Dogecoin festeggia domani il suo decimo compleanno: ecco 5 cose che all’epoca non potevi fare!

Lucio Prosperi
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A un giorno dal decimo anniversario di Dogecoin (DOGE), previsto per mercoledì 6 dicembre, la meme coin ha superato un livello di resistenza cruciale a $0,088076, raggiungendo il livello più alto da metà aprile.

Il recente aumento di valore ha portato molti detentori di Dogecoin a ottenere profitti, e gli spostamenti di capitali effettuati da grandi investitori con portafogli superiori a $100.000, sono notevolmente aumentati nell’ultima settimana, contribuendo ulteriormente ai guadagni di DOGE.

Dieci anni rappresentano una ricorrenza molto significativa che ci offre la possibilità di ripercorrere un po’ la storia di Dogecoin, tra alti e bassi, sponsorizzazioni d’autore e tappe che le hanno permesso di avere un ruolo importante tra le crypto da comprare.

Quando è nata Dogecoin?


Dogecoin ha fatto la sua comparsa il 6 dicembre del 2013, rivelandosi fin da subito una vivace presenza nel mondo delle criptovalute. La sua nascita può essere attribuita a Billy Markus, un programmatore di Portland, e a Jackson Palmer, un marketing manager di Sydney, Australia.

L’idea dietro Dogecoin era chiara sin dall’inizio: creare una criptovaluta “amichevole”, accessibile a tutti e ispirata al popolare meme del cane Shiba Inu chiamato Kabosu. Ecco perché il logo di Dogecoin raffigura il volto sorridente di un cane.

Dogecoin è una criptovaluta basata sullo stesso algoritmo di Bitcoin, il proof of work, proprio perché era stata creata ispirandosi alla crypto di riferimento in quel periodo.

Markus ha preso il codice open source di Bitcoin e apportato leggere modifiche, sostituendo ogni riferimento alla parola “Bitcoin” con “Dogecoin”, randomizzando il sistema di ricompense e riducendo significativamente la complessità dei calcoli richiesti per minare ogni Dogecoin.

La visione di Markus e Palmer era quella di creare il “Bitcoin del popolo”, rendendo la criptovaluta più accessibile e divertente.

Nel momento della creazione di Dogecoin, Markus e Palmer non avevano alcuna previsione su quale sarebbe stato il destino della loro crypto negli anni successivi.

La loro motivazione era diversa da quella di molti altri creatori di criptovalute e per questo Dogecoin non ha avuto una fase iniziale di “pre-mining”.

In altre parole, i due sviluppatori non hanno trattenuto un po’ di DOGE per sé prima del lancio, sottolineando l’approccio altruistico e senza scopo di lucro della creazione.

I primi successi


Nelle prime fasi, Dogecoin ha ottenuto rapidamente popolarità. Nel corso dei primi trenta giorni dal suo lancio, il sito ufficiale di Dogecoin ha registrato quasi un milione di visitatori. Questo rapido aumento della visibilità è stato alimentato dalla comunità online, con meme, immagini divertenti e una cultura unica che ha reso Dogecoin un vero e proprio fenomeno culturale.

Oltre al suo aspetto giocoso, Dogecoin si è guadagnata una reputazione per il suo spirito filantropico. La comunità Dogecoin è stata coinvolta in numerose campagne di beneficenza, finanziando progetti umanitari e causando impatti positivi nel mondo reale.

Tutto ha avuto inizio grazie all’intervento di una squadra molto speciale, ovvero il team di bob della Giamaica, che aveva ottenuto la qualificazione per le Olimpiadi invernali ma si trovava senza i fondi necessari per partecipare.

Cogliendo la palla al balzo, Palmer e Markus decisero di pubblicare l’indirizzo di un portafoglio Dogecoin su Reddit, incoraggiando gli utenti del social a comprare Dogecoin per finanziare la spedizione della squadra giamaicana ai Giochi Olimpici. L’iniziativa fu un successo straordinario, riuscendo a raccogliere 25.000 dollari in poche ore.

Ciò che emerse da questa situazione fu più di una semplice storia di finanziamento per una nobile causa. Divenne evidente che c’erano persone disposte a investire dollari reali in una criptovaluta nata come uno scherzo.

Questo evento segnò un punto di svolta nella percezione di Dogecoin, rivelando la sua capacità di andare oltre il suo lato umoristico e trasformarsi in una forma di valore apprezzata da una comunità sempre più ampia.

Da Moolah a Musk

Il mondo di Dogecoin subì uno scossone con la nascita di Moolah, la start-up fondata da Alex Green. L’evento segnò un punto di svolta significativo perché Moolah divenne il primo vero exchange globale di DOGE, potendo operare in virtù della natura open source senza restrizioni.

La differenza tra le originarie intenzioni di Palmer e Markus e l’approccio di Green divenne subito evidente. Moolah non solo tratteneva una percentuale su ogni transazione da utenti anonimi in tutto il mondo ma guadagnava anche dalla vendita dei Dogecoin che minava internamente.

Inizialmente, anche Green si mostrò generoso, con donazioni a organizzazioni benefiche e al campionato Nascar americano. Ma presto le cose cambiarono.

