn-rate” – Fonte: Glassnode

Alcuni analisti hanno ipotizzato che l’impatto deflazionistico del MERGE possa aver contribuito a evitare che l’ETH scendesse sotto i 1.000 dollari e toccasse nuovi minimi annuali subito dopo il crollo di FTX. Per contro, il Bitcoin ha toccato nuovi minimi annuali sulla scia della debacle di FTX.

Ethereum subirà presto il suo prossimo importante aggiornamento. L’hard-fork “Shanghai” è previsto per marzo e consentirà di ritirare per la prima volta gli ETH in stake, un cambiamento che si preannuncia molto positivo per il protocollo in quanto incoraggerà un maggior numero di investitori a puntare i propri ETH. 
 

Leggi anche:

Segui Cryptonews Italia sui canali social