Fallite le pretese di Craig Wright. Il white paper di Bitcoin torna su Bitcoin.org

Aniello Raul Barone
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Craig Wright non è Satoshi Nakamoto

Dopo il fallimento del recente tentativo di Craig Wright di attribuirsi la “paternità” della prima criptovaluta al mondo reclamando di essere lui il noto pseudonimo Satoshi Nakamoto, il whitepaper di Bitcoin è tornato sul sito web Bitcoin.org, disponibile per la pubblica consultazione.

Il manutentore del sito Bitcoin.org, Hennadii Stepanov, ha annunciato il ritorno del white paper condividendo il link al PDF sulla piattaforma X.

In precedenza, a causa delle pretese avanzate da Wright, Bitcoin.org aveva dovuto affrontare vincoli legali che l’avevano costretto a limitare l’accesso al white paper agli utenti residenti nel Regno Unito.

Al posto del white paper, tutti gli altri visitatori del sito esterni al Regno Unito, si trovavano davanti a una potente citazione di Satoshi Nakamoto che sottolineava la natura delle informazioni come “facili da diffondere ma difficili da soffocare”.

Wright ha inizialmente vinto una causa per violazione di copyright contro Cobra


Nel 2021, Craig Wright riuscì a vincere una causa per violazione del copyright contro Cobra, il gruppo anonimo che gestiva il sito.

Di conseguenza, Bitcoin.org è stato costretto a rimuovere il PDF del white paper e Cobra, scegliendo di non presentare una difesa, ha dovuto pagare 35.000 sterline (40.100 dollari) di spese legali.

Nel 2019, Wright aveva richiesto la registrazione del copyright negli Stati Uniti per il white paper di Bitcoin.

Proseguendo nelle sue azioni legali, nel 2023 Wright ha intentato una causa contro 13 sviluppatori di Bitcoin Core e diverse aziende, tra cui Blockstream, Coinbase e Block, sostenendo violazioni del copyright relative al white paper, al suo formato di file e ai diritti sul database della blockchain Bitcoin.

Il Bitcoin Legal Defense Fund ha risposto sottolineando la tendenza preoccupante delle cause legali abusive che prendono di mira importanti collaboratori di Bitcoin.

Queste cause non solo provocano stress e comportano un notevole dispendio di tempo e denaro, ma presentano anche rischi legali che scoraggiano lo sviluppo aperto.

Ma le pretese di Wright si sono sgretolate contro il muro eretto dalla COPA


Tuttavia, la vittoria di Wright sul diritto d’autore ha perso di significato in quanto le sue pretese di essere Satoshi Nakamoto e l’autore del white paper sono state completamente screditate, rendendo la sua rivendicazione di copyright non valida.

Una sentenza dettagliata è stata emessa a seguito di una causa intentata contro Wright dalla Crypto Open Patent Alliance (COPA), una coalizione di aziende di spicco che mira a impedire a Wright di rivendicare la proprietà intellettuale di base di Bitcoin.

La COPA ha accusato Wright di aver messo in atto un elaborato schema di falsificazione e inganno per fabbricare prove a sostegno della sua affermazione come Nakamoto.

Inoltre, un tribunale del Regno Unito ha congelato i beni di Craig Wright per un valore di 6,7 milioni di sterline (8,4 milioni di dollari) per garantire che non si sottragga al pagamento delle spese processuali.

Ora il white paper di Bitcoin si trova sotto licenza open-source MIT, quindi è liberamente disponibile per chiunque abbia intenzione di riutilizzare e modificare il codice per qualsiasi scopo.

Nakamoto potrebbe essere un’entità collettiva


Nel frattempo, una recente indagine ha fornito prove che suggeriscono che Nakamoto potrebbe essere in realtà un’entità collettiva.

Un elemento di prova è l’uso dei pronomi “noi” e “io” nel white paper di Bitcoin, che indica la possibilità di un team che opera sotto un unico pseudonimo. Un’altra prova, invece, proviene dall’analisi linguistica degli scritti di Nakamoto.

Il white paper mostra un inglese impeccabile, con un linguaggio preciso e un uso accurato dei termini tecnici. Tuttavia, poiché lo stile di scrittura di Nakamoto sembra essere diverso nei forum e nelle corrispondenze via e-mail, ciò suggerisce il coinvolgimento di più persone.

99Bitcoins e il nuovo progetto di un ecosistema Learn-to-Earn


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