Le riserve di ETH e BTC degli exchange sono crollate del 50%

Marcello Bonti
| 2 min read

Bitcoin

Le riserve di Bitcoin ed Ether sugli exchange statunitensi sono scese sotto il 50%. La notizia arriva mentre l’ente di vigilanza sui mercati statunitense continuano a dare filo da torcere alle piattaforme di criptovalute. Sono tempi duri per chi vuole investire in crypto.

Riserve di BTC ed ETH in picchiata negli USA


Le riserve di Bitcoin ed Ether negli exchange crypto con sede negli Stati Uniti sono scese al di sotto del 50% a causa delle manovre repressive adottate dagli organi di governo del Paese.

Secondo l’agenzia di ricerca sul mondo crypto e blockchain, CryptoQuant, “Gli exchange di criptovalute con sede negli Stati Uniti sono stati sfrattati agli exchange offshore/internazionali in termini di quantità di bitcoin custoditi per conto dei loro clienti”.

Il report è stato pubblicato sulla testata specialistica The Block la scorsa settimana. “Le riserve di bitcoin presenti negli exchange con sede negli Stati Uniti sono scese al livello più basso dal gennaio 2017”, ha spiegato CryptoQuant.

Le riserve di criptovalute si riferiscono alla quantità di monete e token che gli exchange custodiscono per conto dei loro clienti.

Di solito, queste riserve permettono le attività di trading e servono come misura della liquidità.

Il calo delle riserve di criptovalute può essere un segnale dell’aumento dei prelievi da parte dei clienti degli exchange che percepiscono problemi di sicurezza, oppure decidono di conservare i loro fondi in wallet privati.

La guerra alle crypto negli Stati Uniti è iniziata


Il legislatore statunitense continua un’attività repressiva nei confronti delle criptovalute con sede nel territorio, generando un vantaggio per i concorrenti stranieri.

La scorsa settimana, la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti ha citato in giudizio Binance e Coinbase con l’accusa di aver violato le norme sui titoli.

Nel frattempo, altre nazioni hanno adottato una politica più favorevole alle crypto. È il caso di Hong Kong. Di recente la città stato ha implementato politiche favorevoli alle criptovalute per attrarre un numero sempre maggiore di aziende e utenti crypto.

Secondo CryptoQuant, “il governo federale degli Stati Uniti e le autorità di vigilanza stanno ostacolando l’operato delle imprese di criptovalute con sede negli Stati Uniti. La SEC non è stata chiara su come gli exchange possano conformarsi alle sue regole.

Proprio per questo motivo alcuni exchange cesseranno le operazioni negli Stati Uniti. Altri exchange con sede negli Stati Uniti lanceranno nuove piattaforme che opereranno al di fuori degli Stati Uniti”.

La scorsa settimana, il membro del Consiglio di Hong Kong Johnny Ng ha invitato Coinbase e altri exchange crypto a stabilire la sede operativa nell’hub di recente creazione.

“Offro il benvenuto a tutti gli operatori globali di trading di asset virtuali, tra cui Coinbase, e li invito a venire a HK per la realizzazione di piattaforme di trading legittimate e per ulteriori progetti di sviluppo”, ha twittato Ng. “Sentitevi liberi di contattarmi e sarò lieto di fornire qualsiasi assistenza”.

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