L’Influenza della Cina sulle criptovalute: una realtà da affrontare!

Christian Boscolo
| 2 min read

La Cina, con la sua lunga storia legata alle criptovalute prima del ban, continua a detenere un ruolo centrale nell’arena finanziaria digitale. Fino a poco tempo fa i miners cinesi dominavano la produzione computazionale di Bitcoin ed Ethereum eclissando qualsiasi altro Paese.

Tra le fila delle principali società cripto molte hanno ricavato profitti maggiori dalla Cina rispetto a qualsiasi altra nazione. Exchange come Bitmain, Canaan, Binance, OKCoin, Tether, Huobi, OKX, Ebang e molti altri, hanno prosperato grazie al mercato cinese.

Tuttavia, il governo di Xi Jinping ha più volte reso difficile l’attività legata agli asset digitali sia per quanto riguarda gli scambi di crypto sia per l’attività di mining. I miners dopo il ban hanno venduto la quasi totalità degli hardware necessari al proof-of-work (PoW) sul territorio.

Piattaforme come Binance hanno sospeso le operazioni in Cina durante i periodici “divieti” imposti dal governo. A ottobre 2021, i miners cinesi sono stati costretti a sospendere l’attività in ottemperanza al divieto di PoW da parte di Pechino.

Le restrizioni cinesi nel mondo delle criptovalute hanno scatenato onde d’urto significative sui mercati. Nel 2021, i divieti hanno causato un crollo di 400 miliardi di dollari.

Il richiamo delle Cina


Eppure, molti exchange fanno ritorno in Cina appena possono. Le criptovalute offrono infatti ai residenti cinesi un metodo redditizio per eludere i controlli sui capitali e sono quindi molto richieste.

Binance ha annunciato più volte la cessazione delle operazioni criptovalutarie per i residenti cinesi ma questi annunci non hanno poi avuto seguito. Nonostante le dichiarazioni di uscita definitiva dalla Cina, Binance continua a trarre circa un quinto dei suoi profitti dal Paese secondo quanto riportato dal sito Protos.com.

Nel maggio 2023, ad esempio, Binance ha registrato transazioni in Cina per un valore di quasi 90 miliardi di dollari. Fonti anonime sostengono inoltre che l’exchange assista i trader VIP per superare le restrizioni cinesi.

La rilevanza della Cina nel panorama delle criptovalute supera le dichiarazioni ufficiali del governo. Le restrizioni non hanno fermato le attività delle aziende del settore né bloccato i residenti dal commercio di asset digitali. Anche funzionari cinesi di alto livello sono stati coinvolti nel finanziamento di Ethereum attraverso reti  proxy.

La crisi Cinese un pericolo per le crypto


L’instabilità economica  si riverbera anche sui mercati delle criptovalute e la predominanza cinese a può causare una flessione del mercato ogni volta che l’economia di Pechino si arresta.

L’incertezza sulla ripresa economica prolungata ha contribuito a periodi ribassisti per le criptovalute. Gli investitori cinesi temono inoltre ulteriori restrizioni future.

Anche i consumatori cinesi esitano a spendere in un contesto economico segnato dalle restrizioni post-Covid-19. La Cina ha affrontato anni di lockdown, con fabbriche chiuse e lavoratori costretti a casa con scarse tutele finanziarie da parte del governo. La sfiducia economica ha eroso i risparmi dei residenti ostacolando gli investimenti in criptovalute.

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