Il CEO di Celestia (TIA) ricorda i suoi esordi come (giovanissimo) hacker

Laura Di Maria
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Mustafa Al-Bassam, cofondatore e CEO di Celestia, di recente è stato colto dalla nostalgia dei tempi andati e ha ricordato a tutti il suo passato come hacker. Al suo attivo, vanta alcuni importanti attacchi a entità come la CIA e l’americana Westboro Baptist Church.

Con un post su X, ex Twitter, Al-Bassam, ha ricordato la sua storia di hacker iniziata durante l’adolescenza quando faceva parte del gruppo di hacker LulzSec. Durante questo periodo è stato coinvolto in vari attacchi informatici, tra cui un importante attacco DDoS contro il sito della CIA.

Attacco in diretta durante un programma radiofonico di un gruppo omofobo americano

Non si è trattata, tutto sommato, di una rivelazione sorprendente. Il giovane Mustafa era stato condannato all’età di 18 anni, e poco prima di sostenere gli esami di maturità, per aver partecipato agli attacchi organizzati dal gruppo hacker LulzSec.

Al-Bassam, che online era noto con il nickname tFlow, allora aveva ricevuto una pena detentiva di 20 mesi con la condizionale e l’obbligo di svolgere 300 ore di lavori socialmente utili non retribuiti.

Ricordando i vecchi tempi, Al-Bassam, ha scritto su Twitter:

“Il mio hack preferito non è stato quello alla CIA (che non era nemmeno un hack ma un DDoS), ma alla Westboro Baptist Church… che abbiamo hackerato durante un programma radiofonico dal vivo.”

Nel suo post, Al-Bassam ha condiviso il video del programma radiofonico di 13 anni fa, durante il quale erano ospiti lui e Shirley Phelps-Roper della Chiesa Battista di Westboro.

Roper accusava allora tFlow di essere stato l’autore di mail minatore che minacciavano la chiusura del sito. In quel periodo, però, il gruppo di cui Al-Bassam faceva parte non aveva preso di mira la Westboro Baptist Church. Era stato un altro attivista, noto come Jester, che puntava a oscurare il sito.

Al-Bassam ha militato con Anonymous per rivendicare i diritti civili

Gli attivisti avevano preso di mira la Chiesa Battista perché di fatto si trattava di un attivo e controverso gruppo omofobo che incita all’odio negli Stati Uniti. Durante l’intervista la Phelps-Roper è intervenuta provocatoriamente sostenendo che “Internet è stato inventato perché la Westboro Baptist Church potesse diffondere il suo messaggio”.

Tanto è bastato perché Al-Bassam prendesse iniziative, aveva 16 anni all’epoca, e violasse il sito con un attacco di tipo defacing. Aveva, cioè, pubblicato in home page un comunicato che oscurava il contenuto del sito e ne confermava la violazione.

Al-Bassam ha anche dato il suo contributo durante i movimenti di riscatto popolare in Magreb e in Medio Oriente nel 2011 noti come Primavera araba. In quella circostanza aveva aiutato gli attivisti presi si mira dai server spia impiegati dai regimi oppressivi contro cui protestavano. È noto, infatti che il governo tunisino aveva iniziato a spiare i social media dei cittadini per identificare i manifestanti.

L’importanza della sicurezza informatica

Mustafa ha poi studiato Computer Science al King’s College di Londra a cui è seguito un dottorato presso la UCL. Da tempo insiste nel divulgare la necessità di rinforzare i sistemi informatici delle istituzioni chiave. In particolare, ritiene che il sistema bancario sia ancora molto esposto ad attacchi di sicurezza informatica.

LulzSec ha violato numerose organizzazioni chiave, tra cui la CIA, la U.K. Serious Organised Crime Agency, Fox e Sony.

Nel 2016 le sue prodezze avevano anche ispirato una piece teatrale, Teh Internet Is Serious Business, rappresentata al Royal Court Theatre di Londra.

Intervistato allora per presentare l’opera teatrale dalla testata inglese This Is Money, aveva dichiarato che non ha senso distinguere tra pratiche di hacking white hat e black hat.

In concreto aveva dichiarato che “l’etica dell’hacking non è né bianca né nera, ma ha più 256 sfumature di grigio, come qualsiasi altra attività della vita”, 256 sono le sfumature di grigio che uno schermo di computer può identificare.

I white hacker possono essere reclutati per svolgere attività che di solito possono essere perseguite dalla legge. Al contrario, gli hacker che agiscono nell’ombra, i black hat, possono intervenire anche in difesa dei diritti civili degli attivisti che contestano i regimi dittatoriali.

Celestia continua a mietere successi

La rete modulare Celestia è stata fondata 2019 per integrare i dati off-chain e migliorare la scalabilità dei processi man mano che aumenta il numero di utenti.

Il progetto è nato grazie a un forte finanziamento iniziale, inclusi 55 milioni di dollari provenienti da importanti società di venture capital. Il progetto si concentra sulla disposizione e condivisione dei dati relativi alle transazione tra le blockchain in modo decentralizzato.

Il punto forte dell’ecosistema Celestia è quindi consentire uno sviluppo meno oneroso e più efficace di Dapp, le applicazioni decentralizzate sviluppate su blockchain.

La traiettoria del prezzo di TIA conferma l’andamento positivo del progetto e ha disegnato una curva ascendente ininterrotta dal momento del lancio, lo scorso ottobre. Da allora il prezzo ha registrato guadagni nell’ordine del 768% e continua a salire.

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