Dopo aver accumulato oltre 300.000 dollari sfruttando la comunità di fan di Dogecoin, nel 2014 Moolah dichiarò bancarotta, facendo svanire nel nulla tutti i soldi veri versati dagli utenti della community.

Un altro aspetto della storia di DOGE che merita di essere ricordato è la sua relazione con Elon Musk, diventata una delle più peculiari e risonanti nel panorama delle criptovalute. Il fondatore di SpaceX e Tesla, è noto per i suoi tweet e dichiarazioni spesso imprevedibili su Dogecoin, che ha contribuito a trasformare in una sorta di fenomeno pop.

Le interazioni di Musk con Dogecoin sono iniziate con tweet leggeri e divertenti, in cui l’ha definita “la criptovaluta della gente” e ha scherzato sulla possibilità di renderla la “valuta della Luna”. Tuttavia, il suo coinvolgimento ha avuto un impatto tangibile sul prezzo di DOGE. Alcuni dei suoi tweet hanno portato a significativi aumenti, altri causato fluttuazioni notevoli.

La dinamica tra Dogecoin e Elon Musk è stata caratterizzata da una combinazione di umorismo e speculazione di mercato, quando disinteressata non è possibile saperlo.

Le 5 cose che non potevi fare quando è nato Dogecoin

Il 2013 era un momento interessante in termini di tecnologia e società, ma ci sono diverse cose che oggi facciamo abitualmente che all’epoca non erano ancora possibili. Vediamole insieme.

1- Nel 2013, ad esempio, l’uso di criptovalute come Dogecoin o Bitcoin per gli acquisti quotidiani era ancora una novità. Le crypto, infatti, non erano accettate dai principali rivenditori o dalle piattaforme di e-commerce.

2- La tecnologia 4K era in via di sviluppo, il 2013 non aveva ancora conosciuto l’ampia adozione dello streaming in 4K da parte di piattaforme come Netflix o YouTube. La larghezza di banda e l’hardware richiesto non erano infatti ancora disponibili per la maggioranza della popolazione.

3- Gli Assistenti vocali come Amazon Echo (Alexa) e Google Home non erano ancora disponibili. Questi dispositivi, ora comuni in molte case, hanno iniziato a guadagnare popolarità solo negli anni successivi.

4-  Il 2013 è precedente al lancio delle reti 5G, che ora offrono velocità di connessione significativamente maggiori per dispositivi mobili e hanno abilitato nuove tecnologie come l’Internet delle cose (IoT) e la realtà aumentata/virtuale mobile.

5- Nascono le prime prevendite crypto. Le ICO, come metodo di raccolta fondi per progetti basati su blockchain, erano in una fase embrionale nel 2013. La popolarità e l’adozione su larga scala delle ICO sono aumentate solo negli successivi anni, in particolare nel 2017.  Nel 2013, il concetto di ICO era ancora relativamente nuovo e non ben compreso: c’era poca regolamentazione e la consapevolezza pubblica di questa forma di investimento era limitata. Questo ha portato a un ambiente meno strutturato e più rischioso per gli investitori rispetto agli anni successivi. Alcuni dei primi esempi di ICO includono progetti come Mastercoin (ora Omni) ed Ethereum, che hanno aiutato a stabilire e popolarizzare il concetto di ICO. Ethereum in particolare, con la sua ICO nel 2014, ha giocato un ruolo significativo nell’aumentare la consapevolezza e l’interesse verso le ICO come mezzo di raccolta fondi.

Analisi del prezzo di Dogecoin

Dopo aver ripercorso un po’ le varie fasi dei suoi primi dieci anni di vita, analizziamo l’attuale andamento di DOGE.

In base alle metriche on-chain di IntoTheBlock, l’86,29% degli indirizzi del wallet DOGE, che detengono 125,54 miliardi di token, sono attualmente in profitto. Il prezzo ha superato una barriera significativa, la fascia tra $0,082994 e $0,088076, raggiungendo $0,090150 all’inizio della giornata di lunedì 4 dicembre.

La prossima resistenza si trova nella fascia compresa tra $0,088077 e $0,135291.

Nella scorsa settimana, le transazioni delle balene hanno raggiunto la cifra di $11,94 miliardi, sempre secondo i dati di IntoTheBlock, supportando una tesi rialzista per il prezzo di DOGE.

Inoltre i wallet DOGE che detengono da 10 a 100 milioni di monete e da 100 milioni a 1 miliardo di monete hanno accumulato rispettivamente 230 milioni e 1,04 miliardi di token nell’ultimo mese.

Network Value to Transaction (NVT) ratio. Fonte: IntoTheBlock

Dal 15 novembre, il rapporto NVT – Network Value to Transactions Ratio, ovvero una metrica che divide la capitalizzazione di mercato per il volume transato nella finestra specificata – è rimasto pressoché stabile, indicando un equilibrio tra la crescita della capitalizzazione di mercato e il volume delle transazioni. Questa coerenza suggerisce che è probabile che persista l’attuale trend rialzista.

Al momento della stesura, DOGE si scambia a $0,089520, garantendo un guadagno di 6,05% negli ultimi 5 giorni.

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