Il trading di cripto diventa più difficile negli Stati Uniti, cosa si può fare?

Alex Lielacher
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Due exchange basati in USA hanno recentemente annunciato il ritiro di diverse criptovalute per i clienti statunitensi presumibilmente in risposta all’incertezza normativa relativa a quali asset cripto verranno considerati dal regolatore finanziario del paese dei titoli e quali non lo saranno.

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Inoltre, venerdì scorso, Binance ha annunciato che, a partire dal 12 settembre, bloccherà i clienti statunitensi dal trading sul suo exchnage principale, Binance.com, in quanto mira a lanciare un exchange locale, Binance.US. Tuttavia, non è ancora chiaro quali token saranno disponibili su questa piattaforma.

Di conseguenza, il trading di cripto sta diventando più limitato negli Stati Uniti, il che solleva la seguente domanda: "Che cosa possono fare gli operatori adesso?"

Ecco alcuni suggerimenti:

  • Spostare il trading di altcoin offshore
  • Utilizzare gli exchange decentralizzati
  • Trattare solo asset "regolati"

Alla luce della limitata offerta di attività di due popolari exchange digitali, i trader statunitensi potrebbero dover passare a borse offshore per soddisfare le loro esigenze di trading di altcoin. A seconda dell’exchange in questione, ciò potrebbe significare utilizzare piattaforme più piccole e non regolamentate, meno liquide e più rischiose da utilizzare. Tuttavia, al momento non vi è nulla che impedisca agli investitori di negoziare su piattaforme offshore.

Inoltre, gli operatori statunitensi potrebbero trasferire le attività di trading su exchange decentralizzati (DEX). Nel caso di Binance DEX, che non è completamente decentralizzato, significherebbe negoziare direttamente all’interno dei portafogli supportati. Effettivamente tutti i DEX basati su Ethereum, EOS e Tron sono (ancora) liberamente accessibili per i traders USA, ed anche il popolare exchange decentralizzato di bitcoin, Bisq, può essere utilizzato da tutti.

L’uso di una rete privata (VPN) sugli exchange centralizzati che hanno bloccato gli utenti americani o che abbiano limitato gli asset trattabili per gli statunitensi è comunque una strada rischiosa perché l’utente è obbligato a compilare un modulo KYC (Know Your Customer) per poter ritirare i fondi, i quali potrebbero andar persi.

Infine, i trader con sede negli Stati Uniti, in particolare quelli che negoziano volumi elevati, potrebbero passare al trading dei soli criptoasset che sono stati approvati di fatto dalla Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense, come bitcoin ed ether, oltre a quelli che sono stati approvati come security token. Sebbene ciò possa ridurre in modo significativo la scelta per gli investimenti, garantirebbe che nessun fondo sia in pericolo a causa di una nuova regolamentazione imminente negli Stati Uniti.

Cosa hanno perso i trader americani

Come Cryptonews.com ha riportato il 17 maggio, l’exchange di beni digitali, con sede in USA, Poloniex ha cessato di offrire il trading di nove criptovalute a seguito della "incertezza normativa nel mercato statunitense".

Le coppie di valute per Ardor (ARDR), Bytecoin (BCN), Decred (DCR), GameCredits (GAME), Gas (GAS), Lisk (LSK), Nxt (NXT), Omni (OMNI), e Augur (REP) sono state disattivate il 29 maggio​​ per i clienti statunitensi perché l’exchange non è stato in grado di accertare se tali attività in futuro possano o no essere classificate come titoli dalle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti. I clienti internazionali non sono stati toccati da questi cambiamenti.

Anche Bittrex ha preso la decisione di rimuovere un elenco di criptovalute per gli utenti americani. In una dichiarazione, la società ha affermato che "alcuni mercati non saranno più accessibili ai clienti statunitensi. I clienti degli Stati Uniti avranno accesso ad un numero più limitato di prodotti rispetto a quelli disponibili per i clientidi Bittrex International non statunitensi."

Gli asset in questione includono Qtum (QTUM), Storj (STORJ), ed altre 32 altcoins. I clienti degli Stati Uniti non saranno in grado di negoziare mercati per questi beni a partire dal 21 giugno ma saranno comunque in grado di conservare queste monete e token nei loro portafogli Bittrex.

Benché Bittrex non dichiari esplicitamente le ragioni di questo divieto, possiamo presumere che l’incertezza normativa riguardo a quali beni debbano essere considerati titoli e quali non lo siano abbia avuto un peso nella decisione.

Il caso di Binance DEX e del blocco geografico

Nel frattempo, l’exchange non custodito DEX Binance, che è stato lanciato in aprile “per potenziare la crescita della comunità e promuovere la visione a lungo termine del settore del trading peer-to-peer", afferma nei suoi termini di servizio che impedirà agli utenti di 29 paesi, compresi gli Stati Uniti, di utilizzare la sua piattaforma.

Tuttavia, il CEO di Binance, Changpeng Zhao, ha risposto alla comunità su Twitter dicendo che il sito web utilizzato per accedere all’exchange decentralizzato, binance.org, bloccherà geograficamente alcuni paesi ma che il protocollo blockchain non lo farà perchè non può.

CZ ha aggiunto: "Puoi negoziare su @binance_dex usando direttamente uno di questi portafogli, senza passare per www.binance.org". Ad esempio, puoi usare il Trust Wallet di Binance per operare direttamente su Binance DEX.

Mentre questa è una buona notizia per i trader con sede negli Stati Uniti che vogliono effettuare transazioni in token BEP-2 (token sulla blockance Binance, la Binance Chain), può ancora esporre Binance ad un’azione normativa negli Stati Uniti perché Binance DEX è di proprietà di Binance ed è non una rete completamente decentralizzata come ad esempio lo è Bitcoin.

Nel frattempo, gli exchange decentralizzati potrebbero anche affrontare alcuni problemi. Nel novembre 2018, la SEC ha accusato il fondatore dell’exchange decentralizzato basato su Ethereum, EtherDelta, di gestire una borsa valori non registrata. Dato che gli utenti possono aggiungere qualsiasi token che desiderano su scambi decentralizzati ciò significa anche che i security token possono finire sul DEX. Binance avrebbe potuto decidere di bloccare geograficamente gli Stati Uniti per evitare che ciò accada.