Per gli esperti russi Bitcoin non raggiungerà i massimi del 2017

Christian Boscolo
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Siamo abituati a commentare il mercato delle criptovalute con i commenti che arrivano principalmente dagli analisti americani. Nonostante qualche voce fuori dal coro, la narrativa su Bitcoin e le crypto è più o meno la stessa, senza che vi siano spunti particolarmente originali o interessanti.

Per avere un punto di vista differente è fondamentale ascoltare anche le critiche che arrivano da Paesi che sono al di fuori delle logiche economiche occidentali.

Una visione diversa su Bitcoin e i suoi massimi di quest’anno arriva dalla Russia, dove diversi esperti del mondo crypto hanno stilato un rapporto sulle crypto in occasione di un incontro della Fondazione Roscongress, una delle maggiori ONG russe orientate allo sviluppo e organizzatrice di conferenze.

Un vertice della Fondazione Roscongress. Fonte: (RC Dreamteam/YouTube)

La febbre rialzista di Bitcoin crollerà: il parere degli esperti russi


Gli autori del rapporto sostengono che il nuovo picco storico di BTC (ATH) raggiunto a marzo di quest’anno farebbe parte di un “gioco speculativo” ideato per cavalcare le approvazioni degli ETF Spot su Bitcoin negli USA“.

L’improvvisa crescita del prezzo di Bitcoin a marzo “non è però riuscita a provocare un’agitazione simile a quella della fine del 2017“-.

Gli autori del rapporto (ma non sono i prima a farlo, ndr) hanno anche evidenziato che le ricerche sui motori di ricerca Internet “relative alle criptovalute”, sono “rimaste ben al di sotto dei valori massimi”. Un segnale evidente del calo di interesse rispetto al 2017.

Hanno anche aggiunto che, nel 2024, a cercare BTC e temi legati alle criptovalute, è stata la metà delle persone rispetto al 2017.

Un migliore accesso a Bitcoin grazie all’approvazione degli ETF?


Gli esperti russi sono anche scettici sulla cosiddetta democratizzazione di Bitcoin dovuta agli ETF, e ritengono che non sia ancora avvenuta nonostante gli ETF su Bitcoin.

Grafico del prezzo di Bitcoin (Fonte: CoinMarketCap)

Gli autori hanno spiegato che i “protocolli di transazione della rete Bitcoin basati sul mining” sono un “ostacolo” alla “piena inclusione” nel sistema finanziario tradizionale:

In generale, i criptoasset sono ancora poco adatti a una piena integrazione nel sistema finanziario tradizionale. Il principale ostacolo per i trader è il fatto che i criptoasset non sono adatti alla compensazione“.

Nel mondo finanziario, la compensazione “netting” si riferisce alla “presentazione netta di attività e passività separate o di entrate e uscite nel bilancio”.

La Fondazione ha aggiunto che i dati di mercato mostrano che la maggior parte degli investitori considera ancora Bitcoin come un “asset ad alto rischio“, alla stregua dei “titoli tecnologici“.

Inoltre, hanno affermato che BTC è “molto più correlato ai movimenti del mercato azionario” rispetto ad asset come l’oro.

Gli autori hanno anche parlato di una “debole reazione” del mercato Bitcoin all’evento di halving di aprile”, e hanno aggiunto:

Il comportamento di un asset è sempre più determinato dal livello generale di disponibilità dei partecipanti al mercato finanziario ad assumere rischi“.

Il rapporto non è del tutto negativo su BTC o sull’effetto dell’approvazione dell’ETF negli Stati Uniti. Gli autori scrivono che nel lungo periodo:

L’emergere di ETF  Spot su Bitcoin renderà senza dubbio l’investimento in criptovalute più accessibile a tutti i partecipanti al mercato“.

Sono però anche convinti che il nuovo ATH di Bitcoin sia il risultato della speculazione dei trader e non un apprezzamento dovuto alla maggiore adozione.

Infine, hanno anche dato delle previsioni di prezzo, spiegando che:  “al rialzo, la previsione media massima è di 121.764 dollari, mentre quella minima è di 50.138 dollari”.

Le stable coin influenzano il prezzo di Bitcoin?


Gli autori hanno anche notato che dal 2017 si è verificata una “crescita della capitalizzazione delle stable coin”.

Distribuzione delle stablecoin rispetto a Bitcoin (BTC), Ethereum (ETH) e altri principali criptoasset, in base alla capitalizzazione di mercato, il 5 dicembre 2023. (Fonte: Statista, CoinGecko)

Questo ha contribuito a stimolare un mercato toro (Bull Market) di Bitcoin sia nel 2021 sia nel 2024:

La prima ondata di crescita [del prezzo del Bitcoin] nel 2017 è stata causata dalla diffusione delle criptovalute. La seconda, nel 2021, può essere spiegata da un forte aumento dell’offerta di stablecoin e dal trasferimento dei prezzi agli spazi virtuali“.

Gli esperti hanno concluso che il picco massimo di Bitcoin avvenuto nel 2024 è “dovuto” in parte a “un ripristino dell’offerta di stablecoin”.

Russia: mining in crescita?


All’inizio del mese di maggio gli esperti russi avevano affermato che il mining di BTC e altcoin in Russia è destinato a crescere del 20-40% entro la fine dell’anno.

Gli analisti sostengono che il “basso costo dell’elettricità” e “l’assenza di una rigida regolamentazione da parte delle autorità” stanno determinando “buone dinamiche di crescita” per i minatori di criptovalute.

Il direttore dell’Associazione mineraria industriale, Sergei Bezdelov, ha addirittura dichiarato che il crypto mining industriale “raddoppierà le sue dimensioni” nel 2023.

BitRiver sostiene che lo scorso anno i minatori russi di Bitcoin hanno accumulato un totale di circa 54.000 BTC. L’azienda ha dichiarato che la Russia “continua” a essere una delle maggiori potenze mondiali del crypto mining.

BitRiver ha anche affermato che “oltre il 95%” delle “risorse di calcolo” dei minatori russi viene utilizzato per estrarre BTC. Tuttavia, non tutti gli esperti concordano su questa statistica. Il cofondatore della Encry Foundation, Roman Nekrasov, ritiene che BTC rappresenti il 90% degli sforzi minerari russi.

Il 10% dei minatori russi si concentra invece sulle altcoin come Litecoin (LTC) e Kaspa (KAS).

Al momento, il mining non ha uno status completamente legale in Russia e molti funzionari hanno proposto di vietare le criptovalute in varie forme.

I minatori russi vorrebbero invece che i legislatori “si sbrighino a legalizzare” il  settore, anche se questo darebbe il via al pagamento delle tasse sui loro introiti.

Il Ministero dell’Energia ha ordinato di alleggerire il carico delle reti, obbligando i minatori a spegnere i loro impianti per un periodo di tempo fisso ogni anno.

Secondo quanto riferito, le ultime proposte legislative suggeriscono di limitare il mining privato e di permettere ai fornitori di energia di multare i minatori di cripto sospetti “domestici”.

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