L’ottimismo di Ripple non contagia i mercati ma scrive il futuro delle crypto

Marcello Bonti
| 3 min read

Brad Garlinghouse, il CEO Di Ripple è certo che l’esito della controversia con la SEC sarà favorevole per le crypto, ma non solo. L’intero settore potrebbe beneficiare delle decisioni del tribunale.

Intervistato da Bloomberg lo scorso venerdì, il CEO di Ripple ha ribadito il proprio ottimismo a proposito dell’esito favorevole nei confronti della sua società. Ha fatto leva sulla propria esperienza per lanciare una previsione a più ampio raggio, dichiarando che il successo di Ripple potrebbe segnare un nuovo paradigma per l’intero settore crypto.

La causa, avviata oltre due anni e mezzo fa, nel 2020, ha un valore più ampio rispetto alla singola controversia tra la compagnia e l’autorità di vigilanza sui mercati USA. Durante l’intervista, Garlinghouse ha dichiarato:

“Sono passati quasi due anni e mezzo dall’inizio del processo. Abbiamo cercato di andare avanti il più velocemente possibile. Il materiale dibattimentale è stato interamente presentato alla corte federale e ci aspettiamo di certo una sentenza nel 2023.”

Garlinghouse ha ribadito la necessità della prudenza e della cautela, visto l’impatto che l’esito della vicenda potrebbe avere sull’intero settore delle criptovalute.

Il CEO ha insistito sulle ragioni che hanno spinto, in questi due anni, così tante persone ed entità a prendere parte in favore di Ripple. “È evidente” ha sottolineato, “che la gente si sia resa conto che il caso SEC contro Ripple non riguarda solo Ripple o XRP. In ballo c’è il modo in cui la SEC abbia deciso di attaccare l’intero settore. L’esito sarà cruciale per l’intero settore”.

Le crypto come Internet negli anni ’90


Insomma, l’uomo d’affari che vanta un navigato passato in ambito tech, critica apertamente l’approccio reazionario dell’ente di vigilanza. A questo proposito, il paragone immediato è con internet all’inizio degli anni ’90. Tanti allora criticavano apertamente le possibilità di illecito che questa nuova tecnologia metteva alla portata di molti. In quel contesto, era frequente la richiesta di vietare questa nuova tecnologia.

Il governo, invece, optò per una più lungimirante politica di regolamentazione, cosa che ha permesso a colossi come “Amazon o Google di stabilire le proprie sedi negli USA”.

Leggi chiare e normative più comprensibili, per quanto non ancora complete, rappresentano per Garlinghouse il requisito base per poter progredire e tutelare i clienti.

Della stessa idea anche il General Counsel di Ripple, Stuart Alderoty, il quale sostiene che, stando così le cose, il primo “segnale che si dà alle imprese crypto è: non stabilite la vostra sede negli USA perché qui le norme non sono chiare. Optate per una giurisdizione più trasparente altrove”.

Il ruolo della SEC


In ballo non c’è solo il futuro della compagnia o la possibilità di segnare un precedente per i futuri casi simili che possano riguardare altre società crypto. Per Garlinghouse la decisione finale del giudice sarà cruciale per definire la direzione che intraprenderà l’intero settore delle criptovalute negli Stati Uniti. C’è in ballo anche l’ambito di pertinenza della SEC.

In molti accusano la SEC di valicare il proprio ambito di pertinenza nel tentativo di regolamentare le compagnie crypto. I leader del settore, i legislatori e i membri dell’agenzia, tra cui la Commissaria Hester Pierce, hanno in passato accusato il presidente della SEC Gary Gensler di voler imporre l’ente di regolamentazione sui titoli di borsa anche per la supervisione delle criptovalute.

Grafico a 7 giorni di XRP - Fonte CoinMarketCap

Grafico a 7 giorni di XRP – Fonte CoinMarketCap

Sta di fatto che le dichiarazioni del CEO della compagnia e degli altri dirigenti non sono bastati a dare fiducia ai mercati. Il prezzo di XRP ha registrato una perdita costante nel corso del fine settimana e i guadagni per il token restano fortemente ancorati all’esito della sentenza.

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