L’influenza della Cina su Ethereum: le accuse di John Deaton

Marcello Bonti
| 2 min read

Il noto avvocato pro-crypto John Deaton ha lanciato dure accuse su una presunta influenza della Cina su Ethereum. Il nodo della questione sarebbero la società cinese Wanxiang e la seconda crypto per market cap.

Le accuse di Deaton sull’ingerenza cinese su Ethereum


L’avvocato pro-XRP John Deaton ha ri-postato un articolo virale che rivela l’influenza della Cina su Ethereum. L’avvocato condivide le opinioni espresse nel post e ha anche ricordato che l’ex presidente della SEC William Hinman ha testimoniato di sapere come era suddivisa la proprietà di ETH, quanti token possedesse Vitalik Buterin, la Ether Foundation, Joseph Lubin e Consensys, ma di aver dimenticato le percentuali di questa distribuzione.

L’articolo incriminato è stato pubblicato all’inizio di questa settimana su Crypto Geek, col titolo “Ethereum, il legame cinese di Vitalik Buterin: Quanto è profondo?”.

In particolare, il pezzo solleva dubbi sui legami tra Buterin e la Cina, e in particolare in che modo la politica nazionale abbia influenzato le attività di Ethereum.

L’articolo tratta vari temi, tra cui Hunter Biden, il figlio del Presidente Joe attualmente sotto accusa per frode fiscale, e Donald Trump. Ma il tema più caldo dell’articolo è legato al dottor Xiao Feng, direttore esecutivo della China Wanxiang Holding.

Quindi si fa riferimento al libro “The Infinite Machine” dello stesso Feng, e sulla collaborazione con Ethereum per sviluppare la blockchain in Cina.

Donazioni poco trasparenti


Stando a quanto si dichiara nel libro, Feng ha fatto grandi donazioni alla Fondazione Ethereum. Si sa che la “donazione” di 500.000 dollari fatta da Feng è stata poi convertita in oltre 416.000 ETH. Quello che non si sa, prosegue l’autore dell’articolo di Crypto Geek è “quanto Feng/Wanxiang abbia ricevuto in cambio del loro ulteriore finanziamento alla Fondazione”.

Ad avallare i sospetti, si aggiunge anche la dichiarazione dell’esperto crypto noto col nick TruthLabs. L’analista ha individuato dei collegamenti tra i wallet di proprietà di Wanxiang e la fondazione Ethereum.

A quanto pare, il 10% circa del circolante di ETH è stato assegnato ai membri della Fondazione Ethereum e la sua ICO è stata altrettanto problematica. Secondo TruthLabs, Wanxiang ha fatto da intermediario per il governo cinese per acquistare grandi quantità di ETH attraverso l’ICO.

L’autore ritiene inoltre che la recente transizione al meccanismo di consenso Proof of Stake di Ethereum sia anch’essa sospetta. Infine, l’articolo approfondisce le operazioni non proprio trasparenti di Wanxiang in Cina e le sue affiliazioni con il Partito Comunista Cinese (PCC).

Anche se gran parte dell’articolo si basa su sospetti e speculazioni, la community crypto aspetta dei chiarimenti dallo stesso Buterin per mettere a tacere queste accuse con la sua versione dei fatti.

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