Intervista a Christian Miccoli, CEO di Conio: il futuro delle crypto in Italia passa da Bitcoin

Christian Boscolo
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Per fare il punto sul mercato delle criptovalute in Italia Cryptonews  ha intervistato Christian Miccoli, co-fondatore e CEO di Conio, e pioniere nel settore del banking online, avendo ricoperto ruoli di leadership in ING Direct e Che Banca!. Conio è la società fintech che ha creato il primo wallet Bitcoin multi-firma in Italia. Oltre ad essere un wallet digitale per la custodia di Bitcoin, Conio permette l’acquisto e la vendita di Bitcoin e altre criptovalute senza utilizzare un exchange.

Partecipata da Poste Italiane e Banca Generali, Conio di recente ha anche stretto una partnership con Coinbase per consentire alle banche e agli istituti finanziari italiani di accedere agli asset digitali.

Cosa cambia con l’approvazione dell’ETF Spot su Bitcoin?


Contrariamente a quanto si possa pensare in Italia c’è ancora tanta diffidenza, soprattutto da parte di diverse istituzioni finanziarie, intorno al mondo delle criptovalute. L’approvazione dell’ETF servirà a smorzare questo scetticismo e speriamo a rilanciare anche il nostro Paese nel comparto Blockchain.

Oggi ad esempio si parla tanto di tokenizzazione degli asset, ma è una tecnologia su cui siamo già in pesante ritardo rispetto a Paesi come Cina o Stati Uniti.

A proposito, sei un massimalista di Bitcoin o credi anche nel valore delle altcoin?


Lato personale, gran parte dei miei investimenti riguardano Bitcoin. I motivi sono da ricercarsi nella sua supply definita e trasparente, a differenza di alcune altcoin che presentano spesso indicazioni confuse. Le altcoin sono generalmente molto più rischiose e pericolose di Bitcoin per tanti motivi. Chi però riuscirà a inventare un caso d’uso originale che verrà utilizzato nella vita di tutti i giorni vedrà il valore del token crescere al pari dell’adozione.

Ad oggi rimangono invece sottovalutate le stablecoin, che cominciano a entrare prepotentemente nella classifica delle crypto (in termini di market cap, ndr) e presentano casi d’uso molto solidi. Le stablecoin, ad esempio USDC, possono essere molto utili anche nel trasferimento dei fondi fra diversi Paesi.

Mentre in Europa lo scenario è abbastanza chiaro, quando è necessario effettuare transazioni, ad esempio, verso gli USA, la situazione si complica. Con le stablecoin invece è più semplice, basta digitare l’indirizzo del wallet per effettuare lo spostamento e i fondi arrivano immediatamente, senza dover aspettare diversi giorni. Un caso d’uso ancora limitato, ma che sta prendendo piede.

Se oggi In Italia qualcuno volesse acquistare Bitcoin tramite una banca cosa può fare?


Al momento lo puoi fare principalmente tramite due banche: Hype e Banca Generali, che si appoggiano ai nostri servizi. Credo però che la situazione sia in costante evoluzione. Se Bitcoin riuscirà a superare lo scetticismo iniziale la richiesta si estenderà presto a tanti istituti di credito. Non è nemmeno da escludere che anche in Italia ci sia una richiesta di un fondo (ETF, ndr) per cercare di investire in Bitcoin in maniera meno diretta.

A mio avviso però si tratta di una visione superata. Perché accontentarsi di un ETF che puoi vendere solo durante il giorno e non nel week-end o nei festivi, mentre Bitcoin è negoziato 24ore al giorno 365 giorni all’anno? Inoltre quando acquisti un ETF devi aspettare due giorni perché ti arrivi sul conto, mentre per Bitcoin il trasferimento è istantaneo. I prodotti tradizionali tokenizzati avranno prestazioni superiori. A mio avviso oggi viviamo un momento di transizione, ma tra 5 o 10 anni ci saremo già dimenticati di questi prodotti.

E non lo dico solo io. Recentemente anche il CEO di Blackrock, Larry Fink, ha dichiarato che il futuro degli asset finanziari è la tokenizzazione, ovvero la blockchain. Una visione in cui ogni azione, obbligazione e, potenzialmente, ogni tipo di asset finanziario, potrebbe essere rappresentato e scambiato come token digitale.

Quando credi sarà possibile acquistare Bitcoin in Italia in maniera autonoma, così come si acquistano le azioni tramite app?


I clienti di Hype e di Banca Generali hanno già la possibilità di acquistare e vendere Bitcoin attraverso le loro applicazioni bancarie sfruttando la custodia di Conio. Ci sono ottime probabilità che questo mercato si allarghi e ci siano già altri servizi disponibili a partire dal 2025.

