FATF fà pressione ai Paesi per adottare regolamenti cripto

Tim Alper
| 3 min read
FATF regolamentazione cripto
Fonte: iStock/PhotographerCW

La Financial Action Task Force (FATF) sta cercando di aumentare la pressione sui Paesi per adottare regolamenti sulle cripto – e la sua guida aggiornata ha menzionato per la prima volta i token non fungibili (NFT), la finanza decentralizzata (DeFi), il commercio peer-to-peer (P2P) e le stablecoin.

Il FATF, che fornisce consulenza e fa politica in materia di antiriciclaggio e anti-finanziamento del terrorismo per il G7, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e altre organizzazioni multinazionali, ha emesso una serie di linee guida di riferimento nel 2019, tra cui il protocollo di segnalazione degli exchange di criptovalute Travel Rule, molto criticato. In un documento rilasciato oggi, il FATF ha detto di aver aggiornato e migliorato le sue linee guida per “incorporare e sostituire la guida del 2019”.

E mentre l’organismo sottolineava nuovamente il suo impegno nei confronti della Travel Rule, ha dato un avvertimento, affermando di aver notato una “mancanza di implementazione della Travel Rule da parte delle giurisdizioni”. Questo, ha dichiarato, stava “agendo come [un] disincentivo per il settore privato ad investire nelle soluzioni della Travel Rule”.

Ha consigliato alle aziende di prendere l’iniziativa con la conformità, scrivendo:

“Indipendentemente dalla mancanza di regolamentazione nella giurisdizione beneficiaria, le entità originarie possono richiedere ai beneficiari la conformità alla Travel Rule per contratto o pratica commerciale”.

Inoltre, la FATF ha aggiunto dettagli alle sue definizioni di cosa sono un “bene virtuale” e un fornitore di servizi di beni virtuali (VASP), avvertendo che “non dovrebbe esserci un caso in cui un bene finanziario rilevante non sia coperto dagli standard FATF.

Le Stablecoin cadono sotto particolare esame nel documento, con l’organismo che conclude essenzialmente che i token fiat-pegged sono per sua definizione o criptoasset o “asset finanziari”. Ha concluso che se i token sono giudicati criptoasset, devono essere controllati di conseguenza, e se sono giudicati prodotti finanziari “devono essere controllati in base a tale determinazione nello stesso modo di tutti gli altri asset di categoria simile”.

Per quanto riguarda gli operatori di stablecoin, ha scritto che “una serie di entità coinvolte in accordi stablecoin potrebbero qualificarsi come VASP”.

A proposito di DeFi, il FATF sembrava suggerire che molti protocolli sono meno “decentralizzati” di quanto potrebbero affermare, spiegando:

“Sembra abbastanza comune che gli accordi DeFi si definiscano decentralizzati quando in realtà includono una persona con controllo o influenza sufficiente, e le giurisdizioni dovrebbero applicare la definizione VASP senza rispettare l’autodescrizione”.

Punti chiave della guida del FATF:

  • È inclusa una sezione sugli NFT, ma sembra alquanto preliminare, con la menzione che alcuni NFT possono qualificarsi come criptovalute, ma conclude che “i Paesi dovrebbero […] considerare l’applicazione degli standard del FATD agli NFT caso per caso”.
  • Le app DeFi stesse non sono VASP, ma “i creatori, i proprietari e gli operatori o altre persone che mantengono il controllo o un’influenza sufficiente negli accordi DeFi” potrebbero esserlo – e potrebbero dover ottenere permessi operativi di conseguenza. (Per saperne di più: The DeFi Sector Is Breaking The Law – It’s Time to Act)
  • Sulle transazioni P2P, l’ente ha notato che tali transazioni possono comportare “rischi” simili alle criptovalute e devono essere sorvegliate. Ha scritto: “Mentre la FATF non ha osservato finora una tendenza distinta verso l’aumento dell’uso delle transazioni P2P, rimane il rischio potenziale che più transazioni di asset virtuali si spostino nello spazio P2P per evitare i regolamenti/la supervisione man mano che più giurisdizioni implementano gli standard FATF e regolano e supervisionano i VASP”.
  • La FATF non considera gli organismi di autoregolamentazione dell’industria come un’autorità esecutiva adeguata.
  • C’è bisogno di più “condivisione e cooperazione tra” i “supervisori VASP” nazionali.

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