Correlazione tra BTC e mercati tradizionali potrebbe finire?

Fredrik Vold
| 3 min read
btc
Fonte: Adobe/savva_25

 

I dirigenti dell’hedge fund di criptovalute Pantera Capital hanno affermato, in una recente chiamata con gli investitori, che la correlazione tra i macro asset tradizionali e gli asset digitali, che è stata vista negli ultimi mesi, potrebbe presto interrompersi, con gli asset nel settore della finanza decentralizzata (DeFi) che potrebbero aprire la strada al rialzo.

Nella telefonata, avvenuta il 1° febbraio, Dan Morehead, CEO di Pantera Capital, e Joey Krug, co-chief investment officer dell’azienda, hanno entrambi affermato di ritenere che il mercato delle criptovalute sia pronto a “dissociarsi” dai tradizionali macro asset, anche di fronte a un aumento dei tassi di interesse.

I dettagli della chiamata sono stati condivisi nell’ultima Blockchain Letter di Pantera di mercoledì questa settimana.

Presto le criptovalute si staccheranno dai mercati tradizionali

Secondo Krug, la storia ha dimostrato che quando gli asset macro tradizionali scendono, le criptovalute tendono a essere correlate per un periodo di circa 70 giorni, prima che la correlazione inizi a rompersi. Krug ha detto: “Pensiamo che nelle prossime settimane le criptovalute si staccheranno dai mercati tradizionali e inizieranno di nuovo a fare trading da sole”, aggiungendo:

“Questo non garantisce che non scenderanno maggiormente il mese prossimo, o in qualsiasi momento, ma indica solo che le probabilità che i mercati siano a un estremo sono molto elevate e che si riprenderanno in tempi relativamente brevi”.

Nel febbraio 2021, quando BTC è stato scambiato a circa 47.000 USD, dopo aver corretto circa il 20% in una settimana, Krug ha previsto che un rally di BTC sarebbe potuto tornare “entro aprile, se non prima”. Da allora, il prezzo è salito a oltre 63.000 USD a metà aprile, prima di iniziare una forte flessione che ha portato BTC sotto i 30.000 USD a luglio.

Questa volta, Krug ha spiegato che non crede che gli asset digitali vengano scambiati a valutazioni eccessivamente elevate al momento, con ad esempio molti asset DeFi scambiati a multipli P/E da 10 a 40. Inoltre Krug ha affermato che “non sono prezzi troppo elevati; le azioni tecnologiche vengono scambiate a multipli da 400 a 500x”.

Il rapporto prezzo/utili (P/E) è una metrica spesso utilizzata per valutare le azioni e può essere trovata dividendo il prezzo di mercato per azione (o token) di una società (o protocollo) per i suoi guadagni per azione.

Inoltre Krug ha aggiunto: “E’ una mia opinione personale che 2.200 USD di ETH fosse probabilmente il minimo”.

Anche il CEO di Pantera Dan Morehead è d’accordo, affermando che altri asset come azioni e immobili hanno flussi di cassa che devono essere scontati. Ha spiegato che “[…] questo implica prezzi più bassi se i rendimenti sono più elevati”.

Per quanto riguarda le criptovalute, invece, Morehead ha affermato che sono “come l’oro” e che devono essere valutate in modo diverso.

“Possono comportarsi in modo molto diverso dai prodotti orientati ai tassi di interesse. Penso che quando tutto sarà detto e fatto, agli investitori sarà data una scelta: devono investire in qualcosa e, se i tassi aumenteranno, la blockchain sarà la più interessante”, ha affermato il CEO di Pantera.

Nel frattempo, Mike McGlone, Senior Commodity Analyst di Bloomberg Intelligence, ha anche indicato una possibile divergenza tra asset tradizionali come azioni e criptovalute. Commentando oggi su Twitter, McGlone ha affermato che l’inflazione elevata, così come le tensioni in Ucraina e Russia, potrebbero offrire “una solida base” per bitcoin (BTC), ethereum e altri asset digitali nel 2022.

Tuttavia, Marcus Sotiriou, analista presso il broker di asset digitali GlobalBlock, è stato più pessimista ed ieri ha affermato, nei commenti inviati via e-mail, che bitcoin “rimane esitante” e che il recente rally “è stato guidato principalmente dai futures, mentre lo spot ha venduto. “

“Ciò suggerisce che questo aumento dei prezzi è stato guidato dalla speculazione o dalla copertura, piuttosto che dalla domanda genuina”, ha aggiunto l’analista.

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