Tether congela i token dei wallet sottoposti a sanzioni dall’OFAC

Gaia Tommasi
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Tether

Tether, la società che ha creato la stablecoin peggata al dollaro, ha congelato i wallet di alcuni indirizzi sanzionate dall’Office of Foreign Assets Control (OFAC).

L’Office of Foreign Assets Control (OFAC) è un’agenzia di intelligence finanziaria e di enforcement del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Amministra ed applica sanzioni economiche e commerciali a sostegno degli obiettivi di sicurezza nazionale e di politica estera degli Stati Uniti

Secondo quanto riportato dalla società si tratterebbe di una misura di precauzione per prevenire l’uso improprio dei suoi token e migliorare le misure di sicurezza, collaborando con le forze dell’ordine e gli enti regolatori.

Il CEO di Tether, Paolo Ardoino, ha dichiarato:

“Questa decisione è in linea con il nostro costante impegno a mantenere alti gli standard di sicurezza per il nostro ecosistema e ad ampliare il nostro stretto rapporto di lavoro con le forze dell’ordine e le autorità di regolamentazione”.
Congelando in maniera volontaria gli indirizzi dei wallet dei nuovi aggiunti alla SDN List e quelli precedentemente inseriti, saremo in grado di promuovere l’uso positivo delle stablecoin e un ecosistema più sicuro per tutti gli utenti”.

Inoltre, mentre la società ha deciso di congelare i fondi associati ad attività illecite, ha inizialmente esitato invece a bloccare i wallet che interagivano con il protocollo di mixing crypto Tornado Cash, sottolineando di non aver ricevuto delle richieste in tal senso dalle forze dell’ordine statunitensi.

Tuttavia, i registri della blockchain parlano chiaro e indicano che Tether ha inserito nella lista nera anche gli indirizzi relativi al mixer crypto.

Solo 11 degli indirizzi sanzionati contengono USDT


Tra gli indirizzi sanzionati, solo 11 contengono la stablecoin USDT. Tether ha infatti bloccato ben 161 wallet di Ethereum, ma solo 150 contengono il suo token.

Non è ancora chiaro se questi wallet abbiano precedentemente detenuto il token USDT o siano stati coinvolti in attività correlate.

Nei restanti 11 wallet, sono detenuti oltre 3,5 milioni di token USDT, ma la maggior parte è concentrata in un unico indirizzo che ne detiene ben 3,4 milioni. Questo indirizzo sembra correlato ad un recente attacco hacker alla piattaforma di scommesse on-chain Stake.

Tra i wallet che detengono il token USDT, due indirizzi contengono circa 20.000 token ciascuno, mentre un altro ne detiene quasi 60.000. I wallet rimanenti, contengono invece cifre inferiori, con uno che detiene solo 16 centesimi di USDT.

Due giorni prima che Tether lo bloccasse, questo wallet era stato utilizzato per trasferire oltre 400.000 USDT ricevuti da THORChain attraverso altri due wallet, rendendo difficile la tracciabilità dei fondi.

La società non ha bloccato tutti i wallet coinvolti in questi trasferimenti, forse perché potrebbero detenere token USDT che operano su chain diverse, comprese le reti di layer 2 di Ethereum.

Una ricerca su Polygonscan ha rivelato due wallet con token USDT su Polygon, ma il totale combinato era di poco più di 10.000 token, con un wallet che deteneva USDT anche sulla mainnet di Ethereum. Una ricerca simile su Arbitrum e Optimism invece non ha prodotto alcun wallet con USDT.

Gli investimenti di Tether in Bitcoin


Nel mese di maggio, Tether ha annunciato l’intenzione di allocare fino al 15% dei profitti netti realizzati in Bitcoin. La società mira a proteggere le sue riserve dalle eventuali flessioni di mercato.

Grazie alla recente impennata dei prezzi, gli investimenti della società in Bitcoin hanno guadagnato circa l’85%, ovvero 1,1 miliardi di dollari, dalla loro acquisizione.

 

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