Coinbase contro SEC: il futuro delle crypto si decide il 13 luglio

Christian Boscolo
| 2 min read

 

Se il mondo delle criptovalute sta attraversando un periodo non certo favorevole è in gran parte colpa della SEC – Security and Exchange Commission, l’ente di controllo americano simile alla nostra Consob che vorrebbe equiparare le criptovalute a titoli azionari, così da poterli avere sotto controllo.

Così, in quella che sembra una commedia kafkiana, la SEC accusa gli exchange di aver operato senza la sua autorizzazione, mentre gli exchange si difendono lamentando la mancanza di regole chiare. Del resto, come potevano sapere che le criptovalute sarebbero state paragonate a titoli azionari in un mercato digitale ancora in via di definizione?

Insomma, una situazione intricata che sta andando avanti a colpi di denunce legali e multe salatissime. In tutto questo a perderci sono soprattutto gli utenti che vedono le loro altcoin preferite sgretolarsi e perdere valore sotto il fuoco incrociato della SEC.

Al momento la SEC ha preso di mira due exchange simbolo: Binance e Coinbase. La battaglia più importante sarà però quella che vedrà coinvolto Coinbase che ha caratteristiche molto diverse da quelle di Binance.

Per prima cosa è un exchange americano, inoltre è quotato in borsa. Binance è invece finito nel mirino della SEC anche per alcuni spostamenti di fondi pochi chiari e questo ne complica la situazione.

Coinbase: gli elementi chiave della difesa


Coinbase ha presentato diversi argomenti chiave per la sua difesa. Uno dei più importanti è proprio la mancanza di una chiara regolamentazione delle criptovalute.

Coinbase sostiene che le sue attività non rientrano nella giurisdizione della SEC. Inoltre è convinto che l’ente americano stia oltrepassando le sue prerogative, tentando di regolamentare un intero settore.

La legislazione attuale non definisce chiaramente se e come le criptovalute debbano essere regolamentate. Di conseguenza, Coinbase sostiene che la SEC non ha il diritto di intervenire.

“Accogliamo con favore il dialogo in qualsiasi momento con qualsiasi autorità di regolamentazione, compresa la SEC, e crediamo che una nuova legislazione e una nuova regolamentazione siano la strada giusta da percorrere. Tuttavia, le richieste in questo caso vanno ben oltre la legge esistente – e dovrebbero essere respinte”.

Inoltre, Coinbase ha sottolineato che la stessa SEC ha ammesso che alcune criptovalute, come Bitcoin ed Ethereum, non sono titoli azionari. Per questo Coinbase sostiene che la SEC non può decidere che altri token siano titoli e che rientrano nella sua giurisdizione.

Oltre a queste argomentazioni, Coinbase ha utilizzato anche una tattica definita di difesa “creativa”. L’exchange ha presentato la sua risposta alla denuncia della SEC 40 giorni prima della scadenza del 7 agosto 2023, una mossa che ha sorpreso non solo la SEC ma l’intero settore delle criptovalute.

Presentando la risposta con largo anticipo rispetto alla scadenza Coinbase è riuscita ad anticipare la data del processo al 13 luglio 2023.

Questa tattica difensiva può essere interpretata in diversi modi. Da un lato, dimostra che Coinbase è sicura della propria posizione ed è pronta a difendere vigorosamente le proprie attività. Dall’altro lato può essere vista come un tentativo di prendere l’iniziativa ed esercitare pressione sulla SEC.

In ogni caso, questa tattica di difesa “creativa” ha già avuto un impatto significativo sulla tempistica del caso. Resta da vedere come influenzerà l’esito del processo.

Implicazioni per il settore delle criptovalute


Questo caso, come abbiamo sottolineato in fase di introduzione, avrà implicazioni decisive per il settore delle criptovalute.

Se la SEC dovesse prevalere, potrebbe aprire la strada a una regolamentazione ancora più severa negli Stati Uniti e il prezzo di molte altcoin scendere ulteriormente.

Tuttavia, se Coinbase dovesse vincere, potrebbe rafforzare l’idea che le criptovalute sfuggono almeno in parte alla tradizionale regolamentazione del mercato finanziario.

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