Le crypto sono titoli azionari a tuo avviso? Come vedi la questione sollevata dalla SEC negli USA?


Intanto è bene precisare che la diatriba con la SEC, che vorrebbe considerare le crypto come titoli azionari, sia una querelle legata solo al mercato americano, mentre in Europa la situazione è molto diversa. La SEC ha toccato un punto debole di alcune valute. Una crypto è una commodity quando non c’è un’emittente: come ad esempio l’oro. Se l’oro sale di prezzo non c’è nessun emittente che ci guadagna.

Se invece un’azione sale, l’azienda che l’ha emessa ha un vantaggio perché si finanzia a costo più basso. Chiaramente Bitcoin non ha nessun emittente, mentre per Ripple, giusto per fare un esempio, chi ha emesso la valuta ne ricava un enorme vantaggio.

Però a mio avviso si tratta solo di una questione tecnica, indipendentemente da come andrà a finire negli USA, alla fine si tratterà di avere una licenza diversa per vendere determinate crypto. Rimane chiaro che un’etichetta di security andrebbe a penalizzare il token in questione perché non sarebbe più disponibile, ad esempio, sugli exchange. Il problema americano è che c’è un’incertezza normativa che rende difficile operare.

Negli ultimi anni gli exchange crypto hanno avuto diversi problemi, dal fallimento di FTX alla multa da 4 miliardi per Binance. Gli exchange hanno goduto di una libertà senza precedenti in assenza di regolamentazione e sono cresciuti molto. Questo però comporta anche un conflitto di interessi evidente, visto che sono direttamente interessati a quello che accade sul mercato. Un exchange inoltre gestisce la custodia degli asset e può addirittura emettere token, come ad esempio FTT, il token di FTX che poi è crollato con il fallimento dell’exchange.

Tutto questo potere nelle mani degli exchange è eccessivo, e quello che è successo negli ultimi mesi negli USA, con multe salatissime comminate agli exchange e ai loro CEO, è un segnale evidente della pressione normativa che è già arrivata e arriverà nei prossimi mesi.

Christian Miccoli – Cofondatore e CEO di Conio

Cosa ne pensi del MiCA (Markets in Crypto-Assets Regulation)?


La buona notizia è che con il MiCA, abbiamo un mercato unico delle crypto in Europa, ed è molto positivo. Il suo obiettivo è infatti quello di stabilire regole chiare per la circolazione e la trasparenza delle operazioni con cripto-attività all’interno dell’UE, al fine di proteggere gli investitori e la stabilità finanziaria dell’Unione. Ma è una legge molto complicata cui mancano ancora molti regolamenti attuativi, ed è quindi difficile prevedere come sarà il testo definitivo che entrerà in vigore.

Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo halving? Sarà meno esplosivo dei precedenti?


No, io credo l’esatto contrario. Anche se è vero che l’impatto dell’halving potrebbe essere meno dirompente rispetto agli anni passati visto che il dimezzamento decresce ogni 4 anni.

● 1° Dimezzamento (2012): Ricompensa ridotta a 25 BTC per blocco.
● 2° Dimezzamento (2016): Ricompensa ridotta a 12.5 BTC per blocco.
● 3° Dimezzamento (2020): Ricompensa ridotta a 6.25 BTC per blocco.
● 4° Dimezzamento (2024): Ricompensa ridotta a 3.125 BTC per blocco.
● 5° Dimezzamento (2028): Ricompensa ridotta a 1.5625 BTC per blocco.
● 6° Dimezzamento (2032): Ricompensa ridotta a 0.78125 BTC per blocco.
● ecc. ecc.

In realtà quest’anno abbiamo due effetti che potrebbero agire sinergicamente, visto che oltre all’halving c’è stata la recente approvazione degli ETF negli USA. Chi gestisce gli ETF deve acquistarli sul mercato e questo porterà a un flusso continuo di acquisti per BTC.

Inoltre negli ultimi mesi abbiamo vissuto il classico: buy the rumours, sell the news – con il prezzo di BTC che è salito prima dell’approvazione ed è poi sceso al momento della decisione finale. In questo caso però Bitcoin ha tenuto, è sceso leggermente, salvo poi riguadagnare terreno.

Questo è un segnale molto importante. Significa che abbiamo una forte domanda di BTC e che rimarrà a mio avviso costante nel tempo. Inoltre, se è vero che la forza dell’halving si riduce, non bisogna dimenticare che l’evento è atteso dagli investitori (i dati di BTC mostrano che l’anno successivo all’halving è sempre stato molto positivo, ndr), e anche questo inciderà sul prezzo di Bitcoin.

 

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