Elezioni USA e Criptovalute: meglio Repubblicani o Democratici?

Christian Boscolo
| 2 min read

Le prossime elezioni negli Stati Uniti si terranno il 5 novembre del 2024 e saranno le 60esime elezioni presidenziali. Al momento c’è incertezza sui candidati che di daranno battaglia a partire dal prossimo anno ma si possono già formulare alcune considerazioni.

La situazione economica negli USA tra inflazione e crisi bancarie non è certo delle migliori e gran parte della campagna elettorale sarà incentrata proprio sui temi finanziari.

In questo articolo cercheremo di analizzare quali saranno i possibili candidati di entrambi gli schieramenti e la loro posizione riguardo alle crypto e Bitcoin.

I democratici: Biden, Kennedy e Williamson


Una riconferma dei democratici porterebbe allo scenario peggiore, sebbene i giudizi sulle criptovalute siano molto diversi a seconda del candidato.

Biden ha già dimostrato di non essere un fervente sostenitore delle criptovalute, giusto per usare un eufemismo. Le ha definite più volte prive di valore di fondo e ha chiesto di non effettuare sconti per i trader. Ha inoltre proposto una tassa del 30% sull’utilizzo della corrente elettrica per il mining e una maggiorazione delle plusvalenze. D’altro canto Biden ha ormai 80anni e ha dimostrato di avere seri problemi di salute. Inoltre il suo indice di gradimento ai minimi storici.

Molto diversa è invece la posizione di Robert F. Kennedy Junior, un forte sostenitore delle criptovalute. In passato le ha definite una delle maggiori innovazioni e vorrebbe addirittura detassare la conversione tra BTC e USD. Inoltre è stato uno dei primi candidati ad aver accettato donazioni per la sua campagna elettorale in Bitcoin.

Marianne Williamson, infine, non si è esposta molto sulla questione crypto e gli osservatori la giudicano neutrale al fenomeno. Ha in ogni caso espresso disapprovazione per il blocco dei wallet da parte del governo canadese durante le proteste da parte dei camioniti nel 2022.

I Repubblicani: Trump, DeSantis e Ramaswamy


Sono invece molto più favorevoli alle crypto i repubblicani visto che tra le loro fila annoverano una serie di candidati che in passato hanno espresso giudizi lusinghieri per le crypto.

Contrariamente a quanto si pensi Donald Trump non ha mai espresso opinioni dirette sul tema crypto, ma in passato avrebbe dichiarato di non essere un fan di BTC. Ha però raccolto fondi tramite una serie di NFT a suo nome che hanno avuto un discreto successo.

Ron DeSantis sarebbe invece il miglior candidato per le crypto. Ha dichiarato spesso che le persone hanno il diritto di utilizzare Bitcoin, ha promesso di abolire le CBDC di stato e ha criticato gli sforzi di Biden di limitare l’uso di Bitcoin. Insomma, con lui come presidente il mercato crypto volerebbe letteralmente.

L’ultimo potenziale candidato è Vivek Ramaswamy, altro grande sostenitore del mondo crypto. Ha accettato donazioni in Bitcoin per la sua campagna elettorale e sostiene che la valuta di Satoshi Nakamoto non debba essere sottoposta a regolamentazione come titolo azionario.

Conclusioni


Anche se manca ancora più di un anno alle elezioni, è indubbio che i prossimi mesi giocheranno un ruolo importante per il destino delle crypto negli USA.

Ad oggi una vittoria dei democratici e la rielezione di Biden (ormai 80enne) è molto improbabile ma come abbiamo appena visto, fatta eccezione per l’attuale Presidente, non ci sarebbero in ogni caso particolari ostracismi per le crypto.

Una vittoria dei Repubblicani spalancherebbe invece le porte al mondo crypto con la SEC che si troverebbe in una posizione sempre più difficile.

Paradossalmente, Trump sarebbe il presidente con meno propensione alle crypto. Il Tycoon dovrà però guardarsi dall’agguerrita concorrenza all’interno del suo partito e deve fare i conti con i problemi con la giustizia.

Inoltre il prossimo anno avrebbe 78 anni, forse troppi per sperare in una rielezione.

 

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