Il nuovo metaverso (META) di Zuckerberg è impressionante – Guarda il video!

Marcello Bonti
| 4 min read

Te lo ricordi il 2021 e la presentazione che Mark Zuckerberg fece del suo nuovo metaverso? Ormai è roba vecchia, puoi anche dimenticartene. Quello che Zuckerberg ha presentato in questi giorni è molto più di un nuovo social: è una premonizione sul futuro.

E in redazione non abbiamo ancora deciso se esserne atterriti o attratti.

Un progresso impressionante


Se hai già dato un’occhiata al video qui sopra con l’intervista di Lex Fridman a Mark Zuckerberg, avrai di certo notato come la resa dei nuovi avatar sia impressionante.

Qualche bug di tanto in tanto serve a ricordare che i volti inquadrati non sono reali ma le rispettive ricostruzioni sono fotorealistiche. Un’evoluzione ben lontana dai buffi omini in 3D presentati da Zuckerberg per illustrare il cambio di nome della compagnia, da Facebook a Meta nel 2021.

Lex Fridman e Mark Zuckerberg chiacchierano come fossero al bar ma in realtà si trovano a migliaia di chilometri di distanza. Durante l’intervista si intravede come evolveranno le interazioni tra individui nel futuro prossimo. A giudicare dal ritmo con cui progrediscono i lavori, diremmo già dopodomani.

Il conduttore Lex Fridman, noto podcaster e divulgatore scientifico, mostra sfacciatamente il proprio entusiasmo, ma gli fanno eco i commenti al video su YouTube e Reddit.

Commento al Metaverso

Su YouTube un commentatore scrive: “Dio mio, è incredibile. Due robot in un mondo cibernetico a cui sono incollati i volti copiati dal mondo reale. Lex presenta sempre il meglio”.

meta commento reddit

Su Reddit, invece un altro utente ha scritto: “Questa cosa si merita molte più visualizzazioni. Forse chi ha visto il titolo ha pensato si trattasse di una vecchia intervista. No, è RIVOLUZIONARIO e una finestra sul futuro. Ed è parte di quello che Mark ha raccontato essere la sua visione del metaverso”.

La rinascita del metaverso


Dopo un lancio francamente deludente, questa nuova versione del metaverso di Meta entusiasma. Inoltre giustifica a pieno la valanga di soldi spesi finora per il suo sviluppo.

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Gli avatar fotorealistici sono ottenuti attraverso la scansione del volto, poi condensati in un codec che viene trasmesso su Internet ed è visibile in tempo reale durante la conversazione.

Fridman non nasconde il suo entusiasmo e commenta più di una volta la verosimiglianza del render, così “simili agli esseri umani, comprese tutte le imperfezioni come le lentiggini e le rughe”.

Il CEO di Meta spiega come in questi anni l’attenzione si sia incentrata sul riprodurre le sfaccettature delle emozioni che si manifestano con le espressioni del volto, in particolare degli occhi.

Secondo Zuckerberg, l’intenzione è replicare le sfumature della comunicazione non verbale nel metaverso. Per farlo, il team degli sviluppatori si serve della cosiddetta “realtà mista” (mixed reality o MR), ben più efficace della realtà virtuale (VR) su cui avevano puntato all’inizio.

“In MR gli avatar sono più facili da realizzare, più realistici e consumano meno energia.”

I sensori potrebbero persino essere calibrati per rendere le espressioni facciali più o meno marcate.

A spiegarlo è lo stesso Zuckerberg durante l’intervista quando scherza sul fatto che nella vita reale molti lo deridono per la sua inflessione vocale, simile a quella di un robot. I sensori sviluppati sono abbastanza intelligenti da dare “maggiore o minore” espressività al volto mantenendo la naturalezza.

Per il momento la tecnologia è a disposizione di pochi e selezionati tester, ma il CEO di Meta non esclude che presto le persone potranno creare il proprio avatar con lo smartphone.

La sensazione di essere con una persona che non c’è


Una delle cose che più hanno colpito è stata la sensazione di interagire con una persona reale. Sensazione difficile da percepire per chi guarda un video in due dimensioni, ma sorprendente per Fridman.

La precisione con cui vengono riprodotte le espressioni facciali in tempo reale è la svolta. La comunicazione non verbale è lo strumento che usiamo per comprendere le intenzioni della persona con cui parliamo.

Qui manca ancora tutto il resto del corpo e ci vorrà tempo per poter riprodurre in realtà mista l’intera figura dell’interlocutore. Zuckerberg ha spiegato come questo rappresenti la maggiore sfida da superare. Tuttavia, una volta completato il passaggio, le persone potranno interagire nel Metaverso mantenendo il proprio aspetto reale.

Resta da vedere se l’azienda riuscirà a portare a termine l’obiettivo.

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Zuckerberg in una vecchia intervista sosteneva che questi avatar potrebbero anche essere usati per ricreare versioni virtuali di persone defunte.

Di certo questa nuova tecnologia rimescola le carte del dibattito sulle questioni di etica e morale legate all’uso degli avatar. E forse ti è tornato in mente quell’episodio di Black Mirror che hai visto qualche anno fa.

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L’evoluzione dei dispositivi per accedere al metaverso


Per accedere al metaverso di Meta la compagnia ha lanciato il Quest 3. L’ultima versione del visore supera di gran lunga il Quest 2, datato ottobre 2020.

Non ha bisogno di PC o smartphone per funzionare, ha un display OLED da 5,5 pollici e una risoluzione di 2560 x 1440 pixel per occhio. Dati che si traducono in una risoluzione migliore del 50% rispetto a Quest 2. Qui il campo visivo è di 120°, contro i 90° della versione precedente. Il tutto per 500$.

Integra la tecnologia di realtà mista che consente di fondere le immagini virtuali con quelle del mondo reale. È dotato di quattro fotocamere e di auricolari per catturare i suoni dall’esterno. Consente all’utente di vedere il proprio corpo, le mani e gli oggetti che lo circondano mentre interagisce con gli elementi virtuali.

Inoltre, Quest 3 offre una modalità pass-through per guardarti intorno nello spazio senza dover togliere il visore.

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Il metaverso si carica così di importanti interrogativi sul nostro prossimo futuro. Implica inoltre gravi questioni sociali, etiche e morali che non vanno assolutamente prese sotto gamba.

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