Cosa ci insegna su Bitcoin il cortometraggio “L’energia, il volto nascosto della moneta”

Lucio Prosperi
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Tra i numerosi documentari e cortometraggi dedicati alla finanza e alle criptovalute, ne segnaliamo uno molto breve (dura poco più di 10 minuti) dal titolo “L’énergie, face cachée de la monnaie” (che tradotto sarebbe “L’energia, il volto nascosto della moneta”).

Scritto da Pierre Noizat, questo cortometraggio esplora con estrema chiarezza e semplicità le complesse relazioni che legano la moneta all’energia. Partendo da un assioma semplice: l’energia è ovunque, il breve documentario ci mostra “il volto nascosto della moneta” e come tutti gli scambi che avvengono in un sistema economico siano in realtà trasferimenti di energia.

Per fare questo, aggiunge alla tradizionale analisi macroeconomica un parametro chiave: la fisica. Integrando le leggi della termodinamica nel suo ragionamento, Pierre Noizat riesce a gettare una nuova luce sulle nozioni di moneta, utilità e creazione di valore.

L’energia, una variabile onnipresente


Come bene ricordato nel documentario, quando si parla di energia è impossibile non citare Lavoisier e il suo principio di conservazione dell’energia secondo il quale “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Molto bene, direte voi, ma quale è il legame con la moneta? È ciò che vedremo.

Per cominciare qui trovate il cortometraggio, che può essere visto gratuitamente su YouTube. Certo è in francese, dunque una certa dimestichezza con la lingua è indispensabile:

Per iniziare, riprendiamo l’esempio utilizzato nel cortometraggio: una transazione in panetteria. Quando diamo una moneta in cambio di un filone di pane, realizziamo – senza accorgercene – un trasferimento di energia.

Infatti, il pane ha richiesto lavoro – l’energia del panettiere – per essere preparato; dal nostro lato, la moneta con cui paghiamo è una frazione del nostro stipendio che, a sua volta, è il prezzo a cui vendiamo il nostro lavoro, quindi la nostra energia. In estrema sintesi, quindi, la moneta è una riserva di energia conservata.

Quello che succede durante questa transazione in panetteria è quindi un trasferimento di energia; l’energia del panettiere, contenuta nel pane, viene scambiata con la nostra, “conservata” in una moneta.

Pierre Noizat – Fonte: Archivio

È importante notare che l’energia esiste in due forme: flussi e riserve. Questi concetti sono cruciali poiché sono alla base della definizione di sistema monetario proposta nel documentario, che è la seguente:

Un sistema monetario è un accordo all’interno di un gruppo di persone per organizzare i loro scambi, seguendo una logica di flusso di energia speso (lavoro del panettiere) e di riserva di energia conservata (la moneta).

Quindi, la moneta è energia. Può presentarsi sotto forma di materia prima rara, come l’oro – e in questo caso il suo valore è legato all’energia spesa per estrarlo, trasportarlo, fonderlo e per il conio – oppure sotto forma di informazione che rappresenta l’energia, come le valute fiat (euro, dollaro, yen, ecc.).

Questo ci porta alla seguente distinzione.

Moneta-promessa VS Moneta-prova


La moneta, vista come un’entità energetica, può assumere due forme: può essere già stata utilizzata in transazioni passate, come nel caso dell’oro, oppure può rappresentare una promessa di spesa futura, come nel caso dell’euro.

In altre parole, il valore di un bene è determinato dalla quantità di moneta che simboleggia l’energia precedentemente impiegata per produrlo e l’utilità intrinseca associata a tale bene. Questa prospettiva mette in luce come la moneta sia strettamente collegata al concetto di energia, sia essa spesa in passato o impegnata per il futuro.

Questi due tipi di moneta, se così si possono chiamare, differiscono sostanzialmente nel modo in cui vengono create.

La moneta-promessa è una moneta il cui valore risiede nella promessa di una futura spesa di energia. In termini più banali, si tratta del credito bancario. Infatti, quando andiamo in banca e chiediamo un prestito, ci viene concesso solo a condizione che ci impegniamo a lavorare (quindi a spendere energia) per restituirlo eventualmente. È la nostra “spesa di energia” nei prossimi cinque, dieci o quindici anni che viene così monetizzata.

La moneta-prova, funziona in modo inverso. È una moneta il cui valore risiede nell’energia spesa per crearla. Come abbiamo visto, l’oro richiede lavoro per essere estratto e trasformato in monete. Si potrebbe dire che la moneta-prova monetizza la spesa di energia passata che è stata necessaria per la creazione di quella moneta.

Ma come si lega tutto questo discorso con le criptovalute?

Sulla base della distinzione fatta dal cortometraggio di Pierre Noizat, Bitcoin è, per definizione, una moneta-prova. Non a caso il suo sistema di consenso è chiamato “Proof of Work (PoW)”, che è letteralmente una “prova di lavoro”.

Il documentario si conclude proprio menzionando Bitcoin e il suo potenziale per “pulire” il nostro sistema monetario. Poiché è accessibile a tutti, questa moneta-prova dell’era digitale, potrebbe portare a una competizione tra le valute per le persone, cambiando l’attuale situazione di monopolio monetario, in cui la concorrenza è tra le persone, per la moneta.