La SEC ammette un grave errore con questa criptovaluta

Aniello Raul Barone
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Dopo la clamorosa ammissione di aver divulgato informazioni non corrispondenti al vero in tribunale, la Securities and Exchange Commission (SEC) ha ritirato la causa che aveva avviato contro la startup di criptovalute DEBT Box.

L’autorità di regolamentazione aveva intentato una causa contro la Digital Licensing Inc, che opera come DEBT Box, nel luglio dello scorso anno.

Tuttavia, ora ha informato il giudice Robert Shelby, della Corte distrettuale dello Utah, della sua intenzione di archiviare il caso consentendo alla SEC, se necessario, di ripresentarlo in un secondo momento.

In una nota rilasciata martedì 29 gennaio, i legali della SEC hanno dichiarato:

“La Commissione ha stabilito che il modo migliore di procedere è quello di archiviare momentaneamente la causa. Pertanto ha autorizzato una mozione di archiviazione dell’azione senza pregiudizio, che sarà presentata prossimamente”.

La SEC ha rilasciato dichiarazioni imprecise su DEBT Box


Alla fine di dicembre la SEC ha riconosciuto di aver rilasciato dichiarazioni imprecise e ha ammesso di non aver soddisfatto le aspettative di accuratezza e franchezza in tribunale.

In precedenza, il giudice Shelby aveva criticato gli avvocati dell’agenzia e aveva chiesto una spiegazione per le dichiarazioni “false o fuorvianti” rilasciate dalla SEC, la quale aveva sostenuto che DEBT Box stava cercando di spostare i beni offshore per eludere la supervisione normativa.

La SEC si è inoltre opposta all’imposizione di sanzioni ai suoi avvocati, come ordinato dal giudice Shelby.

L’agenzia ha dichiarato che, pur riconoscendo che i suoi avvocati avrebbero dovuto essere più disponibili nei confronti del tribunale, ritiene che le sanzioni non siano necessarie per affrontare la questione.

Il fulcro della causa avviata dalla SEC contro la startup di criptovalute DEBT Box, era basato sull’accusa di aver frodato migliaia di investitori per una somma pari a 49 milioni di dollari.

La frode sarebbe avvenuta attraverso “licenze di nodo” che consentivano ai proprietari di ricevere entrate dall’estrazione di 11 token che non erano però mai stati estratti.

Per il momento il caso è stato archiviato, ma la SEC avrà la possibilità di riesaminare la questione in futuro.

La SEC continua a regolamentare mediante l’applicazione delle norme


Nell’ultimo anno, la SEC ha intentato numerose cause contro le società di criptovalute, con il presidente della SEC Gary Gensler che ha sempre affermato che la maggior parte delle criptovalute dovrebbe essere classificata come titoli.

Per esempio, l’agenzia ha avviato una causa civile contro Sam Bankman-Fried, co-fondatore di FTX.

Oltre alla causa contro Bankman-Fried, la SEC ha intentato cause contro altri importanti operatori di criptovalute, tra cui Coinbase, Binance e il suo ex CEO Changpeng Zhao.

Tutte e tre le entità hanno negato qualsiasi illecito e hanno chiesto l’archiviazione dei casi dell’autorità di regolamentazione.

Nel frattempo, negli ultimi tempi Gensler ha sempre assunto una posizione dichiaratamente critica nei confronti delle valute digitali, e più volte ha messo in guardia sulla non conformità dell’industria delle criptovalute.

Nel settembre dello scorso anno ha riconosciuto che, sebbene non tutti i token possano essere pregiudicati, una parte significativa dell’industria delle criptovalute rientra nelle leggi sui titoli ma rimane non conforme. Nello specifico, Gensler ha affermato:

“Lo spazio crypto, senza pregiudicare alcun token, è in gran parte soggetto alle leggi sui titoli, ma sfortunatamente è anche in gran parte non conforme alle normative”.

Secondo quanto sostenuto da Gensler, le criptovalute hanno avuto un impatto distruttivo su milioni di investitori che hanno subito perdite, sottolineando che questi problemi potrebbero potenzialmente estendersi oltre l’industria delle criptovalute e colpire il sistema finanziario a livello più ampio.

 

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