Un minting di 1.000 NFT va a ruba in 2 ore generando $ 3,2 milioni

Gaia Rossi
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NFT

La startup Ether.fi ha recentemente annunciato un grande successo nel settore degli NFT. Il minting di 1.000 NFT di ether.fan è stato venduto in soli 2,5 ore, per un totale di 1.700 ETH, che al valore attuale corrisponde a un incredibile cifra di 3,2 milioni di dollari. Si legge:

“Il minting è stato completato con la partecipazione di Arthur Hayes e del suo family office, Maelstrom, così come del fondatore di TechCrunch Michael Arrington”.

Per effettuare il minting di un NFT, è sufficiente impegnare almeno 0,1 eth nel servizio di staking offerto da Ether.fi. Ci sono diversi livelli di rendimento: il Bronze inizia al 2,5%, Silver al 3,5%, Gold al 4,5% e Platinum al 6,5%.

Rispetto al rendimento della rete di Ethereum, Ether.fi offre rendimenti inferiori nei primi mesi. Ci vogliono circa 19 mesi per recuperare la differenza di rendimento rispetto alla rete di ETH. Una volta arrivati a questo punto di pareggio, si può guadagnare un ulteriore 1% all’anno.

Inoltre la piattaforma Ether.fi ha introdotto anche i token B-NFT e T-NFT per rendere lo staking più interessante. Il B-NFT offre un rendimento superiore del 50% rispetto al T-NFT, ma richiede una maggiore responsabilità nella gestione del nodo.

Si tratta di uno schema Ponzi?


Sulla loro pagina, Etherfi afferma che non si tratta di uno schema Ponzi, ma la domanda sorge spontanea quando si considerano alcuni elementi complessi.

La piattaforma ha una roadmap di 12 mesi per generare ulteriori fonti di reddito, come le aste degli operatori dei nodi, il restaking dell’Eigenlayer, le fee di scambio dei token LST e i diritti d’autore degli NFT. L’obiettivo finale è quello di costruire aziende su Etherfi attraverso questi protocolli.

Tuttavia, il tempo necessario per recuperare gli investimenti può essere lungo (19 mesi). Alcuni aspetti del progetto, come i B-bills e i T-bills, possono essere complessi da comprendere.

Le regole di Ether.fi sono chiare, ma ci sono ancora domande sulla sostenibilità del rendimento aggiuntivo del 1% e sulla complessità delle dinamiche di guadagno nel lungo termine.

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