Bitcoin Miner, state attenti al summit sul clima COP26!

Tim Alper
| 4 min read
Summit sul clima COP26
Il Cancelliere del Tesoro britannico Rishi Sunak. Fonte: Uno screenshot del video, Youtube/ Evening Standard

Il summit sul clima COP26, attualmente in corso in Scozia – seppur senza la presenza dei leader chiave di Russia e Cina – non ha finora fatto alcun riferimento diretto a bitcoin (BTC) o altcoin. Ci potrebbero però già essere degli spunti chiave dalla decisione già presa che potrebbero avere un impatto sull’industria, in particolare sui miner.

Mercoledì è stato soprannominato “il giorno della finanza” al COP26, quindi molti nella comunità crypto probabilmente avevano le orecchie tese in caso di rilevanti sviluppi. E anche se mancavano dichiarazioni esplicite relative alle criptovalute, alcune delle promesse politiche potrebbero avere un effetto a catena per l’industria – proprio come è successo quando il Regno Unito ha ospitato il summit del G7 a giugno di quest’anno.

La giornata è stata inaugurata dal Cancelliere britannico del Tesoro Rishi Sunak, il quale ha annunciato che “l’intero sistema finanziario globale sarà ricablato per emissioni nette di carbonio pari a zero”.

Questo obiettivo ambizioso, ha spiegato Sunak, si avvarrà di dati climatici migliori, dell’emissione di obbligazioni dello stato green e di “divulgazione obbligatoria della sostenibilità”.

Miner di Criptovalute, attenti!

Quest’ultimo potrebbe potenzialmente diventare un punto critico per gli operatori crypto, in particolare i miner, che potrebbero trovarsi sotto una maggiore pressione per passare a forme di energia rinnovabile nei Paesi che rispettano i protocolli del COP26.

Dato che il termine è un po’ ambiguo, è difficile dire quanto in profondità possano andare queste rivelazioni. Considerando la cattiva pubblicità che bitcoin ha ricevuto quest’anno per la sua impronta di carbone, non è impossibile immaginare uno scenario in cui giocatori come gli exchange potrebbero essere controllati per offrire servizi legati al bitcoin.

La recente repressione cinese sul mining e le criptovalute, dopo tutto, è stata condotta principalmente in nome della pulizia dell’ambiente e dell’adempimento degli impegni ecologici.

Sunak ha continuato dicendo che il Regno Unito mira a diventare il “primo centro finanziario al mondo con zero emissioni di carbone,” aggiungendo che “diventerà obbligatorio per le aziende stabilire come pianificano la decarbonizzazione e la transizione ad un emissione netta pari a zero”.

Il capo delle finanze ha detto che una “task force indipendente” controllerà il processo. Di nuovo, se la criptovaluta e la sua impronta di carbonio cadranno sotto il microscopio non è ancora chiaro. Ma come suggerisce l’esempio cinese, nulla è fuori dal regno della possibilità, in particolare quando si tratta di punteggi e posizioni politiche.

Commenti simili sono stati fatti dalla controparte americana di Sunak, il Segretario del Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen, la quale ha detto che è necessaria una “trasformazione all’ingrosso” delle economie ad alta emissione di carbonio.

Nella loro fretta di sembrare che stiano facendo la cosa giusta, le potenze leader potrebbero cercare di perseguire “il pesce piccolo”, quindi il crypto mining – in particolare se si può dimostrare che i miner non stanno facendo il passaggio all’energia carbon-free o a basso contenuto di carbonio.

Dove sono Russia e Cina?

Il punto critico in tutto questo potrebbe essere che alcune delle più grandi “economie ad alto uso di carbonio” del mondo non stanno presenziando al summit.

La Russia ha riempito in parte il buco che la Cina ha lasciato nel BTC hashrate, ed ha snobbato il summit – così come la Cina, in precedenza il centro di gravità dell’industria di mining globale.

Indipendentemente da ciò, Mosca potrebbe cominciare a prendere misure per mettere sotto controllo il settore del mining, dopo che le regioni hanno segnalato problemi locali legati all’energia imputati soprattutto ai miner.

Mentre la giornata si concludeva, il presidente del COP26 Alok Sharma e Patricia Espinosa dell’UN hanno detto ad una conferenza stampa che l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico potrebbe aggiornare la sua analisi su quanto denaro è stato effettivamente impegnato per sostenere il cambiamento nelle nazioni più povere, così da riflettere gli impegni presi a Glasgow.

Sharma ha preso di mira Pechino, criticando la Cina per aver annunciato ieri che voleva concentrarsi sull’evitare un riscaldamento globale di 2 gradi Celsius, piuttosto che puntare ad un obiettivo massimo di 1,5 gradi Celsius.

La Cina ha definito la presidenza britannica della COP26 una leadership “smaccatamente ambiziosa”.

Nel frattempo, in una notizia un po’ più leggera, Greta Thunberg, l’attivista per il cambiamento climatico che ha iniziato la settimana cantando “Puoi ficcarti la tua Crisi Climatica su per il culo”, ha deciso di bandire le parolacce. Dice invece che d’ora in poi farà “emissioni zero” sulle parolacce.

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