Cryptonews Exclusives BTC sta aiutando entrambe le parti nella guerra in Ucraina

BTC sta aiutando entrambe le parti nella guerra in Ucraina

Gavin Brown

Dicembre 17, 2023 16:28 CET | 4 min read

La guerra è costosa. Gli Stati Uniti hanno speso circa 1,1 trilioni di dollari per la guerra in Iraq del 2003 con i soldi di oggi, mentre la guerra delle Falkland è costata al Regno Unito l’equivalente di circa 2,6 miliardi di sterline (3,4 miliardi di dollari).

Il finanziamento è, quindi, una risorsa importante in ogni conflitto, simile a quella dell’artiglieria e del carburante. L’onere della finanza tradizionalmente ricade sui governi, spesso sotto forma di emissione di titoli di guerra. L’Ucraina sta attualmente emettendo 270 milioni di dollari in obbligazioni di guerra proprio per questo scopo.

Tuttavia, è interessante notare che l’Ucraina sta attingendo a opzioni che non erano disponibili fino a tempi molto recenti. Diversi giorni dopo l’invasione russa, Mykhailo Fedorov, vice primo ministro dell’Ucraina e ministro della trasformazione digitale, ha invitato le persone di tutto il mondo a mostrare solidarietà all’Ucraina effettuando donazioni in criptovalute.

Al momento della scrittura, le donazioni hanno superato i 60 milioni di dollari. Questo potrebbe non essere allo stesso livello del valore dei titoli di guerra o degli aiuti finanziari e dell’assistenza militare offerti dai governi di tutto il mondo, ma non è insignificante. Mostra gli individui che hanno collettivamente un impatto simile a uno stato sulla scena globale.

Questo nuovo modo di accedere al capitale privato globale è un aspetto piacevolmente gradito delle criptovalute. Andando direttamente alla gente del mondo, il governo ucraino è stato in grado di raccogliere finanziamenti rapidamente senza bisogno di intermediari finanziari.

Eppure, come sempre con le criptovalute, portano benefici e rischi in egual misura. Hanno anche il potenziale per aiutare i russi a sfuggire al crollo del rublo, contrariamente alle richieste dell’Ucraina. Mykhailo Fedorov, ad esempio, ha supplicato su Twitter che “tutti gli exchange di criptovalute blocchino gli indirizzi degli utenti russi… è fondamentale bloccare non solo gli indirizzi collegati ai politici russi e bielorussi, ma anche per sabotare gli utenti ordinari”.

La comunità crypto non è d’accordo. Un importante utente di Twitter, David Gokhshtein, ha risposto di essere “sicuramente con l’Ucraina e per la pace, ma non lo facciamo in criptovalute”.

Changpeng Zhao, fondatore dell’exchange leader Binance, ha affermato che non è il luogo degli exchange di criptovalute per limitare le attività russe in generale, anche se ha sottolineato che il suo exchange non permetteva a nessuna delle centinaia di ricchi individui russi nelle liste delle sanzioni occidentali di utilizzare i suoi servizi. Anche allora, ha detto, era impossibile fermarli, perché c’erano così tanti altri exchange che potevano invece utilizzare.

Dato che i russi sono limitati a spostare il denaro fuori dal paese sia dalle sanzioni alle banche russe che dai controlli sui capitali imposti dal loro stesso governo, molti sembrano tentare di liberarsi dalle catene della loro identità virtuale nazionale per aggirare queste regole. La domanda russa di VPN, che aiutano le persone a rimanere private online quando utilizzano le reti pubbliche, è aumentata di almeno quattro volte durante il fine settimana, e forse anche di più.

La domanda russa di criptovalute potrebbe già aiutare a spiegare l’aumento di bitcoin questa settimana.

BTC non demolirà le sanzioni russe

Esistono domande su come bitcoin potrebbe influenzare le sanzioni nel loro insieme, che non include solo restrizioni alle banche e agli oligarchi russi, ma è anche precedentemente accusato di essere utilizzato per aggirare le sanzioni. Tuttavia, poiché la comunità globale sembra sempre più fratturata dall’ideologia e dalle lamentele passate, le preoccupazioni per la Russia sono di un ordine diverso.

A mio avviso, tuttavia, è dubbio che le criptovalute salveranno la Russia dalle sanzioni. Anche a parte l’enorme compito di creare le strutture necessarie all’interno delle banche russe, molte delle persone e delle istituzioni che riceverebbero la crypto avrebbero bisogno di creare wallet propri. Oltre a ciò, i valori delle transazioni giornaliere in criptovalute ammontano solo a pochi miliardi di dollari. Questo è un numero grande, ma un ordine di grandezza inferiore al sistema finanziario generale. Se la Russia dovesse iniziare seriamente a utilizzare le criptovalute per i pagamenti, il mercato non è ancora abbastanza maturo per farcela.

Detto questo, vale la pena notare che grazie alla svalutazione del rublo, bitcoin lo ha ora eclissato in valore complessivo. Ora è la quattordicesima valuta più preziosa al mondo, tre posizioni sopra il rublo.

È possibile che gli aspetti positivi che le criptovalute hanno portato a questa guerra saranno un passo avanti verso una sua maggiore accettazione e affinché il mondo elabori una regolamentazione globale armonizzata, vitale affinché raggiunga pienamente il mainstream. D’altra parte, è chiaramente già difficile impedire che le criptovalute vengano utilizzate come un modo per eludere le sanzioni su scala relativamente piccola e ha il potenziale per rendere molto più difficile limitare finanziariamente i paesi emarginati negli anni a venire.

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Questo articolo è stato ripubblicato da The Conversation con licenza Creative Commons. Leggi l’articolo originale.

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Gavin Brown, Professore Associato di Tecnologia Finanziaria, Università di Liverpool.

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